La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

giovedì 20 ottobre 2016

Un "No sociale" per cacciare Renzi dal Governo e rimettere il lavoro al centro del futuro del Paese

di Fabio Sebastiani 
Il "No sociale" al Referendum del 4 dicembre avrà ben due giorni di mobilitazioni e iniziative, il 21 e il 22 ottobre. Una scadenza di protesta e di informazione, verso i cittadini, sulle ragioni, ma anche sulle prospettive di una battaglia che in ogni caso si annuncia di lunga durata. Ben oltre la data del 4 dicembre, quindi. Eh sì, perché se dovesse vincere il "No" bisognerà trovare un modo per renderlo politicamente esigibile. Senza considerare che sulla propria strada ci si troverebbe di fronte oltre ai poteri istituzionali anche il muro di banche e agenzie finanziarie di mezzo mondo che in queste settimane faranno un tifo sfegatato per Renzi. 
E se vincesse il "Sì" non è che i problemi sociali, o meglio, "il disastro di Renzi", come lo chiama Giorgio Cremaschi, presente con gli altri (D'Errico, Palermi, Musacchio, Tomaselli) alla conferenza stampa di presentazione presso la sala delle conferenze dell'associazione Stampa romana, si risolvono con un colpo di bacchetta magica. Anzi, se possibile peggiorano. Se c'è un elemento, infatti, che il variegato fronte del "No sociale" mette in evidenza è che la natura di questa cosiddetta riforma costituzionale Renzi-Boschi ha il suo centro nell'attacco al lavoro. 
E immediatamente, il ragionamento si sposta dalle aule dei giuristi nelle piazze della protesta sociale. Renzi, a ben guardare, ha fallito su tutta la linea, a cominciare proprio dalle promesse sull'occupazione. Come reagirà il paese? Gliela farà pagare, come pensano in molti? E' su questo che scommette l'iniziativa che Usb, Usi, Adl, Unicobas, Cub Trasporti/Roma e SìCobas, intendono mettere in campo il 21 ottobre con lo sciopero generale. 
Uno sciopero che vedrà tante iniziative locali nelle maggiori città italiane (Milano, Firenze, Torino, Genova, Catania, Napoli). E che a Roma si travaserà nell'Acampada di piazza San Giovanni, dopo alcune iniziative in giro per la città e segnatamente davanti al ministero dell'Istruzione in viale Trastevere. Inoltre, presidio dei lavoratori del trasporto aereo all’aeroporto di Fiumicino, T3 Partenze; e un presidio generale presso il Ministero dell'Economia di Via XX Settembre, dalle ore 11.00. 
Il clima che si respira nei luoghi di lavoro è di segno doppio: da una parte monta la sfiducia, dall'altra, però, non sono pochi quei lavoratori che vogliono far pagare a Renzi l'attacco ai diritti, il mancato rinnovo del contratto nel pubblico impiego e la marea di soldi che, tra tagli alle tasse e condoni agli evasori, le imprese hanno messo al sicuro grazie alla legge di Bilancio. "Vogliamo convincere gli ultimi della scala sociale ad andare a votare", sottolinea ancora Cremaschi, perché mai come in questo momento "il voto può contare". 
Dalle ore 16.00 partirà l’Acampada di lotta nella piazza, che si trasformerà in un centro propulsivo di assemblee, dibattiti, concerti e spettacoli teatrali. Su “NO alla controriforma della Costituzione”, si confronteranno, fra gli altri, Ferdinando Imposimato, magistrato; Domenico Gallo, Magistratura Democratica, Carlo Guglielmi, avvocato del Forum Diritti/Lavoro; Lidia Menapace, partigiana; Fabrizio Tomaselli, USB.
Al dibattito “Unione Europea - Unione dei popoli o contro i popoli?”, interverranno Mauro Casadio, Coordinamento NO sociale; Luigi De Magistris, Sindaco di Napoli; Stefano Fassina, Sinistra Italiana; Eleonora Forenza, l’altra Europa con Tsipras; Giorgio Cremaschi, Forum Diritti Lavoro; Emidia Papi, USB; Paolo Ferrero, PRC; Luciano Vasapollo, Centro studi Cestes Proteo.
Numerosi gli speakers’ corner, fra cui " Donne al lavoro" , per rappresentare le storie e le lotte delle donne. Dalle 21.00 teatro e musica con Giordano De Plano; Assalti frontali, Banda Bassotti, Pugni in tasca, The Konspirators, Skasso e Rikom Carnera.
La giornata del 22, quindi, più precisamente il "No Renzi Day", sarà la naturale continuazione dello sciopero e dell'Acampada in piazza San Giovanni, che per due giorni si chiamerà Abd Elsalam, l'operaio ucciso mentre partecipava ad un picchetto davanti alla Gls di Piacenza. Il calendario delle iniziative è fittissimo. Questas volta a fare la differenza è il fatto di aver unito forze ed energie. Le sei sigle sindacali non sono da sole nel tentativo di far riuscire qusta scadenza. Accanto a loro anche molte organizzzioni politiche della sinistra radicale, tra cui il Prc (sono intervenuti Paolo Ferrero e Maurizio Acerbo), e anche l'arcipelago del No, raccolto nel "Comitato per il No al Referendum". Ad aprire la manifestazione di sabato che partirà intorno alle 14.00 da "piazza Abd Elsalam" ci sarà, tanto per dirne una, Paolo Maddalena (vice-presidente emerito della Corte Costizionale), un magistrato che si è battuto molto contro la "deforma" di Renzi. 
l No Renzi Day, prevista, fra gli altri, la partecipazione dei lavoratori della Logistica di Piacenza, di una folta delegazione proveniente da tutta Italia della CISPM (Coalizione Internazionale Sans-papiers, Migranti, Rifugiati e Richiedenti asilo), del partigiano Umberto Lorenzoni. Il corteo si concluderà in piazza Campo de’ Fiori.

Fonte: controlacrisi.org 

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