La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 10 dicembre 2016

Dobbiamo puntare sul proporzionale

di Alfonso Gianni
Leggo che Libertà e Giustizia propone che il prossimo parlamento blindi la Costituzione con la modifica dell'articolo 138 secondo una proposta avanzata e sostenuta nel 1995 da Franco Bassanini, Leopoldo Elia, Giorgio Napolitano, Sergio Mattarella, Sandra Bonsanti, e molti altri che elevava a 2/3 dei componenti la maggioranza necessaria per l'approvazione di modifiche costituzionali. Se l'intento appare positivo, la messa in sicurezza della Costituzione, solleva anche diversi dubbi.
In primo luogo proprio l'esito del referendum, accostato anche a quello del 2006, ci permette di riporre sufficiente fiducia nel popolo italiano senza bisogno di alzare la soglia dei voti parlamentari per la modifica della Costituzione.
In secondo luogo noi stessi, che abbiamo difeso in modo vincente la Costituzione con il NO il 4 dicembre, non consideriamo la stessa intoccabile. Infatti siamo per una "manutenzione intelligente", quando e se necessario, per usare l'espressione di Rodotà, il che può comportare modifiche di singoli articoli o parti di essi senza alcun stravolgimento del testo costituzionale. Sarebbe dunque incoerente farsi fautori di una blindatura tramite l'aumento della soglia della maggioranza necessaria contenuta nel 138.
In terzo luogo questa nostra Costituzione contiene anche modificazioni introdotte nel passato che proprio non vanno. Mi riferisco qui alla costituzionalizzazione del pareggio di bilancio, norma assurda cionondimeno introdotta con la modifica dell'articolo 81 ai tempi del governo Monti. E' vero che su questa questione molti si sono distratti. O hanno assunto iniziative del tutto improbabili, come lanciare una raccolta di firme per un referendum addirittura nei mesi estivi contenenti l'agosto. Altri, grazie ad un ottimo testo elaborato da Gaetano Azzariti, hanno cercato di promuovere, una campagna per una legge di revisione costituzionale di iniziativa popolare sulla questione, raccogliendo inizialmente le firme di eminenti giuristi, quali Stefano Rodotà, ed anche di autorevoli sindacalisti, come Susanna Camusso, senza raggiungere purtroppo il numero sufficiente delle stesse, a causa del mancato impegno di forze politiche e sociali che pure oggi si proclamano contrarie al pareggio di bilancio in Costituzione. Di fronte però agli attuali contrasti tra lo stesso nostro governo e la commissione europea sulla legge di bilancio, l'assurdità di quell'articolo 81 balza agli occhi. Sconsiglierei perciò di blindare un testo costituzionale che lo contenga. C'è una priorità questa non sta ora nella modifica del'art.138, ma nel ristabilimento del testo originario dell'art. 81.
In quarto luogo basta leggere le parti conclusive della proposta di legge presentata nel 1995 per verificare la differenza delle condizioni nelle quali ci troviamo: "Proponiamo dunque, come necessaria premessa e condizione per perfezionare la transizione alla democrazia maggioritaria e per avviare in condizioni di serenità e certezza democratica una grande stagione di riforme istituzionali, di elevare a due terzi la maggioranza costituzionalmente prescritta per approvare leggi costituzionali e di revisione della Costituzione, per riformare i regolamenti parlamentari, e per eleggere i principali organi di garanzia ... Si ristabilirebbe così, nelle nuove condizioni create dalla legge elettorale maggioritaria, il principio del necessario confronto fra maggioranza e opposizione nella definizione delle regole e nella designazione dei titolari di organi di garanzia".
Da questa lettura appare evidente che alcuni dei tanti firmatari della proposta di legge erano d'accordo con la svolta maggioritaria, mentre altri, pur pensandola diversamente, cercavano contrappesi. Quanto poi alla "grande stagione di riforme istituzionali" invocata dai proponenti si è visto l'esito non proprio felice che ha avuto, per usare un eufemismo.
Ma il punto essenziale ora è: vogliamo andare verso una riforma della legge elettorale in senso proporzionale, o no? Io credo che sì e che questo sia il momento per tentarci, dal momento l'Italicum è morto di fatto assieme al NO alla revisione costituzionale e la Corte Costituzionale, mi auguro, ne proclamerà le esequie ufficiali.

Fonte: Huffington Post - blog dell'Autore 

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