La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 9 dicembre 2016

Lettera aperta ai parlamentari 5 stelle

di Paolo Flores d’Arcais
Cari parlamentari eletti nelle liste del Movimento 5 Stelle, essendo (col mio voto alle politiche) uno dei cittadini da voi rappresentato, e memore del vostro solenne e reiterato impegno che “uno vale uno”, vi sottopongo alcune riflessioni che sono certo terrete presenti per le consultazioni col Capo dello Stato e nel vostro lavoro durante la crisi di governo. Elezioni al più presto, naturalmente. Non è però secondario con quale governo andare all’appuntamento. È infatti smaccatamente evidente che l’obiettivo cruciale dell’establishment, sconfitto al referendum, è oggi costituito dalla volontà di impedire una vittoria del Movimento 5 Stelle alle prossime elezioni.
Il governo con cui andare al voto e la maggioranza con cui riformare la legge elettorale sono gli strumenti immediati di tale disegno.
Dipenderà anche dalla decisione della Corte Costituzionale del 24 gennaio, ovviamente. Una Corte la cui imparzialità e credibilità sono state rese vacillante dalla sentenza nel caso Napolitano/Procura di Palermo, ma le cui indicazioni (forse vincolanti, dipenderà dalle motivazioni della sentenza) andranno rispettate.
Per andare al voto al più presto avete proposto di utilizzare l’Italicum anche al Senato, emendato per entrambe le Camere da quanto la Corte Costituzionale deciderà. Siete consapevoli che si tratti di una legge orripilante, che gli stessi autori mettono oggi in discussione al solo scopo di impedirvi di andare al governo, però. Dunque nulla di immorale, da parte vostra, nel riproporla in via provvisoria (per poi sostituirla con una legge decente e valida una volta in maggioranza in Parlamento).
Sarà bene tuttavia che approntiate anche delle proposte di riserva. La Corte infatti potrebbe peggiorare la legge. Se la bocciatura dei capilista bloccati la migliorerebbe, la bocciatura del ballottaggio la peggiorerebbe oltre ogni immaginazione: in un sistema maggioritario il doppio turno è un correttivo democratico, il turno unico trasforma le elezioni, non appena gli schieramenti siano più di due, in una vera e propria roulette (la cosa era già nota fin dai tempi dell’illuminista Condorcet, oltre due secoli fa).
Ed è importante che siate protagonisti in questa crisi anche con una proposta di governo, per rendere più difficile all’establishment un mega inciucio che vi escluda dalla possibilità di governare nella prossima legislatura. Quando si trattò di eleggere il Presidente della Repubblica tra i nomi in cima alla vostra lista c’erano Stefano Rodotà e Gustavo Zagrebelsky. Sono stati due dei principali protagonisti della battaglia per il No al referendum. Dovrebbero dunque essere i vostri candidati “naturali” da indicare al Presidente Mattarella per un governo di coerenza costituzionale anziché di inciucio partitocratico.
Governo di coerenza costituzionale che oltre a essere l’unico che garantirebbe imparzialità nel periodo che ci separa dalla elezioni politiche, potrebbe anche non essere così “utopistico”. Soprattutto se messo a confronto con le altre soluzioni che vengono ventilate e che sembrano tutte prive di maggioranza (se davvero Renzi e Berlusconi si accordassero regalerebbero in un colpo solo il 10% al M5S!).
Inoltre un governo Rodotà/Zagrebelsky di coerenza costituzionale, da voi proposto, sarebbe l’unico con cui gli attuali parlamentari del Pd rispetterebbero il mandato ricevuto tre anni e mezzo fa dagli elettori. Ci si dimentica, infatti, che allora il Pd, diretto da Bersani, chiese i voti con lo slogan “mai più inciucio, mai più con Berlusconi” (per tradire poi la volontà dei propri elettori sotto la ferula di Re Giorgio, e abbracciare gli Alfano e i Verdini). Perciò, sia per motivi virtuosi (tornare a rispettare la volontà dei cittadini che li hanno delegati a rappresentarli), sia opportunistici (circa due terzi dei parlamentari Pd sono di prima nomina, e il diritto al vitalizio scatta solo a fine settembre), non sarebbe poi così facile per una parte consistente dei parlamentari Pd rifiutare la fiducia a un governo Rodotà/Zagrebelsky da voi proposto.
Perché, ripeto, è importante andare a votare il prima possibile, ma è forse perfino più importante con quale governo e quale legge elettorale ci si andrà.

Fonte: MicroMega online 

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