La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 17 dicembre 2016

Il movimento pacifista e la resistenza nei tempi oscuri

di Joseph Gerson
Ci siamo svegliati di fronte a un paese diverso, il 9 novembre 2016, che dovrà essere governato da un’amministrazione razzista, disonesta, autocratica, militarista, plutocratica e neo-fascista. La nostra responsabilità ora è di difendere i nostri diritti, le vite umane qui e all’estero, la nostra Costituzione e la repubblica democratica. Nulla di meno. Lasciate che cominci onorando le persone di tutto il paese che non si sono sdraiate fingendo di essere morte quando Donald Trump ha detto che voleva espellere 3 milioni di “immigrati criminali” privi di documenti, che immagina siano tra di noi. Non siamo stati in silenzio quando il suo consigliere ha esortato a creare un registro di Musulmani, o davanti alla retorica sconsiderata sul fatto di strappare l’accordo nucleare con l’Iran.
Non abbiamo sperato quando la gente spontaneamente è uscita nelle strade? Alzate la mano se non avete tratto la speranza dal messaggio del cast del musical “Hamilton” al Vice presidente eletto Mike Pence che lo ha spinto a difendere la nostra diversità e i nostri diritti? E non siamo stati incoraggiati quando i sindaci e i governatori hanno promesso di far rispettare le nostre città e i nostri stati che adottano una politica di protezione per gli immigrati privi di documenti?
Amici, ciò che faremo nelle prossime settimane sarà importante; continueremo ad annotare gli indicatori morali, a illuminare circa le minacce alla nostra nazione e a manifestare per quella che potrebbe essere la lotta più importante per l’anima e l’identità di questa nazione fin dalla Guerra Civile. Ciò che facciamo in questo periodo può raddrizzare le schiene dei nostri rappresentanti al Congresso e allo stato legislativo, degli opinionisti e delle persone che fanno parte della base per difendere la nostra Costituzione, i nostri diritti e per opporci al militarismo di Trump. Quello che facciamo ora prepara il terreno per quella che sarà una lotta a più lungo termine. Con l’incremento della soppressione del voto (per le persone di colore) è probabile che vedremo più Repubblicani al Senato dopo le elezioni del 2018. E avremo la “mano fatale” della sua Corte Suprema che stringerà la gola della nazione per i prossimi anni.
Ma in questo periodo oscuro, avremo il piacere di onorare e asserire la verità, di difendere i diritti umani e le vite umane, e di fare tutto ciò che possiamo per salvaguardare il clima per questa generazione e per quelle future.
Hannah Arendt, Reinhold Niebuhr and Martin Luther King Jr hanno scritto sulla resistenza in tempi oscuri e l’hanno vissuta. In maniera molto significativa ci hanno insegnato a unirci molto saldamente e a collaborare nell’ambito di un cameratismo che non ci viene richiesto in tempi più normali. Alcuni di noi lo hanno sperimentato nel movimento per i diritti civili, durante la Guerra del Vietnam, nei gruppi di affinità gioiosi e potenti che si opponevano alle guerre di Ronald Reagan nell’America Centrale, e in altri movimenti. Con l’appoggio di amici, della famiglia e di compagni, possiamo creare gruppi di affinità nelle nostre collettività religiose, nei sindacati, nelle scuole e nelle comunità locali, per condividere le nostre opinioni e domande, per fornire appoggio reciproco, per programmare e uscire dai nostri ambienti sicuri, per entrare in azione.
La nostra responsabilità è di resistere, resistere e trasformare. Come abbiamo già visto, il nostro movimento, sempre più unificato, agirà in tutto uno spettro di problemi e di approcci: opporsi alla conferma delle nomine più vergognose del governo di Trump e fare pressione su senatori perché facciano ostruzionismo alle leggi repressive. Il cambiamento avverrà con conversazioni su base individuale con parenti, vicini e compagni di studi. Comprenderà dimostrazioni di massa come la Marcia di un milione di donne il giorno dell’insediamento di Trump e la Marcia popolare per il clima il 29 aprile. Ci saranno propaganda elettorale, veglie, lettere ai direttori di giornali, disobbedienza civile, lavoro nelle classi e nel campo delle arti e molto altro.
Il nostro tradizionale movimento pacifista resta importante per tutte le nostre lotte. Se un uomo che può essere adescato con un tweet ci porterà in guerre ancora più grandi, con la gente che dimostra attorno alla bandiera, ci sarà poco spazio politico per lottare contro i tagli alle spese della sanità e del welfare o contro la prossima orgia nella produzione dei combustibili fossili. Sarà più difficile proteggere i nostri fratelli musulmani, gli immigrati e gli LGBT. E se Trump e la Heritage Foundation* hanno i loro modi di aumentare le spese militari, che cosa rimarrà per le scuole pubbliche, gli ospedali pubblici, o per difendere le nostre città costiere dalle crescenti maree causate dal cambiamento del clima?
Permettetemi di indicarvi alcune iniziative per la pace che dovremo fare, anche se è troppo presto per fissare delle priorità:
° Difendere il patto nucleare con l’Iran ed evitare la guerra nucleare;
° Opporsi alle guerre per l’impero, dal Medio Oriente all’Africa (dove AFRICOM è quotidianamente in guerra), all’America Latina all’Asia Pacifica (le nazioni asiatiche e oceaniche bagnate dall’Oceano Pacifico);
° Affrontare le cause alla radice che hanno creato l’ISIS (noto anche come Daesh), Al-Qaida, Boko Haram e altri gruppi terroristi non governativi.
° Evitare l’aumento delle spese militari e spostare il denaro dal complesso militare-industriale e ai preparatici per la guerra dell’impero, al finanziamento di necessità
umane a sostegno della vita, le quali sproneranno anche la creazione di posti di lavoro (le spese militari degli Stati Uniti sono tre volte maggiori di quelle della Cina e otto volte di quelle della Russia);
° Agire in solidarietà con gli abitanti di Okinawa, con i coreani, gli europei e altri, per ottenere il ritiro delle nostre 1.000 (circa) basi e installazioni militari all’estero.
E malgrado l’ammirazione di Trump per lo Zar Putin, non aspettatevi che il Pentagono, la NATO e il Cremlino canteranno lo spiritual Kumbaya molto presto.
Avremo necessità di essere preparati quando la Corea del Nord, con il suo incipiente arsenale nucleare, metterà alla prova Trump. L’ovvia soluzione sarebbe porre finalmente fine alla Guerra di Corea, negoziando un trattato di pace che sostituisca
l’Accordo di Armistizio del 1953. Sì, la Corea del Nord è repressiva, ma lo sono anche l’Arabia Saudita, Israele e il governo neo-fascista dell’Ungheria.
E con il fallimento del Partenariato Trans-Pacifico, la provocatoria conversazione telefonica di Trump con il presidente di Taiwan e le minacce economiche contro la Cina che potrebbero scatenare una guerra commerciale, aspettatevi un aumento della militarizzazione negli Stati Uniti e nell’Asia Pacifica.
Amici, proprio come affrontiamo tempi pericolosi nella nostra nazione, affrontiamo anche una situazione internazionale che ha dei paralleli con gli anni che hanno portato alla Prima Guerra mondiale. Ci sono tensioni tra potenze che crescono e potenze in declino. Le maggiori potenze militari sono governate da autocrati. Ci sono corse agli armamenti che hanno nuove tecnologie – pensate alla guerra cibernetica e ai missili supersonici potenzialmente dotati di ordigni nucleari. Le strutture di alleanze sono sempre più complesse. C’è un nazionalismo intensificato, interdipendenza e competizione economica e protagonisti imprevedibili, da Trump e Putin all’ISIS e Shinzo Abe.
Naturalmente ci sono delle alternative al costoso perseguimento dell’egemonia militare globale. Possiamo allontanarci dall’orlo del baratro con politiche estere e militari basate sulla sicurezza comune o condivisa, cioè il paradigma che è servito a porre fine alla Guerra Fredda.
La nostra più immediata responsabilità deve, però essere quella di agire in difesa di coloro che qui sono più immediatamente minacciati: gli immigrati che affrontano espulsioni e separazione dalle famiglie; dei Musulmani che affrontano violenze e attacchi quotidiani; delle persone di colore che devono fronteggiare la polizia di recente più potente e la soppressione del voto, indipendentemente dal fatto che il Senatore Jeff Sessions sia confermato Segretario alla Giustizia, dei nostri fratelli e sorelle LGBTQ; dei milioni di persone la cui assistenza sanitaria e servizi sociali sono minacciati, e di coloro che saranno immediatamente e più colpiti dal cambiamento del clima.
Non si tratta di fare alleanze artificiali I problemi che affrontiamo sono collegati tra loro. Chi soffre a causa delle spese militari? Oltre alle vittime delle nostre pallottole e bombe e quelle che qui sono prive dei servizi sociali essenziali, anche la democrazia e la Costituzione vengono attaccate. Anni fa, non molto tempo dopo che essere stato liberato da una prigione in Cile, al Reverendo Ulisse Torres fu chiesto quando si sa di avere un governo militare. La sua risposta fu: “Guardate il vostro bilancio nazionale.” Le forze armate consumano metà delle spese discrezionali del governo, mentre la sanità e i servizi sociali ricevono soltanto il 6%.
Trump, però, porterà il nostro governo militarizzato a nuovi livelli con un aumento per le spese militari, e riempiendo la sua amministrazione con un numero di generali che non ha precedenti. La “testa calda” Generale Michael Flynn farà da consigliere di Trump per la sicurezza nazionale. James Mattis soprannominato “Monaco guerriero” e “Cane pazzo”, che dice che è divertente uccidere le persone e che era stato licenziato da Obama perché era “troppo aggressivo” riguardo all’Iran , è probabile che che sarà confermato come nostro prossimo segretario alla guerra. Il Generale John Kelly, che sostiene lo “stile di vita” di Guantanamo, avrà enorme potere come Direttore della Sicurezza Interna.
E c’è ancora la possibilità che David Patraeus, perseguitato dagli scandali, sarà il nostro Segretario di Stato. Sembra che saremo noi cittadini che dovremo controllare il Pentagono.
E, come ci ricordano Edward Snowden e la militarizzazione della nostra polizia, ciò che accade al di fuori dalle mura della fortezza nazionale ritorna e attacca coloro che vi stanno dentro.
Ecco alcuni altri esempi dell’intersezione dei nostri problemi: gli aerei da guerra sono grosse fonti dei gas serra causati dal cambiamento del clima, e le operazioni militari avvelenano anche i nostri mari e la terra. Date un’occhiata alla concentrazione di casi di cancro intorno alla vecchia base militare a Cape Cod. La competizione militare per il Mar Artico ci insegna che il cambiamento del clima può innescare o alimentare le guerre.
Questa conversazione probabilmente, non ha portato il sorriso sulla vostra faccia, ma la vostra prima responsabilità è dire la verità al potere e chiarire contro che cosa state, in modo da potere trovare, di conseguenza, una strategia.
E’ anche vero, però, che abbiamo più potere di quanto sappiamo, e non dovremmo mai sottovalutare il potere della legge delle conseguenze non volute. Trenta anni fa, un piccolo gruppo di attivisti di Boston ha sconfitto la campagna di propaganda del presidente Reagan, del Senatore Kennedy e di interessi commerciali locali per trasformare il Porto di Boston in una base per armi nucleari estremamente pericolose. Prima di questo, il discorso di Randy Kehler, di 25 anni, che aveva affrontato 5 anni in carcere per resistenza alla leva militare, motivò Daniel Ellsberg a rendere pubblica la storia segreta della decisione del Pentagono di fare la Guerra del Vietnam, un’azione che pose una sfida fondamentale alla guerra di Richard Nixon.
Nel 1979, dei giovani studiosi del MIT vennero fuori con l’idea del congelamento delle armi nucleari. La stessa Randy Kehler e il mio collega David McCauley fecero conoscere questo concetto nelle riunioni cittadine, dando il via al movimento di massa dell’inizio degli anni ’80, che costrinse Reagan a iniziare i negoziati che posero fine alla Guerra Fredda.
Sono state le coraggiose donne, uomini e bambini afro-americani, appoggiati dai loro alleati, la cui saggezza e coraggio hanno posto fine all’apartheid razzista legale degli Stati Uniti. Donne audaci hanno respinto il patriarcato. E sono stati i nostri movimenti di massa – la seconda superpotenza, che hanno contribuito a porre fine alla Guerra del Vietnam e che hanno costruito la forza politica che ha riportato a casa 180.000 soldati dall’Afghanistan e dall’Iraq.
E prossimamente? E’ troppo presto per essere definitivo ma ci sono alcune idee ascoltate quanti più oratori di oggi potete, e troviamo i modi con cui si possa agire in solidarietà con gli immigrati, i Musulmani e la gente di colore. E’ ora di andare a dimostrare nelle strade, facendo delle veglie nei parchi pubblici delle città e parlando con la famiglia e gli amici. E’ necessario usare questo periodo di intensa mobilitazione come fondamento per un’organizzazione a più lungo termine, compresa la creazione di gruppi di affinità che può intraprendere azioni indipendenti e collaborare con altri.
Fate queste telefonate per opporvi alla Legge orwelliana di Consapevolezza dell’anti-semitismo che potrebbe criminalizzare gli ebrei come me che criticano le politiche oppressive di Israele.
La campagna denominata “spostate i risparmi ” (dalle grandi alle piccole banche, n.d.t.) , fornisce un veicolo per integrare più potentemente i nostri movimenti. Uno di questi è il Congressional People’s Budget (il Bilancio di chi fa parte del Congresso) che finanzierebbe necessità umane essenziali e diminuirebbe le spese militari. Cole Harrison e Paul Shannon stanno conducendo questa campagna qui in Massachusetts. Abbiamo una campagna locale di Azione per la Pace guidata dal professor Jonathan King che fa i collegamenti tra quello che abbiamo bisogno per gli alloggi e il transito di massa qui nella zona di Boston con l’obbligo di mettere fine a quello che è ora l’impegno della campagna di Trump di spendere grosso modo 1 trilione per una nuova generazione di armi nucleari letali e per i loro sistemi di lancio. E il giorno in cui si pagano le tasse. in tutto il paese e a livello internazionale, avremo, a livello di comunità, le Giornate globali di azione contro le spese militari.
Sul fronte nucleare, dobbiamo difendere il patto nucleare iraniano. Questa primavere ci saranno dimostrazioni all’ONU per appoggiare le richieste della vasta maggioranza delle nazioni del mondo per eliminare finalmente gli arsenali nucleari mondiali. Permette che faccia circolare questa petizione, iniziata dai sopravvissuti giapponesi alla bomba atomica che sperano di rafforzare i negoziati per il disarmo ottenendo milioni di firme in tutto il mondo. E, come ha fatto il Consiglio Comunale di Cambridge la primavera scorsa, possiamo organizzarci nelle nostre città, università, congregazioni religiose e sindacati, per disinvestire dalle istituzioni finanziarie che hanno investito nella fabbricazione di armi nucleari.
Dovremo opporci all’escalation delle guerre in Medio Oriente, al riconoscimento di Gerusalemme – compresa Gerusalemme Est – come capitale di Israele, e dobbiamo appoggiare la campagna BDS.
E vi cercheremo nelle strade e all’incontro che gli organizzatori della nostra conferenza hanno richiesto, per il 23 gennaio, di costruire il movimento integrato e strategico necessario a difendere le nostre vite, i nostri diritti e la nostra repubblica costituzionale. Facciamoci avanti! Resistete! E si aprirà la strada per la nostra resistenza, come in passato.

Nota: questo articolo deriva da un discorso “I prossimi quattro anni: costruire i nostri movimenti in tempi pericolosi”, fatto dall’autore a una conferenza a Boston, Massachusetts, il 3 dicembre 2016. E’ stato leggermente modificato.

Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
Originale: Truthout
Traduzione di Maria Chiara Starace
Traduzione © 2016 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY NC-SA 3.0

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