La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 24 dicembre 2016

Riprendiamoci il Comune, è un programma di eccezionale attualità

di Vittorio Lovera
Importante attestato quello apparso su Il Manifesto [21.12.2016] da parte di Marco Revelli, per la Campagna di Attac Italia, “ Riprendiamoci il Comune”. Revelli risponde ai sempre interessanti stimoli di Luigi Meconi, “Nuovi linguaggi in campo. Ma non è l’anno zero” che a sua volta interloquisce su un precedente articolo di Revelli ( “L’urlo del No e il suo valore costituente” – Il Manifesto, 13.12.2016). Gli articoli citati sono riportati in calce a queste brevi considerazioni, per consentire a tutte/i, nella pausa festiva, di leggere, valutare e riflettere.
Soprattutto, dopo la doverosa riflessione, ritrovare stimoli e orizzonti sui quali ricaricare la molla dell’agire: autoformazione orientata all’azione, Riprendiamoci il Comune
“Riprendiamoci il Comune” campagna che partendo dai territori cerca attraverso reti territoriali di scopo (tra cittadini, associazioni, aree di movimento, Enti Locali) di strutturare una visione di nuova democrazia diretta, attraverso l’aiuto alla comprensione del contesto in cui gli enti locali e le comunità territoriali si trovano oggi inserite e per favorire la conoscenza specifica dei diversi temi connessi con la finanza pubblica locale, con la gestione dei beni comuni, del territorio e dei servizi pubblici locali e con l’economia sociale territoriale: Capire la crisi, Enti locali nel mirino della finanza, Il debito pubblico, Il patto di stabilità, Il pareggio di bilancio, Come leggere il bilancio comunale, Una diversa politica fiscale per gli enti locali, L’imposta di scopo, La Cassa Depositi e Prestiti, La gestione partecipativa dei beni comuni, La rigenerazione urbana territoriale, Elementi di una nuova economia sociale territoriale, Elementi per una nuova democrazia partecipativa, Decreto Madia. Lettura guidata al Testo unico sui servizi pubblici locali di interesse economico generale.
Percorso lento Riprendiamoci il Comune ma necessario ed inesorabile : superare definitivamente il concetto di “rappresentanza ” per ridare a cittadini e militanti delusi, voce, speranza e prospettiva ma soprattutto strumenti (l’autoformazione) per poter tornare ad agire, dal locale verso una prospettiva unitaria e nazionale.
Abbiamo organizzato anche numerosi corsi di formazione per gli Enti Locali, “Un nuovo Comune per uscire dalla Crisi”, sempre più richiesti.
Gli enti locali sono infatti e sempre piu? saranno uno dei luoghi fondamentali di precipitazione della crisi e dello scontro sociale nei periodi a venire: la loro spoliazione è in atto da almeno quindici anni ed ora si stava creando il terreno per metterli definitivamente con le spalle al muro, mettendo a repentaglio la loro storica funzione pubblica e sociale e trasformandoli in luoghi di mera facilitazione dell'espansione degli interessi finanziari finalizzati a mettere le mani sul patrimonio pubblico, sui servizi pubblici locali, sul territorio.
Funzionale a questo nuovo ciclo di espropriazione e? la progressiva sottrazione, formale e sostanziale, degli spazi di democrazia.
La netta sconfitta del Governo Renzi sulla riforma costituzionale ha segnato un argine democratico basilare dal quale dobbiamo ripartire sapendoci prima interrogare per poi tracciare – sul modello proprio di “Riprendiamoci il Comune” – una traiettoria condivisa e modificatrice dell’attuale status quo.
La trasversalità della compagine, la radicalità di progetti ed azioni ben condivise, la centralità del basso, a partire proprio dal ruolo dei territori, hanno caratterizzato le esperienze del Forum Italiano dei Movimenti dell’Acqua, del Forum Nuova Finanza Pubblica e Sociale, delle Campagne Stop TTIP e Stop Ceta.
Se il percorso di fondo di Riprendiamoci il Comune è giustamente lento, ben gradite sono le sue accelerazioni: la nascita di Cadtm Italia, Centro studi e documentazione orientato all’azione sul tema dei debiti illegittimi (assemblea Pubblica a Roma il 4 Marzo), segnala come – in vista delle prossime elezioni – qualunque sia il sistema di voto che verrà adottato - l’annullamento del debito pubblico illegittimo è l’unica via per reali politiche di discontinuità con quel passato che ha reso le diseguaglianze, economiche, sociali, di genere sempre più insostenibili , insopportabili e stridenti.
Su questo tema, e sulla riconversione ecologica della società, aree di movimento e movimenti popolari stanno trovando significative convergenze che potrebbero riattivare pratiche da troppo tempo desuete (un Forum Europeo?).
Sul Granello di Sabbia abbiamo trattato nel merito e con ampi dettagli le tematiche ambientali, la questione climatica e quella dei beni comuni, ragionato sull’Europa che vorremmo, trattato le questioni di democrazia partecipativa, dell’ economia sociale, circolare e solidale e descritto esempi concreti delle loro pratiche, affrontato la questione delle migrazioni e quella dell’annullamento del debito, fornendo sempre “lenti attacchine” per comprenderle e valutarle e per attrezzare possibili percorsi di azione.
Ora, nel post-referendum, gli ultimi colpi di coda dell’ attuale rappresentanza politica, sul quando e sul con che tipo di sistema elettorale , hanno portato Attac Italia ad un ragionamento di immediatezza che, all’interno della Campagna “Riprendiamoci il Comune”, sappia inquadrare ed evidenziare con chiarezza i danni prodotti negli ultimi vent’ anni dal sistema maggioritario (due maggioranze, che si alternano al Governo del Paese perseguendo un medesimo obiettivo: la privatizzazione degli asset pubblici e dei beni comuni e la completa finanziarizzazione dell’economia in nome di un mercato regolatore.)
Questa dinamica non si è modificata neppure con la comparsa del 3 polo, il M5S: le loro 5 stelle (tutte condivisibili) sono rimaste talmente alte nel firmamento (su acqua, solo chiacchiere, poi nei fatti esattamente le stesse politiche dei vituperati piddini: Acea e Smat sono lì a testimoniarlo) che nessuna discontinuità ha mai fatto realmente capolino nelle loro isolate e sterili pratiche di governo.
Con l’inizio dell’anno, Attac Italia lancerà una petizione popolare, che ponga l’attenzione su scelte di rappresentanza con metodo proporzionale ma soprattutto che chiederà a viva voce il potenziamento degli strumenti di democrazia diretta, a partire dal bilancio partecipativo.
Poi, da quel momento “Riprendiamoci il Comune”, una volta ragionato sui metodi del gioco, si concentrerà sulla sostanza: cercherà di definire dal basso, dai territori, Tavoli “Si Svolta”, ambiti di confronto per ragionare sulle priorità di contenuti che possano generare reali politiche di discontinuità, con un unico e semplice obiettivo: ribaltare completamente le attuali aberranti diseguaglianze.
Gli ultimi due Referendum – stravinti - dimostrano che quando i cittadini hanno la parola, sanno con chiarezza la direzione da intraprendere – per quanto siano molto differenti le ragioni che ingenerano l’appoggio alle medesime conclusioni.
La grande manifestazione “Non una di meno” ha sottolineato tra gli altri aspetti l’ assoluta voglia di protagonismo - a partire dalle donne - delle persone.
A breve avremo delle scadenze e saremo chiamati ad operare delle scelte. Il futuro non è scritto: utilizziamo però questo lasso di tempo per definire come meglio orientarlo nella direzione della riappropriazione sociale.
Riprendiamoci il Comune, riappropriamoci delle nostre vite, rendiamo più radioso il domani a partire da oggi stesso.
Buone Feste a Tutt%, e che il 2017 possa essere anno di positiva svolta.

Gli articoli di Marco Revelli e Luigi Meconi pubblicati su Il Manifesto:

Fonte: Attac

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