La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 20 novembre 2015

Si chiudono le frontiere, si esportano le armi

di Gianluca Graciolini
Ricapitoliamo, demistifichiamo. L'Europa chiude sine die le sue frontiere e si appresta ad innalzare muri contro i profughi. In Usa, la Camera dei rappresentanti a maggioranza repubblicana ha approvato una legge che renderà impossibile l'accoglienza ai profughi siriani, con Donald Trump che arriva a proporre di schedare tutti i musulmani o dare loro dei documenti speciali.
Contemporaneamente: il Dipartimento di Stato Usa ha firmato un accordo per la fornitura all’Arabia Saudita di 22mila smart bomb (le cosiddette bombe intelligenti). Il contratto, addizionale ai tanti già siglati e del valore di 1 miliardo e 290 milioni di dollari, comprende 1000 Cbu-10 Paveway II a guida laser, 5mila kit Jdam per trasformare bombe ordinarie in bombe guidate a guida gps, oltre ad altri ordigni.
Sempre contemporaneamente: Laurent Collet-Billon, delegato generale sugli armamenti presso la Commissione Difesa francese, trionfa così: "l’anno 2015 sarà un anno record per le esportazioni di armi francesi".
In effetti, nel 2014 Dassault Aviation, fiore all’occhiello dell’industria bellica francese, che produce i caccia Mirage 2000 e i caccia Rafale, gli stessi che in queste ore bombardano intensamente Raqqa in Siria, ha totalizzato 8,21 miliardi di euro di guadagni e nel 2015 ha già totalizzato 15 miliardi di euro. Molte di queste armi sono state vendute proprio al Quatar e all'Arabia Saudita, ovvero alle petromonarchie mentori dell'Isis. Non bastasse, il primo ministro francese Valls che oggi appare così contrito, lo scorso mese di ottobre annunciava pomposo di aver contratto ordini civili e militari per 10 miliardi di euro, sempre dall'Arabia Saudita.
Per non essere da meno, anche l'Italia fa ovviamente la sua parte. Proprio in questi giorni, un nuovo carico di bombe MK-80 prodotte in Sardegna è stato consegnato in Arabia Saudita. Sembra proprio che la destinazione finale sia Ta’if, città sede di una base militare saudita, esattamente come già successo lo scorso 29 ottobre. Tutto ciò in spregio alla legge 185 che proibisce di vendere armi a Paesi in guerra e a quelli in cui si violano i diritti umani. E l'Arabia è con tutta evidenza uno di questi.
Conclusione: l'Occidente sigilla le sue frontiere contro chi fugge dalle guerre, le tiene spalancate per le armi che servono a fare le stesse guerre. Come si vede, siamo alla follia. Una follia che ci sta conducendo dritti verso uno stato di guerra permanente. Una barbarie da cui traggono profitto solo i fabbricanti di morte.
Citazione finale: "La storia del capitalismo si conclude nella necro-economia: accumulazione a mezzo di morte. Il suicidio dell’umanità. C’è un futuro oltre il suicidio? Per il momento non sembra, ma possiamo stare certi che non c’è modo di uscire dall’inferno senza uscire dal capitalismo."
Per parte mia resto ancora più convintamente di questo avviso: socialismo o barbarie!

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