La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

giovedì 31 dicembre 2015

Perché è utile una Commissione di inchiesta parlamentare sulle banche

di Alfonso Gianni 
Contrariamente all'opinione espressa da Fabrizio Cicchitto e da Pierferdinando Casini non vedo obiezioni sufficienti per respingere l'ipotesi della istituzione di una commissione di inchiesta sulla vicenda delle banche salvate dal provvedimento governativo e sulla truffa subita dai sottoscrittori dei bond. D'altro canto la conclusione del dibattito sulla mozione di sfiducia intentata nei confronti della ministra Boschi non avrebbe potuto avere altro esito data la forza dei numeri.
Tanto più che Forza Italia si è sfilata dal voto. Resta però da chiedersi se era il caso di esporre l'opposizione a una sconfitta annunciata. La mozione di sfiducia individuale è uno strumento da maneggiare con molta cura. Richiede la capacità di argomentare le accuse in modo talmente efficace e circostanziato da potere fare breccia nello schieramento avversario. E, onestamente, non è ciò che è andato in scena a Montecitorio.
Ben diverso sarebbe stato il quadro se si fosse giunti ad una mozione di sfiducia, o individuale o nei confronti dell'intero governo, al termine di un lavoro di una commissione di inchiesta parlamentare, come previsto dall'art. 82 della nostra Costituzione, capace di procedere "alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell'autorità giudiziaria".
L'argomento è tornato d'attualità sia perché i truffati dai malfamati bondstanno dando assedio agli sportelli della banca di Arezzo, nella speranza di avere indietro i propri risparmi, sia perché ne ha fatto cenno lo stesso Presidente del Consiglio. Ma il governo non deve avere voce in capitolo su uno strumento tipicamente parlamentare, previsto proprio per potenziare al massimo livello la funzione conoscitiva e ispettiva delle Camere. Nello stesso tempo non si può permettere che la questione si chiuda affidando al solito Raffaele Cantone, presidente dell'Anac - il Mr. Wolf di Renzi - l'arbitrato sui bond emessi dalle quattro banche salvate dal provvedimento governativo. Quanto è successo infatti chiama in causa il funzionamento dell'intero sistema bancario italiano; il suo grado di solidità e di sicurezza; i nessi che questo ha con la nuova legislazione e il sistema di governance finanziaria europea in materia; il nodo della vigilanza: da chi e come viene esercitata; il problema della separazione delle banche commerciali da quelle di investimento; la tutela del risparmio e dei risparmiatori, cui ci richiama lo stesso dettato Costituzionale. Ovvero una grande questione di politica economica.
D'altro canto le argomentazioni portate contro l'istituzione della commissione sono piuttosto speciose. Per l'occasione la presunta invadenza della Magistratura viene strumentalmente rovesciata in quella del Parlamento ai danni di quest'ultima: "lasciamo lavorare i magistrati in santa pace" si è infatti detto. Non c'è dubbio che le attribuzioni conferite a una commissione di inchiesta parlamentare costituiscano una deroga al principio della divisione dei poteri. Ma solo parziale, poiché ovviamente la commissione non avrebbe alcun potere di giudizio né sanzionatorio propri di un giudice, ma poteri inquisitori tali da incidere anche sulle situazioni giuridiche soggettive. Con finalità diverse, tese non ad acclarare le responsabilità penali dei singoli ma le distorsioni del sistema preso in esame o di parti di esso. Conseguentemente una commissione potrebbe avere un indirizzo più "politico", se finalizzato ad esempio a supportare di dati una mozione di sfiducia o più "legislativo" se teso a suggerire l'adozione di nuove normative. Fermo restando che i due piani non sono rigidamente distinguibili. Dipende dalla legge istitutiva.
Esiste anche un altro tipo di obiezione, in base alla quale una commissione siffatta sarebbe inutile perché comunque l'attuale maggioranza prevarrebbe. Naturalmente la composizione della commissione, che dovrebbe essere bicamerale, deve rispettare la proporzionalità della rappresentanza dei gruppi. Una modifica all'articolo 82 della Costituzione che potenziasse in particolare il ruolo delle opposizioni in questo campo sarebbe utile e logica, ma non mi pare possibile che il Parlamento rimetta mano alla Costituzione dopo la tornata di modifiche, a mio avviso negative, recentemente adottate. Tuttavia, come già successe ai tempi della Commissione su Cirio e Parmalat - alla quale ebbi l'opportunità di partecipare e per la quale stesi una relazione finale di minoranza - si avrebbe la possibilità di vedere più chiaro rispetto ai comportamenti e alle norme con cui si muove l'attuale governance bancaria. Cosa impossibile a farsi in un semplice dibattito parlamentare.

Fonte: Huffington post - blog dell'Autore 

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