La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 5 febbraio 2016

Sussidi alle fossili: dieci milioni di dollari al minuto


di Maria Rita D’Orsogna 
È una cifra strabiliante: 5,3 trillioni di dollari, il 6 e mezzo percento del Prodotto interno lordo mondiale. È la quantificazione dei sussidi energetici fossili mondiali nel 2015.
È difficile fare un vero conto dei sussidi governativi all’industria fossile. Questo perché molte sono le definizioni di sussidi e ciascun governo le presenta secondo criteri propri. Ma quale che sia il modo di contare, sono sempre una enormità di fondi pubblici e di agevolazioni in tasse, in servizi, che finiscono dalle tasche di tutti a quelle di pochi.
La questione più importante di tutte è che oltre ai soldi veri e propri, alle agevolazioni fiscali, e a tutti i benefici “diretti” ci sono altri sussidi che è difficile quantificare: come si quantificano la salute delle persone, la distruzione dell’ambiente, i cambiamenti climatici che oil, gas e carbone hanno portato a questo martoriato pianeta?
Qualche mese fa, un report del Fondo Monetario Internazionale ha cercato di fare delle stime. Per il 2013 si parlava di 4.9 trillioni di dollari “benefici” per i nostri amici fossili; per il 2015 appunto di 5,3 trillioni. Questi “benefici” sono stimati essere sussidi diretti – cioè vile denaro – e indiretti cioè alberi e polmoni, ogni anno. Ci vuole un po’ di tempo per capire l’enormità della faccenda, ma tutti questi trillioni sono 5,300 miliardi di dollari, sono 5,300,000 milioni di dollari. O se vogliamo fare la divisione, sono 10 milioni al minuto, ogni santo minuto, ogni santo giorno.
Come è arrivato il Fondo Montetario Internazionale a questa stima che loro stessi dicono essere sorprendenti? Oltre ai miliardi diretti che dal pubblico sono finiti nelle tasche dei signori del fossile, tre quarti di questi 5,300,000 milioni di dollari sono stati stimati essere derivanti dai costi in salute. Cioè stiamo rimpinguando le casse di oil gas e carbone con la nostra salute.
La cosa buffa ma non troppo è che David Coady, uno degli autori del rapporto del Fonto Monetario Internazionale, quando sono arrivati alla cifra di 5,3 miliardi di dollari, pensava di avere sbagliato a fare i conti. Ma poi si è accorto che le cifre erano giuste. “It is the true cost associated with fossil fuel subsidies”.
Per quanto riguarda i fondi diretti dalle stime di Oil Change International, una non-profit statunitense si calcola che se si mette tutto assieme e al netto di costi alla salute si arriva a cifre che oscillano dai 775 miliardi di dollari fino ai mille miliardi.
Il giorno 3 dicembre 2015 le agenzie internazionali Climate Change International e Climate Action Network hanno poi reso noto i livelli di sussidi diretti al solo petrolio nei paesi industrializzati e li hanno messi a confronto con i fondi stanziati per l’energia rinnovabile, nella forma del Green Climate Fund. Fanno 80 miliardi di aiutini per cercare monnezza. In media, si spende 40 volte di più sul petrolio che su sole e vento. L’Australia da 113 volte di più per la ricerca di petrolio che alle rinnovabili. Il Canada 79 volte di più. Il Giappone 53, il Regno Unito 48, l’Italia 42, gli Usa 32 volte di più, la Germania 21 e la Francia 6.
Secondo il Fondo Monetario Internazionale, se eliminassimo i sussidi all’industria fossile, le morti per inquinamento atmosferico verrebbero dimezzate e si potrebbero evitare 1.6 milioni di decessi e le emissioni in atmosfera calerebbero del 20 per cento. Questo non lo dice la D’Orsogna, lo dice il Fondo Monetario Internazionale che non mi pare proprio questo grande ente ambientale. Dal canto suo l’Organizzazione Mondiale della Sanità dice che tenere le fonti fossili sottoterra porterà a benefici significativi alla salute e all’economia locale.
E in Italia? Secondo Oil Change International i fondi fossili diretti del nostro paese sono 3 miliardi e mezzo. Altri dati di Legambiente parlano di quasi 15 miliardi di dollari. Comunque sia, sono cifre enormi.
Infine, sempre secondo Oil Change International i paesi del G20 ogni anno usano circa 88 miliardi di dollari pubblici come sussidi alla ricerca di petrolio.
La cosa triste è che questi miliardi di sussidi esplorativi sono il doppio di quello che costerebbe portare elettricità e riscaldamento in tutte le case del pianeta entro il 2030.

Fonte: comune-info.net

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.