La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 5 febbraio 2016

Giulio, l’Egitto e l’ipocrisia di Renzi








di Francesco Martone
Non è facile evitare di cadere nel banale o nell’inappropriato quando si tenta di esprimere un commento su una vicenda tragica come quella relativa all’assassinio di Giulio Regeni. La cautela e la delicatezza sono doverose e necessarie sopratutto per rispetto a chi oggi lo piange e chiede giustizia. Credo però che non si possa negare che la tragica vicenda di Giulio, morto dopo essere stato sottoposto a torture e prima ancora a una serie di intimidazioni, apra uno squarcio drammatico sulla situazione, sul clima di terrore, che vive l’Egitto di Al Sisi, partner commerciale, economico e militare del governo Renzi nella sua strategia verso il Medio Oriente. E conferma quel che già si sa ma che da Palazzo Chigi alla Farnesina hanno sempre cercato di ignorare o rimuovere.
“Un brutto colpo alle relazioni economiche con l’Egitto” titola oggi il Sole 24 ore. Ma i grandi manager dell’Eni che accorrevano al Cairo ad incontrare Al Sisi e i suoi accoliti per firmare contratti, e per poi dire che le rendite del petrolio avrebbero agevolato il ritorno alla democrazia nel paese che Egitto avevano visto?
E Matteo Renzi che aveva a suo tempo descritto Al Sisi come un grande statista? In un’intervista ad Al Jazeera nel luglio scorso ecco cosa ha detto il presidente del consiglio: 
«In questo momento l’Egitto si salva solo grazie alla leadership di al Sisi. Sono orgoglioso della mia amicizia con lui e sosterrò i suoi sforzi in direzione della pace, perché il Mediterraneo senza l’Egitto sarà un luogo senza pace».
E ancora: quando venivano incarcerati o condannati a morte migliaia di rappresentanti dei Fratelli Musulmani, perseguitati giornalisti e cittadinini, i “nostri” manager e il presidente del consiglio a cosa pensavano?
I rapporti di Amnesty International ed Human Rights Watch parlano molto chiaro. Echi tace o fa finta di non vedere è complice delle violazioni dei diritti umani. Che ci sia voluta forse la tragica morte di un ragazzo italiano a riportare il governo e gli imprenditori italiani alla realtà? Una realtà di repressione a tutto campo da parte delle autorità di un paese che è il promo partner commerciale dell’Italia in ambito Unione europea? Già i diritti umani non contano, schiacciati trarealpolitik e interessi di impresa. E sentire ora Renzi che fa la voce grossa con quel “grande statista” fa strano, sa molto di ipocrita. Va bene tutto affinché per lo meno si faccia chiarezza sulle corresponsabilità per l’omicidio di Guido Regeni, ma la questione non si può risolvere così. E forse un pò di autocritica anche da parte di chi “a sinistra” accolse Al Sisi come il salvatore dal “fascismo dei Fratelli” non guasterebbe proprio…

Fonte: comune-info.net 

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