La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

giovedì 5 maggio 2016

Solidali con Morosini: tentativo di intimidire la magistratura che dice NO

di Maurizio Acerbo e Giovanni Russo Spena
«Il vicepresidente del CSM Giovanni Legnini dovrebbe ricordare che il suo compito non è quello di fare il cane da guardia del governo ma di tutelare l’autonomia e l’indipendenza della magistratura. I magistrati sono cittadini e operatori del diritto e hanno tutto il diritto e la competenza per esprimere la propria opinione sul referendum costituzionale e di partecipare alla campagna per il NO. Non è colpa nostra se quella di Renzi, Napolitano e Verdini è una deforma della Costituzione che suscita preoccupazione in chiunque abbia solo studiato educazione civica alle elementari. I piddini oggi – Legnini, Orlando e Ermini – si comportano come i berlusconiani con un’escalation polemica assolutamente fuori luogo. Le dichiarazioni di Morosini sono legittime e corrispondono ai contenuti già ufficialmente espressi da Magistratura Democratica aderendo al Comitato per il NO nel referendum costituzionale sulla legge di riforma Renzi – Boschi.
Non è solo Morosini a ritenere che sia “in gioco l’architettura democratica della Repubblica” e che ci sia “il forte pericolo di riduzione dell’autonomia di fondamentali istituzioni di garanzia, quali la Corte Costituzionale e il Consiglio Superiore della Magistratura, i cui componenti di nomina parlamentare potranno essere espressione della sola maggioranza” frutto di “un premio che incide sulla rappresentatività e condiziona oltre misura la stessa elezione del Presidente della Repubblica”.
Gli alleati di Verdini dovrebbero riflettere sul fatto che la corrente progressista della magistratura consideri “una pericolosa involuzione” il combinato disposto di Italicum e modifiche della Costituzione. Il tentativo di intimidire e imbavagliare la magistratura non ha nulla a che fare con il garantismo.
Chi ha una cultura garantista vede bene quale stravolgimento autoritario della Costituzione sia insito nella deforma imposta da Renzi a un parlamento di nominati sulla base di una legge incostituzionale. A Morosini tutta la solidarietà del Partito della Rifondazione Comunista».

Fonte: Rifondazione.it 

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