La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 10 giugno 2016

Francia: la polizia si accanisce perfino sui bambini

di Olivier Bénis
Veicoli della polizia che caricano un corteo, manifestanti e giornalisti manganellati, studenti di un liceo feriti … Gli eccessi da parte della polizia sembrano moltiplicarsi questa settimana. Manuel Valls [Primo ministro francese, Ndr] assicura che essa è tuttavia “fortemente inquadrata, fortemente controllata.” Ultimo evento registrato, che ha sconvolto molti a livello locale e più ampiamente sui social network: il ricovero di tre bambini a seguito di un intervento della polizia per rimuovere l’ingresso della scuola Surcouf a Saint Malo dai genitori degli studenti che protestavano contro la sua chiusura. “Uno dei bambini ricoverati in ospedale ha una gamba rotta e un altro un polso rotto. E un terzo studente ha un ginocchio ridotto male”, spiega alla Reuters Gwenaël Lepaih, segretario regionale dello SNES [Sindacato nazionale degli insegnanti di secondo grado, Ndr], che evoca anche “lesioni psicologiche” e studenti “molto scioccati”. Altri otto bambini sono stati leggermente feriti.
Per un insegnante di storia sul posto, si è assistito a “scene impensabili in un contesto scolastico”.
“Degli studenti sono stati maltrattati, tirati, spinti, gettati dai poliziotti. Ci sono stati diversi feriti, delle persone scioccate.”
Una madre racconta al microfono di Brigitte Hug lo shock di fronte a questa evacuazione:
“Per me l’intervento con la forza è incomprensibile. C’erano dei bambini in lacrime, dei bambini che hanno avuto male, dei bambini ricoverati in ospedale. Questo non può succedere in Francia, non posso essere d’accordo con questo”.
Da parte sua, l’ispettore scolastico del dipartimento, Christian Willhelm, assicura che i tre studenti ospedalizzati lo sono stati per semplici contusioni e che hanno potuto tornare a casa.
Un’impressione di violenza sempre più viva
Resta che l’immagine è disastrosa per la polizia e che le cose continuano a peggiorare. Giovedi è stata una carica piuttosto energica che ha messo fine alla manifestazion contro la legge del lavoro a Rennes. Dei veicoli della polizia hanno caricato dei manifestanti per anticiparli e impedire loro di invadere la tangenziale. Anche diversi giornalisti hanno ricevuto colpi di manganello.
Ma ancora una volta, si relativizza: il prefetto dell’Ille-et-Vilaine Christophe Mirmand descrive “20 funzionari di polizia per 300 manifestanti particolarmente determinati.”
“L’obiettivo non era naturalmente quello di respingere i manifestanti verso la tangenziale ma bensì quello di interporsi tra la tangenziale e i manifestanti, forse in condizioni di rapidità che hanno potuto apparire ad alcuni come un segnale o un segno di aggressività nei loro confronti, ma non era il caso”.
Questa settimana è il Difensore dei diritti che ha aperto un’inchiesta sul caso di un giovane manifestante ferito alla testa, probabilmente da una granata di “disaccerchiamento” lanciata dalle forze di polizia. E’ caduto nel coma e la sua famiglia ha annunciato venerdì che ha sporto denuncia contro ignoti per “violenze volontarie da parte di persona depositaria dell’autorità pubblica”. Diversi video mostrano un poliziotto in tenuta antisommossa lanciare una granata a terra, poi il giovane che che crolla al suolo, la testa insanguinata.
In totale, la polizia delle polizie lavora su una quarantina di inchieste su violenze poliziesche durante diverse manifestazioni contro la “Loi travail”. Senza contare i numerosi video che circolano su Internet e che mostrano gli interventi a colpi di manganello su manifestanti senza armi né caschi.
In visita a Atene, il Primo ministro Manuel Valls resta circospetto su questi avvenimenti. “La polizia francese è molto inquadrata, molto sorvegliata. L’obiettivo della polizia e della gendarmeria non è quello di dare dei colpi di manganello né ai giornalisti né ai giovani. Se c’è il minimo incidente, deve essere chiarito, viene chiarito in tutta trasparenza dal ministero dell’interno.”
Aggiungendo poi che “il mio ruolo, visto che ero anche ministro dell’interno, è di assicurare il mio sostegno alle forze di sicurezza”.
Aline Dallière, dell’Associazione dei cristiani per l’abolizione della tortura, era l’invitata del giornale radio delle 13 di France Inter. La sua testimonianza sulle violenze poliziesche è piuttosto inquietante, soprattutto perché basata su un’inchiesta svolta dalla sua associazione nel corso di 18 mesi.

Traduzione a cura di Silestminuit
Articolo pubblicato da FranceInter
Fonte: Popoff Quotidiano 

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