La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 10 giugno 2016

La disciplina dell’industria finanziaria sarà storia se sarà approvato il Tisa

di Pete Dolack 
Il più segreto degli accordi internazionali di “libero scambio” in corso di negoziazione nel mondo è l’Accordo sul Commercio di Servizi [Trade in Services Agreement – TISA], che potrebbe anche essere il più draconiano a tutt’oggi. Se il TISA dovesse entrare in vigore la disciplina dell’industria finanziaria sarebbe in effetti vietata, le privatizzazioni sarebbero accelerate e i sistemi di previdenza sociale sarebbero potenzialmente a rischio di privatizzazione o eliminazione. L’Accordo sul Commercio di Servizi è un piano di riserva delle imprese multinazionali nel caso non siano portati a compimento il Trans-Pacific Partnership e il Transatlantic Trade and Investment Partnership. E’ promosso come il diritto di assumere il contabile o ingegnere di vostra scelta, ma in realtà è mirato a consentire all’industria finanziaria di passare con gli scarponi sui paesi di tutto il mondo.
Il TISA è negoziato in segreto da 50 paesi, con la Commissione Europea, non chiamata a rendere conto a nessuno, che rappresenta 28 paesi UE. Tra gli altri paesi negoziatori ci sono Australia, Canada, Giappone, Norvegia, Messico, Nuova Zelanda, Svizzera, Turchia e Stati Uniti.
Precedenti notizie fatte filtrare hanno rivelato che la riservatezza di Internet e la neutralità della retediverrebbero cose del passato sotto il TISA. Le norme europee sulla riservatezza, molto più rigide di quelli che si riscontrano negli Stati Uniti, ad esempio, sarebbero eliminate. Inoltre, qualsiasi norma che in qualsiasi modo imponga contenuti locali o offra un qualsiasi vantaggio a tecnologie locali sarebbe anch’essa illegale, ostacolando il dominio di un pugno di imprese internet statunitensi.
L’istantanea più recente dei negoziati TISA in corso è offerta da WikiLeaks che ha pubblicato diversi capitoli il 25 maggio.
Dite addio alla vostra pensione
Tra le parti del TISA pubblicate da WikiLeaks più recentemente c’è l’allegato sui servizi finanziari. Gli articoli 1 e 2 dell’allegato sono immutati rispetto alla precedente versione filtrata nel 2014: non ci sono limiti a che cosa costituisce un “servizio finanziario” ricompreso nell’accordo. L’articolo 2 fa specifico riferimento a banche centrali, sistemi di previdenza sociale e sistemi previdenziali pubblici. Non è chiaro come sarebbero influenzati ma è possibile che il TISA potrebbe essere interpretato in modo da intendere che nessun controllo pubblico o democratico diverso sarebbe consentito sulle banche centrali e che sistemi pubblici quali la Previdenza Sociale potrebbero essere giudicati illegalmente “concorrenti” con le imprese del settore privato.
I finanzieri di tutto il mondo amerebbero moltissimo mettere le mani sui sistemi di previdenza sociale, una privatizzazione che condurrebbe al disastro, come è già avvenuto recentemente in Cile, anch’esso partecipante al TISA. I cileni andati in pensione nel 2005 hanno ricevuto meno della metà di quanto avrebbero ricevuto se fossero stati coperti dal vecchio sistema governativo.
Alcune norme dell’allegato sui servizi finanziari del TISA includono:
  • Prescrizioni che i paesi debbano adeguare le loro leggi al testo dell’allegato (gli USA e la UE stanno proponendo la formulazione più draconiana) (articolo 3 dell’allegato).
  • Divieto di norme di “acquisto locale” per le agenzie governative (articolo 7).
  • Divieti di qualsiasi limitazione alle attività di imprese finanziarie straniere (articoli 9 e 12)
  • Divieti di restrizioni al trasferimento di qualsiasi dato raccolto, anche oltre confine (articolo 10)
  • Divieti di qualsiasi restrizione della dimensione, espansione o ingresso di imprese finanziarie e divieto di nuove norme, tra cui un divieto specifico di qualsiasi legge che separi le attività bancarie commerciali da quelle d’investimento, del tipo della legge statunitense Glass-Steagall. Solo un paese, il Peru, si oppone a questo (articolo 14).
  • Una prescrizione che afferma di consentire la protezione dei depositanti bancari e dei detentori di polizze assicurative, ma che nega immediatamente tale protezione affermando che tali doveri “non saranno utilizzati come mezzo per evitare gli impegni o gli obblighi di una Parte in base a questo Accordo” (articolo 16).
  • Il linguaggio standard sulla risoluzione delle dispute: “Una Giuria per le dispute su problemi decisionali e su altre questioni finanziarie disporrà di tutte le competenze necessarie relative allo specifico servizio finanziario oggetto di contenzioso”. L’effetto di tale norma sarebbe che gli avvocati che rappresentano i finanzieri siederebbero in giudizio sulle contestazioni delle norme e delle leggi da parte delle imprese finanziarie (articolo 19).
  • Una prescrizione che ogni governo che offra prodotti finanziari attraverso il suo servizio postale debba ridurre la qualità dei suoi prodotti in modo che non siano migliori di quelli offerti dalle imprese private. E’ possibile che questa misura possa anche minacciare i sistemi di previdenza sociale sulla base del fatto che tali servizi pubblici competono con le imprese finanziarie (articolo 21).
Norme costruite per forzare le privatizzazioni
La numerazione di alcuni di questi articoli è stata modificata rispetto alle precedenti versioni trapelate dell’allegato sui servizi finanziari; una modifica è la scomparsa di un articolo che avrebbe imposto ai paesi di “eliminare … o ridurre [la] portata” delle imprese statali. Ma ciò può essere dovuto al fatto che c’è un capitolo con una formulazione più elusiva dedicato a questo argomento: l’allegato al TISA sulle imprese di proprietà statale.
L’allegato sulle imprese di proprietà statale ne limita le attività, prescrivendo che siano gestite come aziende private e vietando che “acquistino localmente”. Inoltre ai governi sarebbe prescritto di pubblicare una lista delle imprese di proprietà statale, senza alcun limite alle informazioni che devono essere fornite nel caso un’impresa le chieda. L’articolo 7 di questo allegato metterebbe qualsiasi singolo governo in grado di pretendere nuovi negoziati per limitare ulteriormente le imprese di proprietà statale, il che darebbe agli Stati Uniti la capacità di attaccare direttamente settori statali di altri paesi o di pretendere privatizzazioni in paesi che cerchino di aderire al TISA.
Jane Kelsey, docente di diritto all’Università di Auckland che ha a lungo studiato gli accordi di “libero scambio”, indica che queste norme del TISA sono modellate sul Trans-Pacific Partnership. Scrive:
“L’obiettivo è sempre consistito nel creare norme che fissassero un precedente che potesse attaccare la Cina, anche se gli USA hanno sempre avuto anche altre imprese di proprietà statale nel mirino: l’economia vietnamita a pianificazione statale, fondi sovrani di vari paesi e, dopo l’adesione del Giappone, i servizi bancari, assicurativi e di consegna della Posta giapponese. Tutti gli altri paesi erano riluttanti ad ammettere la necessità di un capitolo simile e i colloqui hanno continuato a girare intorno per molti anni. Alla fine gli Stati Uniti l’hanno avuta vinta.”
La sostituzione di un linguaggio che inequivocabilmente prescrive l’eliminazione o il ridimensionamento delle imprese di proprietà statale con un linguaggio meno evidente può essere un espediente propagandistico, in modo che non sia così chiaro lo spettro delle privatizzazioni forzate.
Nel mirino le norme nazionali
Un’altra parte del TISA pubblicata da WikiLeaks è l’allegato sulla normativa nazionale. Questo allegato ha una portata tale che di fatto eliminerebbe la capacità dei governi di disciplinare i grandi dettaglianti. Questo è uno degli obiettivi dei lobbisti delle imprese, segnala un commento di WikiLeaks. Riferendosi a un gruppo commerciale statunitense il commento afferma:
“La National Retail Federation [Federazione Nazionale della Distribuzione al Dettaglio] non solo vuole che il TISA garantisca che i suoi membri possano accedere a mercati esteri, ma anche ammorbidire le norme ‘comprese le restrizioni alle dimensioni dei punti vendita e agli orari di attività che, pur non essendo necessariamente discriminatrici, influiscono sulla capacità delle vendite al dettaglio su larga scala di conseguire efficienze operative’. La National Retail Federation sta pertanto affermando che un ruolo corretto per i dipendenti pubblici che negoziano il TISA consista nel liberalizzare la dimensione dei punti vendita e gli orari di attività in modo tale che grandi imprese possano conseguire ‘efficienze operative’ e operare ‘relativamente libere da norme governative’, ignorando completamente il vantaggio pubblico di norme che promuovono quartieri vivibili e orari di lavoro ragionevoli”.
In altri termini pachidermi indifferenti alle vite dei propri dipendenti, come Wal-Mart, avrebbero le mani ancor più libere.
L’allegato sulla normativa nazionale imporrebbe anche ai governi di rendere anticipatamente pubblica qualsiasi intenzione di modificare o mettere in atto norme in modo tale che alle imprese sia concesso tempo per essere “avvertite che i loro interessi commerciali potrebbero essere influenzati”. La capacità di un governo di promulgare rapidamente una norma in reazione a un disastro sarebbe gravemente limitata. Norme ambientali, persino prescriventi garanzie di buona esecuzione come assicurazione contro, ad esempio, fuoruscite di petrolio, sarebbero a rischio di essere dichiarate “oneri” iniqui. Il commento di WikiLeaks afferma:
“Questa draconiana ‘verifica di necessità’ creerebbe ampio spazio per la contestazione delle norme. Ad esempio i processi di consultazione pubblica che sono prescritti per lo sviluppo urbano riguardano l’assicurazione che lo sviluppo sia accettabile per la comunità, piuttosto che ‘assicurare la qualità’ dei servizi edilizi. Non supererebbero la verifica di necessità in quanto più onerosi di quanto necessario per garantire la qualità del servizio. Garanzie ambientali che le imprese minerarie e dei gasdotti/oleodotti sono richieste di depositare nel caso di fuoruscite e di altri disastri ambientali sono un’altra prescrizione delle licenze che non supererebbe la verifica della loro necessità ai fini di assicurare la qualità del servizio”.
La Nuova Zelanda si è spinta sino a proporre una norma che potrebbe eliminare parametri per gli insegnanti e per la protezione da rifiuti tossici. Wellington propone che le norme di tutte le aree siano “non più onerose di quanto necessario per assicurare la qualità del servizio”:
“In base alla proposta della Nuova Zelanda le qualifiche degli insegnanti nel settore sia pubblico sia privato, gli standard ospedalieri e le licenze per il trattamento di rifiuti tossici sono solo alcune delle norme che andrebbero ridotte allo standard molto basso di non essere più onerose del necessario”.
Non vi è permesso sapere che cosa c’è dentro
Sono in atto protocolli di segretezza per il trattamento dei documenti TISA simili a quelli degli accordi Trans-Pacifico e Transatlantico. Tali protocolli includono queste prescrizioni:
“I documenti possono essere resi disponibili sono a (1) funzionari governativi o (2) persone estranee al governo che partecipano al processo nazionale di consultazione di tale governo e che hanno necessità di esaminare o di essere informate circa le informazioni in tali documenti”.
Ciò che questo significa nella pratica è che solo i lobbisti e i dirigenti delle imprese nel cui interesse sono negoziati questi accordi di “libero scambio” possono vederli. Si consideri che 605 rappresentanti delle imprese hanno avuto accesso al testo del Trans-Pacific Partnership in qualità di “consulenti” nel corso della sua negoziazione, mentre il pubblico e persino membri dei parlamenti e del Congresso sono stati interdetti dall’accesso. O che il gruppo d’interesse pubblico Corporate Europe Observatory, dopo aver presentato con successo una petizione per ricevere documenti dalla Commissione Europea, ha scoperto che delle 127 riunioni a porte chiuse preparatorie dei dibattiti sul Transatlantic Partnership, almeno 119 sono state con grandi imprese e con i loro lobbisti.
Compulsare siti web degli uffici governativi sul commercio in cerca di informazioni utili sul TISA (o su qualsiasi altro accordo di “libero scambio”) è un esercizio sterile. Per offrire due campioni tipici, laCommissione Europea afferma che “la UE userà questa occasione per spingere ulteriori progressi in direzione di un accordo di elevata qualità che sosterrà l’occupazione e la crescita di un moderno settore dei servizi in Europa” e il Dipartimento degli Affari Esteri e del Commercio con l’Estero dell’Australiaasserisce che “il TISA è un’opportunità di affrontare barriere al commercio internazionale dei servizi che impediscono l’espansione delle esportazioni australiane di servizi.”
Lo stesso genere di assurdità cui assistiamo riguardo ad altri accordi segreti. La salute economica dell’Australia, o di qualsiasi altro paese, non è probabile dipenda dall’inviare all’estero più pianificatori finanziari. Quello che appare un blando testo burocratico sarà interpretato non in tribunali ordinari con almeno qualche controllo democratico, ma da comitati arbitrali segreti inappellabili e non chiamati a rispondere in cui gli avvocati delle imprese si alterneranno nel ruolo di rappresentanti delle multinazionali e in quello di giudici delle doglianze delle imprese contro i governi.
Concludiamo con un po’ di buonsenso. Quali 1.800 autorità locali hanno dichiarato la loro opposizione ai vari accordi di “libero scambio” in corso di elaborazione, compreso il TISA. La conferenza di Barcellona sulle “Autorità Locali e la Nuova Generazione di Accordi di Libero Scambio”, cui hanno partecipato amministrazioni comunali e regionali e gruppi della società civile, si è conclusa con una dichiarazione contro il TISA, il Partenariato Transatlantico su Commercio e Investimenti e l’Accordo Complessivo Economico e Commerciale Canada-Unione Europea. La dichiarazione, in parte, afferma:
“Siamo profondamente preoccupati che questi trattati metteranno a rischio la nostra capacità di legiferare e di utilizzare fondi pubblici (compreso l’approvvigionamento pubblico), danneggiando gravemente il nostro compito di aiutare le persone quanto a bisogni fondamentali quali casa, salute, ambiente, servizi sociali, istruzione, sviluppo economico locale o sicurezza alimentare. Siamo anche allarmati per il fatto che questi patti metteranno a rischio principi democratici riducendo in misura sostanziale l’ambito della politica e limitando le scelte pubbliche.”
Questo è il reale obiettivo degli accordi di “libero scambio”. TISA, come i suoi maligni cugini TPP, TTIP e CETA, sono una minaccia diretta a quanto ci è rimasto della democrazia. Promette una dittatura delle imprese che in teoria accresce il livello delle società al livello dei governi nazionali, ma in realtà le pone al di sopra dei governi, poiché solo le imprese hanno il diritto di citare in giudizio, con i “diritti” delle imprese a profitti garantiti che calpestano tutte le altre considerazioni umane. Ignoriamo questa cruda presa di potere a nostro rischio collettivo.


Fonte: Znet Italy

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