La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 10 giugno 2017

La rivoluzione di Corbyn e dei suoi

di Silvia Swinden
Nonostante i feroci attacchi dei media, nonostante le pugnalate alle spalle del suo stesso partito, nonostante il folle sistema elettorale Jeremy Corbyn diventa sempre più forte. Forse non ha vinto le elezioni, ma ha avviato un processo che mostra alla gente che non bisogna perdere la speranza, che un sistema migliore è possibile, ma ha bisogno del coraggio necessario a mantenere le proprie convinzioni senza cedere alle calunnie e all’apatia che favorisce gli interessi dei ricchi e potenti.
Corbyn è stato accusato dal Partito Conservatore di “corrompere” l’elettorato proponendo nel suo Manifesto le politiche che la gente vuole vedere. Che cosa? Un politico deciso a rappresentare la volontà della gente? Ma è scandaloso!
I numeri e il sistema elettorale
I risultati mostrano un Parlamento senza maggioranza. Per il momento i Conservatori hanno 318 parlamentari (alcuni seggi sono ancora da assegnare), 12 in meno rispetto alle elezioni precedenti e i Laburisti 261, 31 in più. Le previsioni di una vittoria schiacciante dei conservatori e di una bruciante sconfitta dei Laburisti si sono dimostrate sbagliate. Il voto ha dato ragione a Corbyn e al suo Manifesto ispiratore.
Se esaminiamo la percentuale dei voti, i Conservatori hanno il 42,45%, che dovrebbe assegnare loro 275 parlamentari sui 650 totali e i Laburisti il 39,98%, equivalente a 259. L’ago della bilancia sono gli Unionisti nord-irlandesi, pronti a entrare in un governo di coalizione con i Conservatori (dobbiamo aspettarci strade e infrastrutture migliori per l’Irlanda del Nord, allora!) per dare loro una maggioranza. Hanno lo 0,91% dei voti, che equivarrebbe a 6 parlamentari, ma grazie al sistema maggioritario uninominale ne ottengono 10. Sono contro il matrimonio tra persone dello stesso sesso e l’aborto, negano il cambiamento climatico e appoggiano la Brexit. E così meno di 300.000 persone (quelle che hanno votato per loro) tengono in ostaggio 65 milioni di britannici che non l’hanno fatto. A meno che qualcuno non si ammali o non possa partecipare al voto. Dunque non sono permessi scioperi dei treni, eruzioni vulcaniche o malattie
Questa maggioranza risicata renderà molto difficili le trattative per la Brexit e la definizione delle politiche del governo, soprattutto in presenza di un’opposizione galvanizzata dal risultato elettorale. C’è la possibilità di nuove elezioni, anche se, vista l’attuale esperienza, è prevedibile che i Conservatori preferiscano trascinarsi per i prossimi cinque anni. L’attuale Primo Ministro resterà in carica? Improbabile. La sua reputazione è a brandelli, ma le alternative non sono il massimo: Boris Johnson, Mr Gaffe, la nostra versione di Trump, è uno dei possibili candidati. Sigh…
I media anti-Corbyn
Tra le numerose analisi dei media che hanno cercato di distruggere l’immagine di Corbyn Ben Norton, giornalista e scrittore si è espresso così da New York City per Fairness and Accuracy In Reporting (FAIR):
Alcuni giorni prima delle elezioni i media istituzionali sono andati in fibrillazione. Quelli di destra hanno rinunciato a qualsiasi pretesa di “equilibrio” e “neutralità”. Il giorno delle elezioni la prima pagina del Sun mostrava Corbyn in un bidone della spazzatura. “Non ficcate la Gran Bretagna nel Cor-Bin (gioco di parole basato sul termine bin, bidone, N.d.T.)” implorava i suoi lettori. “Basta con la spazzatura Jezza (diminutivo di Jeremy, N.d.T.). VOTATE VOTE TORY.” La prima pagina, un impressionante esempio di propaganda in azione, calunniava Corbyn definendolo un “amico dei terroristi”, un “distruttore di posti di lavoro”, un “estremista Marxista” che avrebbe portato aumenti delle tasse, resa nucleare, spese rovinose e immigrazione illimitata.
Un giorno prima delle elezioni la copertina del Sun, di proprietà di Rupert Murdoch, mostrava i “compagni jihadisti di Jezza” , sostenendo che Corbyn aveva partecipato a un raduno di estremisti islamici.
Il giornale di destra Daily Mail, di proprietà del Visconte Rothermere, si è unito a questa odiosa campagna diffamatoria. Il giorno prima delle elezioni mostrava i visi di Corbyn e altri importanti esponenti laburisti sotto il titolo “Difensori del Terrore” e aggiungeva l’invito a votare per salvare la Gran Bretagna.
L’8 giugno il Mail sosteneva che un voto per la May avrebbe “riacceso lo spirito britannico”, aggiungendo che Corbyn avrebbe tassato “il tuo lavoro, il tuo giardino, la tua casa e la tua eredità”.
Tutte queste accuse sono palesemente false, ma milioni di persone ricavano la loro unica “informazione” da questi tabloids, o dall’ugualmente parziale BBC. Perfino il Guardian, che pure si dichiara di sinistra, si è unito a questi attacchi, pubblicando solo alla fine qualche articolo positivo. Ma ormai il danno era fatto.
La rivoluzione di Corbyn e dei suoi parte I
Se vediamo le elezioni come un semplice dato numerico – i Laburisti hanno perso, punto – rischiamo di non cogliere il processo che si è sviluppato negli ultimi due anni. Corbyn è stato eletto leader del partito con la più ampia maggioranza mai registrata, migliaia di nuovi iscritti, soprattutto giovani, lo hanno reso il partito più grande d’Europa e lui è sopravvissuto a un voto di sfiducia dei suoi stessi parlamentari. In effetti la maggioranza di loro lo vedeva come un problema, che gli avrebbe fatto perdere il seggio. Oggi dovrebbero rimangiarsi tutto e abbassare un po’ la cresta. La parte più importante del processo però riguarda il fatto che Corbyn e la sua squadra hanno riportato in auge e creato una politica basata sulla solidarietà, la protezione del servizio sanitario e dell’istruzione, il ritorno dei treni e dei servizi pubblici al servizio della gente, il rifiuto della guerra e dell’olocausto nucleare, l’appoggio agli Accordi di Parigi sul clima e l’abbandono delle politiche di austerity neo-liberiste tipiche dei Conservatori e dei Laburisti alla Blair.
Da questo punto di vista si può solo sperare di vedere in azione una Parte III. Nonostante sia difficile fare previsioni nell’attuale situazione, le cose promettono di essere molto interessanti.
I giovani e la politica
“I giovani non si interessano di politica”. “I giovani sono apatici”. “I giovani sono egoisti, vogliono solo divertirsi e non si curano dei temi sociali”. E avanti con le calunnie dei votanti “maturi”. Il fatto che i giovani siano molto attivi alla base gli sfugge, dato che i media in genere lo ignorano.
Oggi i giovani hanno votato in massa per i Laburisti. Appena prima della scadenza si sono registrati a milioni per votare e nelle interviste hanno spiegato perché appoggiavano Corbyn: “Lui ci ascolta”.

Traduzione dall’inglese di Anna Polo
Fonte: pressenza.com 

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.