La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

giovedì 8 giugno 2017

Una sinistra per l'uguaglianza? Un sì da tanti giovani

di Lorenzo Caffè e Simone Canino
“Una sinistra di popolo non può che rinascere dal popolo” così Tomaso Montanari e Anna Falcone si sono appellati per la costruzione di un progetto di governo mediante un unitario soggetto di sinistra. Noi, giovani di sinistra, giovani del No al referendum costituzionale del 4 dicembre, giovani con un futuro incerto e precario, sosteniamo con fermezza e con convinzione l’appello di cui sopra. Siamo incolpevoli figli della sinistra delle teorizzazioni atomistiche. Una sinistra in cui, molto spesso, alla condivisione delle idee e degli intenti, si è sempre preferita l'esaltazione delle piccole differenze, in un gioco più di forma che di sostanza. Un gioco che ha prodotto una perdita di credibilità ed una conseguente sfiducia dell'elettorato storicamente di sinistra, alimentando quello che è il partito più forte in Italia, l'astensionismo.
Riteniamo, infatti, che vi sia l’assoluta necessità di costruire un fronte unitario e, proprio per tale ragione, condividiamo questo motivato e riflessivo appello.
Lo facciamo consapevoli dell’emergenza sociale e politica che stiamo vivendo.
Un’emergenza che solo un progetto serio, di governo, coerente con i valori intimamente antifascisti della nostra democrazia e con i principi della nostra carta costituzionale saprà gestire, includendo tutti gli individui e i soggetti sociali, politici e civici pronti a dare il proprio contributo dal basso ad un processo che coinvolga non solo i ceti politici, ma gli elettori e le elettrici che ogni giorno svolgono un ruolo fondamentale e determinante nei territori.
Siamo per la lotta alle disuguaglianze, per la giustizia sociale, per la progressività fiscale, per una Europa dei diritti, per la tutela ambientale, per il diritto alla salute, per il diritto all'istruzione, per la lotta alla criminalità organizzata, per le libertà religiose e culturali.
Pensiamo sia necessario formulare un'idea di sviluppo innovativo che possa offrire nuove opportunità ai giovani del nostro Paese.
Siamo stanchi, sì, siamo stanchi di anni di politiche di destra, ispirate a criteri neoliberisti e di finanziarizzazione dell’economia, ancor di più quando queste politiche diventano programma di esecutivi che sulla carta si definiscono di centrosinistra.
Inoltre, siamo anche stanchi di accordi al ribasso, di ambiguità, di scelte sbagliate figlie del "ce l'ha chiesto l'Europa" e di un modello di fare politica anacronistico.
Pertanto chiediamo un progetto chiaro, cristallino e radicale.
Un progetto unitario, che non nasca con l'obiettivo diventare l'ennesimo carrozzone elettorale dettato da mere logiche opportunistiche, ma che sia autentico e in aperto contrasto a tutte quelle politiche economiche che hanno incrementato la povertà e hanno permesso ad 8 persone al mondo di detenere una ricchezza pari a quella di 3,6 miliardi di individui (rapporto Oxfam).
Crediamo che urga ripartire dal lavoro, l’unico degno di essere definito tale, quello con i diritti, perché essi non debbano essere oggetto di ricatto, contro a chi crede che la ripresa economica passi inevitabilmente dalla negazione di questi ultimi. Al contrario, invece, siamo pienamente d’accordo alla loro estensione a tutte le forme del lavoro, proponendo la riduzione delle ore lavorative e un reddito minimo di dignità garantito.
Una ricerca di Thomas Piketty, economista, rileva e testimonia che negli ultimi trent’anni la crescita dei salari del 50 per cento della popolazione mondiale è stata pari a zero, mentre quella dell’1 per cento della popolazione mondiale è aumentata del 300 per cento.
Esigiamo, dunque, l’applicazione dell’art. 36 della nostra costituzione, affinché ogni individuo abbia “una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa” e diciamo basta a tutti quegli strumenti che incentivano la precarietà, come i voucher, usati come mezzo di sfruttamento e di abuso.
Sulla questione voucher siamo stanchi di essere presi in giro, siamo stanchi di una classe dirigente che non vive sulla propria pelle l’ignobile realtà del lavoratore. Esigiamo rispetto per 3,3 milioni di persone che hanno sottoscritto i referendum abrogativi proposti dalla Cgil, esigiamo rispetto per la democrazia e per le iniziative popolari.
Non a caso crediamo sia di fondamentale importanza ripartire dal basso, dai luoghi di conflitto sociale, dai luoghi che subiscono maggiormente la crisi economica e sociopolitica che è in atto.
Siamo sicuri che ci sia un popolo spazientito e disaffezionato dal modus operandi adottato nel corso degli anni, ma siamo altrettanto sicuri che questo popolo possa essere definito ribelle, in quanto stanco, ma determinato, pronto a dare un contributo per risollevare il nostro tessuto produttivo e sociale da questa triste situazione.
E’ il nostro momento, non abbiamo altro tempo, costruiamo un’alternativa reale alla destra.
Parole chiare, scelte nette, coerenza, lealtà e solidarietà per un progetto da costruire insieme.
Noi saremo felici di dare il nostro contributo, perché riteniamo che questo progetto oltre ad essere possibile, sia assolutamente necessario.
Siamo in tanti, siam pronti! 

Questo documento è stato sottoscritto da numerosi giovani militanti di sinistra, provenienti da tutta Italia e da varie esperienze politiche, dell'associazionismo e dei movimenti:

Mirko Riccelli

Giuseppe Metaponte

Francesco Mascia

Carlo Miceli

Martina Talarico

Marianna Dodaro

Maria Naglieri

Francesco Ferdinando 

Cristarella Oristano

Gabriele Barresi

Alessandro Mazzotta

Pietro Marchio

Alan Arrigoni

Alan Sinistra

Giovanni Magoga

Tommaso Passarelli

Francesco Bruno

Francesco Scanni

Francesco Cecere

Francesco Mirabelli

Emanuel Oian

Gianmaria Mazzola

Francesco Bilà

Davide Latella

Francesco Di Benedetto

Salvatore Santaera

Andrea Cantoni

Aurora Rotta

Chiunque voglia sottoscriverlo può contattarci

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