La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 19 dicembre 2015

Dallo scontro con il Psoe parte la "remontada" di Podemos

di Luigi Pandolfi 
Fino a qualche giorno fa, tutti gli analisti politici spagnoli, e non solo, convenivano sul fatto che Podemos fosse in caduta libera e che non sarebbe andato oltre il quarto posto. E questo perché un'altra forza politica, Ciudadanos,il movimento guidato dal giovane Albert Rivera, stava contendendo palmo a palmo il terreno alla formazione di Pablo Iglesias, erede del movimento degliIndignados. In fondo, si trattava di una percezione esatta, largamente suffragata dai sondaggi che circolavano nella prima fase della campagna elettorale. Poi la situazione muta, repentinamente. Gli ultimi sondaggi dicono, infatti, che il Pp di Mariano Rajoy rimane in testa, ma con un 26% che non gli consentirebbe di dare vita ad un governo monocolore. Nel frattempo, il movimento di Albert Rivera, Ciudadanos, sarebbe salito di altri 3 punti, portandosi al secondo posto con il 23% dei voti. Un risultato che gli "arancioni" conseguirebbero pascolando ancora nell'elettorato potenziale di Podemos, che però, a sua volta, starebbe fortemente rimontando a danno dei socialisti.
Ci sono rilevazioni, infatti, che danno adesso Podemos vicino al 19%, con tendenza a crescere ancora, davanti al Psoe di Pedro Sanchez. Scenario realistico? Si sa, i sondaggi vanno presi con le molle, ma a guardare il nervosismo che circola in queste ore in casa socialista, l'ipotesi di un "sorpasso" a sinistra potrebbe essere meno peregrina di quanto si potesse pensare qualche settimana fa. Podemos ci crede e lancia l'hashtag #remontada, che in queste ultime battute di campagna elettorale è diventato un vero e proprio mantra sui profili social del partito e dei suoi militanti.
In crescita anche Izquerda Unida, che, come ha scritto El Pais, nonostante tutto, a dispetto dell'esclusione dai dibattiti televisivi con gli altri partiti, "resiste fuera del foco". In effetti, tutta la stampa spagnola ha riferito in questi ultimi giorni di campagna elettorale della straordinaria partecipazione di cittadini ai comizi del giovane Alberto Garzón, leader di IU-Unidad popular. A Madrid, ad Alicante, a Burgos e Saragozza, solo per citare i casi più eclatanti, migliaia di persone, fuori e dentro i teatri, hanno partecipato alle manifestazioni elettorali di IU, sorprendendo perfino gli organizzatori. Speranzoso, Garzón, ha risposto a questo inaspettato sostegno con le seguenti parole: "Ci hanno escluso dai dibattiti, ma non possono toglierci dalle strade". E ha rincarato la dose contro i rivali di Podemos: "Hanno accettato gran parte del discorso della destra. Al loro interno c'è un'anima che detesta la sinistra".
Dicevamo dei socialisti. Negli ultimi giorni di campagna elettorale il loro leader, Pedro Sanchez, e la vecchia guardia del partito, tra cui l'ex premier Felipe Gonzales, non hanno lesinato critiche, anche pesanti, a Podemos ed alla sua giovane classe dirigente. Dopo aver accusato Pablo Iglesias di essere stato al soldo del governo di Caracas, i massimi esponenti del Psoe sono andati giù duro sul loro programma di governo, definendolo "Ambiguo, incoerente e irresponsabile, buono solo nelle parti copiate dalle proposte del Partito Socialista". Accuse, ovviamente, rispedite al mittente da Iglesias, che, a proposito dell'atteggiamento dei dirigenti socialisti nei suoi confronti, ha parlato di un inaccettabile "tono bronco" (tono ruvido), aggiungendo: "Chi ha cose importanti da dire non urla. Ma i nostri avversari sono molto nervosi ultimamente. Per quanto ci riguarda, resteremo calmi e continueremo a dire ciò che pensiamo. Noi non abbiamo bisogno di rendere la situazione più spasmodica di quella che è già".
Al di là di come andrà a finire, comunque, c'è un dato che merita una menzione: queste elezioni, a quarant'anni dalla fine del franchismo, metteranno fine allo storico bipartitismo imperniato su socialisti e popolari. Quasi il 40% degli spagnoli, infatti, ha deciso di voltare le spalle ai vecchi partiti, premiando forze fresche come Ciudadanos e Podemos. "Un grande cambio di passo, un cambiamento epocale che costituisce il vero valore aggiunto di questa tornata elettorale", ha dichiarato, in proposito, il leader di Ciudadanos. Una valutazione condivisa certamente anche da Pablo Iglesias e dagli uomini di Podemos, che ora sperano nei risultati della remontada.

Fonte: Huffington post - blog dell'Autore 

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