La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 19 dicembre 2015

La Siria frantuma il sogno del Pentagono

di Pepe Escobar
Non c’è da meravigliarsi affatto che i professionisti Del Dominio sull’Intero Spettro* nell’establishment politico di Washington, D.C e oltre, siano consumati da un profondo negazionismo.
Guardano alla scacchiera siriana e, come proiezione del potere, considerano che la Russia si stia comodamente sistemando con una serie base di terra e di mare, per condurre qualsiasi tipo di operazioni in tutto il territorio del MENA (Medio Oriente-Nord Africa) nel prossimo futuro. Il Pentagono, naturalmente, non ha mai visto arrivare tutto questo.
Ed è soltanto l’inizio. Più avanti lungo il percorso, l’interazione militare tra Russia, Cina, e Iran attraverso l’Asia sudoccidentale è destinata a essere incrementata. Il Pentagono descrive come minacce la Russia, la Cina e l’Iran – i nodi fondamentali dell’integrazione dell’Eurasia.
La Russia sta entrando più profondamente in Siria – e nel lungo termine il MENA progredisce proprio quando Mosca insiste nel trattare come “soci” i vari membri della NATO nella guerra contro l’ISIS/ISIL/Daesh. Alcuni pugnalano Mosca alle spalle, come, per esempio, la Turchia. Alcuni forse condividono un’intelligence militare sensibile, come la Francia. Alcuni professano forse il desiderio di collaborare, come la Gran Bretagna. E alcuni sono un geyser di ambiguità, come gli Stati Uniti.
In mezzo a tutte le ambiguità, i “soci” potrebbero non essere un modo deliziosamente diplomatico di mascherare quello che è un fatto scioccante nei cieli: con la sua attuale miscela di sofisticate difese aeree terra-aria, mare-aria, aria-aria, dai missili crociera lanciati dai sottomarini ai missili terra-aria S-400. La zona di fatto interdetta al sorvolo sulla Siria è ora decisa da Mosca, non da Washington, e meno ancora da Ankara.
Scegliete la vostra coalizione
A proposito, quegli S-400, presto si sposteranno verso nord, intorno al teatro di guerra di Aleppo, ampiamente complesso, mentre l’Esercito Arabo Siriano (SAA) guadagna progressivamente terreno.
Nella prima metà del 2016 forse staremo contemplando una situazione i cui i missili S-400 staranno prendendo di mira e coprendo l’intero confine tra Turchia e Siria. Sarà il momento in cui il presidente turco Recep Tayyip Erdogan perderà completamente la testa. La copertura aerea della Russia delle avanzate dell’SAA e presto di quelle delle YPY (Unità di Protezione Popolare) curde siriane – sta metodicamente preparando il terreno alla fine di tutti i complicati piani di Ankara di una zona interdetta al sorvolo mascherata da “zona sicura”, completamente pagata con i tre miliardi di euro sborsati dall’UE alla Turchia per sistemare i rifugiati siriani.
Quindi la logica del campo di battaglia è chiara: i Turkmeni – la quinta colonna di Ankara, pesantemente infiltrata da islamo-fascisti turchi – viene ora respinta verso il territorio turco, da una parte all’altra dello spettro. E le YPG avranno presto la possibilità di unire tutti e tre i cantoni curdi siriani al di là del confine.
Quando questo accadrà, chiamatela, in poche parole, la vittoria di una coalizione -quella “4+1” (Russia, Iran, Iraq, più Hezbollah) – contro un’altra (il gruppo ridotto NATO-GCC- Consiglio di Cooperazione del Golfo) ** in questa guerra surreale di due coalizioni divere contro l’ISIS/ISIL/Daesh.
E ogni professionista Del Dominio Sull’Intero Spettro, chje non sia accecato ideologicamente, vedrà chiaramente perché la “4+1” sta vincendo; è un caso esplicito di una forza aerea piccola ma altamente motivata e perfettamente snella, posizionata nel posto giusto con le armi giuste e che può contare su una buona intelligence sul terreno. La coalizione con a capo gli Stati Uniti che ho scelto di chiamare Coalizione degli Opportunisti Incerti (CDO) non ha nessuna delle qualità citate sopra.
La Squadra Mediocrità in azione
Washington è in un pantano che si è creato da solo. da solo. Praticamente tutto ha a che fare con la sorprendente mediocrità della cosiddetta squadra di politica estera “specializzata” dell’Amministrazione Obama.
La Squadra Obama ha sempre trascurato la relazione amorosa di Erdogan con Jabhat al-Nusra, altrimenti detta al-Qaida in Siria, quando Ankara ha permesso al suo “Jihad Express” di attraversare il confine tra Turchia e Siria. La squadra Obama ha anche sempre sottovalutato l’Espresso ISIS/ISIL/Daesh del Petrolio Siriano Rubato”, che scorreva tramite una enorme “carovana” camion-cisterne che poteva essere localizzata facilmente da un satellite.
La Squadra Obama è stata incapace di decodificare l’agenda turpe ed evasiva dell’ alleato NATO della Turchia e in questo erano ostaggi del Dominio Sull’Intero Spettro, come per il Pentagono Ankara è la proverbiale “ancora di stabilità” e la pedina chiave nella regione del Dominio sull’intero spettro.
E così anche l’incapacità/incompetenza della Squadra Obama nel distruggere quei convogli di cisterne di petrolio; era impossibile poter scompigliare le piume di Ankara.
La Squadra Obama ha sempre trascurato il modo in cui Riyadh e Doha, prima direttamente e poi tramite “donatori privati” – coordinati dal famigerato Bandar Bush in persona (soprannome dato da George W. Bush al principe saudita Bandar bin Sultan quando questo era ambasciatore dell’Arabia Saudita negli Stati Uniti, n.d.t.) – finanziavano sia al-Nusra che il Daesh.
Invece la Squadra Obama ha sempre appoggiato la allegra fornitura di armi ad al-Nusra e Ahrar ash-Sham tramite le forniture di armi della CIA all’Esercito siriano libero (FSA); tutte quelle armi furono catturare da al-Nusra e Ahrar ash-Sham. La Squadra Obama, non arrendendosi mai alla propria miopia, ha debitamente etichettato al-Nusra & co., “ribelli moderati”.
La Squadra Obama ha sempre deriso l’Iran come nazione “ostile”, una “minaccia” ai vassalli del GCC e a Israele. E così, anche tutti coloro che erano alleati di Teheran o da questo appoggiati, erano “ostili” o una “minaccia”: il governo di Damasco, Hezbollah, le milizie sciite irachene addestrate dall’Iran, perfino gli Houthi in Yemen.
E, in cima a tutto questo, c’è la “aggressione russa” manifestatasi in Ucraina e poi la “interferenza” di Mosca in Siria tramite quello che è stato interpretato dalla Squadra Obama un esplicito gioco di potere nel Mediterraneo Orientale.
Tra tutto l’attuale gioco di ombre cinesi, il vero esame delle intenzioni dell’Amministrazione Obama è se la coalizione statunitense combatterà realmente Daesh, al-Nusra, e Ahrar ash-Sham (che protegge un sacco di jihadisti della Cecenia, del Dagestan e dell’Uzbekistan), senza alcuna riserva.
Questo implicherebbe che la Squadra Obama dicesse sia ad Ankara che a Riyadh, in termini non incerti, di tirarsi indietro. Basta “Espresso della Jihad. E basta con le forniture di armi. Senza queste linee rosse, il “processo di pace” siriano che si palleggia tra Vienna e New York non si qualifica neanche come scherzo.
Nessuno dovrebbe stare con il fiato sospeso. Nessuno dovrebbe ragionevolmente aspettarsi che una Squadra Obama sorprendentemente mediocre e impotente avrebbe il coraggio di affrontare il Wahhabismo come vera matrice ideologica di tutte le componenti dello jihadismo salafita, compresi i “ribelli moderati”.
Questo ci riporta a tutta quell’ansia che ribolle in tutta la Beltway. Con o senza la Squadra Obama, rimane il fatto: nessuna Siria conquistata – o almeno balcanizzata – nessun Dominio sull’Intero Spettro.



Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
Originale : Counterpunch
Traduzione di Maria Chiara Starace
Traduzione © 2015 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY NC-SA 3.0

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