La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

giovedì 28 gennaio 2016

Dündar e Gül liberi subito

di Gianluca Graciolini 
Can Dündar e Erdem Gül. Chi sono costoro? In questa Italietta provincialotta che si crede l'ombelico del mondo, ma copre le sue statue per prostituirsi ai nuovi affari con l'Iran, credo che siano in pochi a sapere chi siano Dündar e Gül. 
Sono due giornalisti da mesi agli arresti in Turchia su espressa richiesta del criminale Erdogan. Sono in carcere per aver fatto il loro mestiere, quello di raccontare la realtà e metterci firma e faccia. Ieri, una magistratura del tutto dipendente dal governo ha fatto richiesta dell'ergastolo con regime di isolamento, in base all'accusa di raccolta di documenti segreti per fini di spionaggio militare e politico, tentativo di rovesciare il governo e deliberato sostegno al terrorismo.
La verità è che in un'inchiesta giornalistica supportata con tanto di prove documentali avevano svelato gli intrighi e gli intrecci del regime turco con l'Isis. Nell'articolo incriminato avevano mostrato il tentativo di scambio intercorso tra i servizi segreti turchi e alcuni membri dello Stato Islamico.
Un camion che sarebbe dovuto passare dalle mani dell’intelligence di Ankara a quelle degli islamisti era stato fermato e perquisito dalla gendarmeria turca a sud del paese all’inizio del 2014 ed era pieno di armi. Avevano fatto centro.
I governi europei ed Occidentali sono corresponsabili di questo ulteriore schiaffo alla democrazia e alla vita che il loro alleato turco ha perpetrato. In un silenzio assordante continuano a foraggiarlo a suon di miliardi perchè faccia l'aguzzino dei profughi siriani alle nostre frontiere.
Una vergogna enorme: ieri a fingere di commemorare il Giorno della Memoria, oggi silenti e moralmente complici di quel che sta accadendo in Turchia, tra giornalisti ed accademici per la pace imprigionati, perdurante sostegno all'Isis e genocidio del popolo kurdo.
I colleghi giornalisti di tv, carta stampata e web, anche in Italia, se hanno ancora un'anima democratica ed amor proprio e della propria professione dovrebbero oggi uscire a lutto, battere un colpo e pretendere in coro un'azione internazionale per l'immediata liberazione di Dündar e Gül e di tutti coloro che in Turchia stanno pagando con il carcere il loro amore per la pace, la giustizia, la libertà e la democrazia. Dubito del loro coraggio civile, resteranno servi. 
Noi lo facciamo: Dündar e Gül liberi subito, Erdogan va deferito al Tribunale dell'Aia.

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