La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 29 gennaio 2016

Perché il governo non combatte in Europa l'evasione delle multinazionali?

di Sergio Cofferati 
Più di un anno è trascorso dallo scandalo di Luxleaks, che ha mostrato con chiarezza l'inaccettabile dimensione dell'evasione e dell'elusione fiscale portate avanti dalle multinazionali e le complicità degli stati europei. È triste costatare che assai poco è cambiato in Unione Europea. Mancano infatti la volontà politica e il quadro istituzionale per prendere le decisioni necessarie a combattere efficacemente evasione ed elusione.
La Commissione Europea si è limitata finora a colpire (giustamente) alcuni atteggiamenti irregolari di stati europei che fornivano condizioni troppo vantaggiose e sleali a multinazionali per portarle a pagare le tasse nei loro paesi. Tali giuste decisioni sono però accompagnate dalla conseguenza paradossale che le imprese avvantaggiate devono restituire i benefici illeciti agli stati che si sono comportati in maniera scorretta. Insomma un premio per i paesi europei che non hanno rispettato le regole.
Nel frattempo i governi hanno bloccato, in sede di Consiglio, la discussione su un'imposta comune consolidata sulle società, che avrebbe permesso di limitare l'elusione fiscale delle multinazionali, ed hanno impedito maggiore trasparenza sui cosiddetti 'tax rulings', che erano stati al cuore dello scandalo Luxleaks. Tali accordi preventivi sulle tasse da pagare tra imprese e stati resteranno quindi nell'ombra.
Manca la volontà di colpire evasione ed elusione perfino sul tema della trasparenza fiscale. Il Parlamento Europeo ha proposto in luglio che le grandi multinazionali debbano rendere pubbliche alcune informazioni sulle loro attività e le tasse che pagano paese per paese. Tale rendicontazione permetterebbe alle autorità fiscali e al pubblico di sapere quali multinazionali portano avanti strategie fiscali aggressive, a danno dei bilanci degli stati e delle PMI. La Commissione Europea e i governi (incluso ahimè quello italiano) non supportano però questa proposta e stanno bloccando l'avanzamento della discussione.
Nel frattempo l'entità di evasione ed elusione e dei danni da loro prodotti diventa sempre più evidente. Sono stati recentemente pubblicati in questo senso due importanti rapporti, "Un'economia per l'1%" di Oxfam e "50 sfumature di fisco creativo" di Eurodad, che sottolineano la dimensione scandalosa di questi fenomeni e la loro influenza nell'aumento d'ingiustizia e disuguaglianza a livello nazionale, europeo e mondiale.
Azioni incisive a livello europeo per combattere le strategie di evasione ed elusione fiscale portate avanti dalle multinazionali sono necessarie e sempre più urgenti. Bisogna proporre un cambiamento dei trattati che garantisca un meccanismo decisionale più democratico e comunitario sul tema della tassazione, per favorire cambiamenti reali. Nel frattempo però i governi, a partire, per necessaria coerenza, da quelli più critici verso l'attuale direzione delle istituzioni europee, devono assumersi le loro responsabilità e favorire i passi avanti che sono già oggi possibili.
Un primo obiettivo nella lotta a evasione ed elusione fiscale è oggettivamente a portata di mano: i governi dimostrino di difendere gli interessi dei loro cittadini e non quelli delle lobbies, sostenendo le misure di trasparenza fiscale per le grandi multinazionali proposte dal Parlamento Europeo.

Fonte: Huffington post 

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