La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 11 novembre 2016

Il governo sbandiera decimali e tace sull'enorme povertà

di Paolo Ferrero e Raffaele Tecce
Il rapporto SVIMEZ sul Mezzogiorno contiene dati drammatici sull’ aumento della povertà al SUD. Il Governo, invece, sbandiera un aumento nel 2015 dell1% del PIL, facendo finta di non leggere fra i dati del rapporto che tale aumento (che segue un calo del PIL in quest’ area del 12,3% dal 2007 al 2014 ) è dovuto prioritariamente a due contingenze di cui il Governo Renzi non ha alcun merito: l’aumento del turismo dovuto alle situazioni di guerra e di terrorismo nei paesi del sud del Mediterraneo e del Medio Oriente che hanno dirottato buona parte del flusso turistico verso il Mezzogiorno e ad un’eccezionale annata agraria dovuta in particolare a buone condizioni metereologiche.
Emergono dal Rapporto SVIMEZ due gravi verità: nel 2015 c’è nel Sud un ulteriore calo dell’ occupazione industriale (-1,6% ) nonostante il job acts e la decontribuzione e ,soprattutto, un forte aumento delle condizioni di povertà assoluta :si passa da un incidenza di povertà del 3,8% sulla popolazione residente nelle Regioni del Sud del 2006 al 10% del 2015, con un rischio di cadere in povertà nel Sud triplo rispetto al resto del Paese. Tale rischio nelle due Regioni più grandi, Campania e Sicilia, sfiora il 40% . Questo rischo di povertà riguarda, in particolare, il 58,82 % dei giovani fra 20 e 29 anni.
Lo stesso Rapporto sottolinea, peraltro, che SENZA UNA MISURA NAZIONALE DI CONTRASTO ALLA POVERTA’ il divario fra Nord e Sud è destinato ad aumentare non garantendo il LIVELLO ESSENZIALE DELLE PRESTAZIONI SOCIALI costituzionalmente previste.
Il PRC SE, anche sulla base dei dati emersi, al di la di ogni stumentalizzazione governativa, ribadisce il proprio impegno,già da tempo praticato, a lottare per un reddito minimo garantito per tutte e tutti, al sud come al nord, e per un piano per l’occupazione legato ai bisogni ed alle emergenze dei territori (a partire da un piano per la sicurezza antisismica e per la tutela dai rischi idrogeologici ecc. ) ed ad una valorizzazione dell’ ambiente e delle nuove energie alternative che creino nel Sud un apparato produttivo legato alla soddisfazione dei bisogni sociali ed alle potenzialità giovanili e non ad una logica del profitto e del liberismo.

Fonte: Rifondazione.it 

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