La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

giovedì 10 novembre 2016

La speranza è nel movimento sanderista. Intervista a Noam Chomsky

Intervista a Noam Chomsky di Saul Isaacson e Dan Falcone
La stagione politica 2016 non somiglia a nessun altra a recente memoria. Il Senatore Bernie Sanders ha guidato uno straordinario movimento progressista mentre Donald Trump ha condotto un movimento populista basato sulla rabbia dei bianchi per lo status quo; entrambi i movimenti promettono di continuare bene nel futuro. Le campagne elettorali hanno sollevato nuove domande sulle relazioni tra razze, i media, il finanziamento delle campagne e il futuro della democrazia stessa. In questo momento vale la pena ripensare all’indimenticabile campagna presidenziale del 1968, durante la quale il Senatore Eugene McCarthy condusse una campagna progressista contro la guerra del Vietnam, ma (al contrario di Sanders), abbandonò la causa quando non riuscì a ottenere la nomination Democratica.
Gli insegnanti di New York, Saul Isaacson e Daniel Falcone hanno intervistato di recente il Professor Noam Chomsky nel suo studi al MIT per discutere le caratteristiche di questa stagione politica e le prospettive di un futuro movimento progressista.
Quando penso al modo in cui Sanders si rapporta a Hillary Clinton, lo paragono con una situazione molto diversa: la corsa presidenziale del 1968 tra l’allora Vice Presidente Hubert Humphrey e Richard Nixon. Non penso che il Senatore del Minnesota Eugene McCarthy sia mai dichiarato a favore di Humphrey dopo essersi candidato contro di lui per una piattaforma contro la guerra nelle primarie.
"McCarthy è stato un truffatore totale [quando non ha appoggiato la candidatura di Hubert Humphrey dopo non essere riuscito a ottenere la candidatura Democratica nel 1968]. Date un’occhiata a che cosa ha fatto. Non aveva un contesto per opporsi alla guerra. Non era uno dei senatori che prendeva posizione su qualsiasi cosa. Ce ne erano altri, ma non era uno di loro. Quando ha visto che c’era un’opportunità politica, ci si è tuffato e ha cercato di sfruttarla per se stesso. Aveva questi giovani che lo sostenevano, che quando uscivano nelle strade di Chicago ed erano picchiati a sangue dalla polizia, non faceva niente. Appena non ha avuto la candidatura, è proprio scomparso.
Andò a casa e decise di scrivere poesie. Aveva molto prestigio all’epoca – immeritato – ma lo aveva. Avrebbe potuto avere una voce. Avrebbe potuto avere dell’ influenza, ma non gli importava nulla. Pensava soltanto a se stesso. Penso che sia stato uno dei personaggi peggiori nella storia politica degli Stati Uniti."
Ha potuto, teoricamente, essere responsabile dell’elezione di Nixon?
"In parte, ma poi non ha fatto ciò che avrebbe potuto fare. Era in una posizione in un certo modo come quella di Bernie Sanders che però sta continuando. Non dice, OK, andrò a casa a scrivere poesie."
Pensa che Sanders stia facendo la cosa giusta?
"Abbastanza, penso. Le persone dicevano che era descritto – e descriveva se stesso – come un rivoluzionario politico, ma non lo è. E’ un sostenitore per bene e onesto del New Deal. Non avrebbe sorpreso moltissimo Eisenhower. E’ proprio il paese che è andato così tanto a destra, che quando Sanders prende delle posizioni da New Deal, sembra che arrivi dallo spazio. Non ha invece mai fatto finta di essere qualche altra cosa. Penso che sia un uomo onesto che ha sempre detto che avrebbe appoggiato il candidato Democratico, e lo sta facendo. E penso che questo abbia senso."
Sopravvivremo a questa elezione? È difficile da credere.
"Difficile da credere…Ho pensato che il primo dibattito presidenziale fosse orribile…Nessuna discussione di significativi argomenti di politica. Ci sono soltanto discussioni di stile, sembravi presidenziale? Cose del genere. Non avevi una risposta per qualche cosa? Chi se ne importa?"
Che cosa è successo alla nostra capacità di discutere i problemi?
"L’ideologia dominante non vorrà mai discutere i problemi, perché è una cosa troppo intimidatoria, e così, se gli altri non lo fanno, sparirà. Dimmi, perché dovrebbero discuterne? Vogliono cose di supporto ai sistemi di potere – è un po’ come tenere la gente attaccata alla televisione o ai consumi, o agli sport o ad altro. Se si riesce a levarsi dai piedi le persone, va bene. Se si comincia a discutere di problemi, la gente viene coinvolta, e quindi certamente non volete farlo. Tocca quindi a noi, ma è sempre stato così."
I media avevano un interesse per Trump, oltre agli indici di ascolto?
"L’amministratore delegato della rete televisiva americana, CBS, ha detto esplicitamente che Trump è stata la cosa migliore che sia mai accaduta alla CBS, e si tratta di affari, sapete. Non forniscono un appoggio politico radicale. Vogliono fare soldi e mantenere lo status quo. E lo fa anche Donald Trump. Va bene. E’ come dirigere il suo reality show [The Apprentice, n.d.t.]."
C’è il razzismo dietro la campagna di Trump e dietro la sua popolarità?
"Non c’è dubbio. Date un’occhiata all’analisi dei sondaggi. Coloro che votano per Trump sono piuttosto razzisti, ma penso che ci siano delle cose riguardo agli Stati Uniti che non sono realmente riconosciute a sufficienza, ed è quindi utile ricordare che fino al 1945 gli Stati Uniti erano in una situazione di ristagno culturale. Non facevano parte del mondo moderno…e quindi una buona parte del paese aderisce ancora a quello che è stato tradizionale. Non fa proprio parte del mondo moderno. Date semplicemente un’occhiata alle statistiche. Il fanatismo religioso.. non c’è proprio nulla di simile nel mondo. Cioè, uno dei problemi di fare in modo che le persone si interessino al riscaldamento globale, è che circa il 40% della popolazione pensa che Gesù verrà nel 2050, e quindi che ci importa?
Credo che questa sia una gran parte di quello che vediamo nel fenomeno Trump. Adesso c’è una notizia in prima pagina sul New York Times che è alquanto interessante…parla di una coppia di anziani di una qualche città del Midwest, super religiosi e che hanno una chiesetta dietro la loro casa che affittano per i matrimoni. Una coppia gay voleva sposarsi lì, ma i proprietari ha negato loro il permesso, poi sono stati costretti dalla legge ad accettarlo, dopo che la coppia gay aveva presentato un reclamo. Per i due anziani però, significa che tutto il mondo sta crollando, che tutto il loro mondo sta crollando. Vivevano in un mondo cristiano del 19° secolo dove queste cose non esistevano e ora, all’improvviso, si trovano in un mondo in cui sono costretti ad accettare le coppie gay. Sono quasi sicuro che stiano considerando di votare per Trump."
Potrebbe accennare al modo in cui l’attuale situazione negli Stati Uniti differisce dall’attuale situazione in Europa?
"Proprio adesso i britannici stanno più o meno distruggendosi con politiche economiche che sono molto peggiori di quelle nostre. Al confronto, gli Stati Uniti sembrano progressisti. L’Europa è peggiore. La democrazia europea sta proprio venendo indebolita dalla troika. E le decisioni sono state sottratte agli stati nazione dove la gente aveva per lo meno un po’ di voce in capitolo – e sono ora poste nelle mani dei burocrati belgi, mentre le banche del nord che li controllano. Fa abbastanza paura. Sono abbastanza anziano da provare dei brividi quando vedo dei gruppi neo-nazisti che prendono il controllo in Austria e che acquisiscono forza in Germania. Non sono dei bei ricordi, mi rammento ancora i loro discorsi. Non penso che si vada in quella direzione, ma non è una bella cosa."
C’è un posto al mondo dove lei ha speranza per la democrazia? 
"Ci sono forti possibilità qui negli Stati Uniti. Intendo dire che quasi dappertutto c’è qualcosa – quanto si svilupperà? Dipende da noi. Come il fenomeno Sanders, penso, che è stato del tutto inaspettato; io, per lo meno non lo prevedevo. Potrebbe avere conseguenze positive. Penso che sia un’indicazione che l’attivismo dei due decenni passati, è tutto lì, da qualche parte e deve essere soltanto organizzato. E penso che ci siano degli sviluppi piuttosto interessanti che vengono fuori dalla campagna di Sanders, come il movimento Brand New Congress- (Un Congresso nuovo di zecca) [il movimento creato dai sostenitori di Sanders per eleggere un Congresso attivamente progressista], e un paio di altri, che hanno avuto un certo senso.
Queste sono occasioni che Verdi non hanno mai sfruttato. I Verdi non hanno mai fatto lo sforzo di diventare un movimento politico alternativo. E’ colpa di Jill Stein, tra gli altri. E quindi non ci sono quasi legislatori tra i Verdi o membri del consiglio cittadino o membri del consiglio scolastico. Si presentano soltanto ogni 4 anni per lo spettacolo. Ora, però, alcuni dei sostenitori di Sanders stanno cercando i cambiare questo modo di fare, il che ha un senso."

Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
Originale: Truthout
Traduzione di Maria Chiara Starace
Traduzione © 2016 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY NC-SA 3.0

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