La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 1 aprile 2017

Ribellarsi contro il Tap è sacrosanto

di Nichi Vendola 
E' fin troppo facile classificare la protesta della popolazione salentina contro Tap come se si trattasse di un'insorgenza periferica della cosiddetta "sindrome di Nimby" (ovvero: non nel mio cortile!). Viceversa, la ribellione contro questo gasdotto è sacrosanta per tante ragioni. Intanto perché nei cortili di Puglia si produce tantissima energia, che solo in minima percentuale viene fruita dai pugliesi e che in gran parte rifornisce l'intero Paese. Basti pensare alla centrale a carbone di Cerano, una delle più grandi d'Europa, un vero polmone per i bisogni energetici nazionali: ma anche un totem minaccioso per i polmoni dei brindisini. Ma non si può sottacere lo sviluppo impetuoso che in questo lembo di Sud hanno avuto le energie rinnovabili, in primis eolico e solare.
Rappresentare questa regione come affetta da localismo pre-moderno è dire il falso. Anche sulle tematiche del gas, nessuno ha promosso crociate o sollecitato paure irrazionali. Certo, sul rigassificatore che la British Gas intendeva costruire nel porto di Brindisi, la valutazione corale di istituzioni locali e cittadini era di contrarietà assoluta: mettere nella pancia di una città già congestionata da impianti impattanti e pericolosi un nuovo mostro classificato "a rischio di incidente rilevante" era una provocazione. Manon c'è stata una preclusione ideologica nei confronti della discussione sul mercato del gas nello scacchiere geo-politico del Mediterraneo.
Quello che davvero è incredibile è che a frontedegli 865 km di costa pugliese sia stato scelto per l'approdo del gasdotto Tap il territorio di Melendugno (Lecce): un concentrato singolare di bellezza e soprattutto un giacimento straordinario di ricchezza naturalistica ed archeologica. Una multinazionale che intende investire alcuni miliardi di euro per un'opera di questa portata non ha i soldi per istruire un progetto sulla base di molteplici studi di fattibilità che prevedano siti alternativi? Il governo nazionale è solo il notaio che certifica la bontà dell'investimento? Ma c'è di più.
Le norme attualmente vigenti, scodellate dalla cucina "riformista" del governo Renzi, hanno messo letteralmente la museruola alle comunità locali e hanno tolto alle Regioni qualunque ruolo e potere. Prima c'era l'obbligo dell'intesa tra Roma e la periferia, ora Palazzo Chigi consulta la periferia e poi fa come gli pare. Sempre nel nome dell'efficienza, della velocità, della semplificazione.
La verità è che quegli ulivi difesi con tenacia a Melendugno sono il simbolo di una terra che ama le sfide del futuro, a partire dalla tutela della natura, della cultura, della memoria dei luoghi e delle persone. Pensare di doversi pentire cinquant'anni dopo per le scelte che si compiono oggi non ha senso. Ha senso ribellarsi oggi, quando la democrazia viene zittita e persino il buon senso viene preso a manganellate.

Fonte: Huffington Post - blog dell'Autore 

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