La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 31 marzo 2017

L’anticapitalismo di Rossana Rossanda

di Gianmarco Martignoni
Seguendo il puntuale suggerimento di un compagno, mi sono precipitato in edicola per acquistare l’ultimo numero di «MicroMega» con una lunga intervista di Marco D’Eramo a Rossana Rossanda. E sono stati 15 euro ben spesi. Nonostante la mia viscerale antipatia per Paolo Flores D’Arcais, l’intellettuale liberal che magistralmente – fra le tante perle dettate dall’assoluta mancanza di una bussola – qualche giorno fa ha scoperto che i 5stelle sono invotabili. Tornando all’intervista, nel disorientamento intellettuale che contraddistingue l’ex (nuova) sinistra, «la ragazza del secolo scorso» dimostra a quasi 93 anni di essere arzilla e lucida, non solo perché ribadisce di sentirsi ancora «una vecchia bolscevica» ma in quanto rimbrotta D’Eramo per il suo generico anticapitalismo.
La carrellata dei temi affrontati nell’intervista è più che esauriente, così come – soprattutto per le nuove generazioni – è buona l’idea di fornire un “Dizionario” delle persone citate dalla Rossanda, un centinaio circa: dalla A di Gianni Agnelli alla Z del regista cinese Zhang Yimou. Infine, liquidato Matteo Renzi come un «politico abile», non poteva mancare una stilettata al quotidiano comunista da cui se ne è andata quatto anni fa: «oggi il manifesto è il solo quotidiano autonomo che resta, ma dubito che riesca a dare un contributo politico e teorico che conti» avendo smarrito una solida analisi marxista.

DUE BREVI NOTE
di Daniele Barbieri
1 – Qualche recente articolo di Rossanda è stato ripreso in “bottega” ma segnalo anche due interessanti post di Mauro Antonio Miglieruolo: qui ROSSANA ROSSANDA e la salvatrice BELLEZZA DEL MONDO e qui Lettera aperta a Rossana Rossanda.
2 – Mi associo a Gmm nel segnalare che questa “intervistona” è ottima. Aggiungo solo una puntualizzazione. Da persona che ogni giorno sottrae alle sue magre tasche 3 euri per comprare due quotidiani («il manifesto» e «Il fatto quotidiano» che pure è finanziariamente autonomo) mi spiace che dalle parti de «il manifesto» non si riesca a dare «un contributo politico e teorico» ma forse questo sarebbe più il compito di una rivista “gemella” (che c’era ma venne chiusa non si capì bene perché) mentre invece mi fa incazzare come una biscia che il quotidiano «autonomo» quasi mai cerchi le notizie fuori dai Palazzi e dalle sue logiche; almeno quello di informare un quotidiano potrebbe/dovrebbe tentare di farlo… invece di rincorrere sempre i Vendola, i Rossi, i Cofferati per chiedere a loro “come va il mondo” ignorando quasi del tutto il mondo del lavoro, le lotte sociali, i movimenti.

Questo articolo è stato pubblicato dalla Bottega del Barbieri il 29 marzo 2017

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