La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 10 ottobre 2015

Accogliere i rifugiati non è carità, ma un dovere e un’opportunità

L’Europa sta diventando la destinazione della più grande popolazione di rifugiati dalla Seconda Guerra Mondiale. È ormai innegabile il fatto che un enorme numero di persone spinte a fuggire dai loro paesi, vittime di guerra, conflitti civili, genocidi, persecuzioni politiche e religiose, estrema povertà o cambiamenti climatici, sia tra le questioni politiche e umane internazionali che condizioneranno gli equilibri globali per i prossimi anni. La crudele realtà degli innumerevoli tragici naufragi avvenuti ai confini dell’Europa – senza contare i lunghi e pericolosi tentativi di entrare in Europa attraverso i paesi del sud-est mediterraneo – e la lotta disperata per la vita hanno infine obbligato i leader dell’UE ad occuparsi del problema.
– L’UE deve finalmente assumere la responsabilità dell’accogliere e ricollocare i rifugiati, intraprendendo azioni concrete per il loro arrivo, con grande attenzione ai loro diritti e alle loro condizioni legali, nello spirito della Convenzione di Ginevra per i rifugiati e i richiedenti asilo, rispondendo ogni nozione di dumping sociale.
I rifugiati e i migranti non sono un peso, ma una presenza positiva nell’Unione Europea, poiché la loro ricollocazione rivitalizza sotto molti aspetti la popolazione europea. 
– È imperativa la necessità di una politica europea di asilo e immigrazione che sappia guardare avanti. Il fallimento del Trattato di Dublino II è più che mai sotto gli occhi di tutti e quel trattato deve essere abolito. L’esempio della Germania che non lo ha rispettato – anche solo per pochi giorni – dimostra che è solo un problema di scelta politica, proprio come il Partito della Sinistra Europea non ha mai smesso di fare notare per anni. Il concetto della “Fortezza Europa” che deve applicare una maggiore sorveglianza alle sue frontiere deve essere completamente abbandonato. L’UE non può continuare il suo approccio securitario che porta a risposte militari come quelle coordinate dall’agenzia FRONTEX, che il summit dell’Unione Europea ha scelto di rinforzare. O con la costruzioni di muri come quello che viene costruito dal governo ungherese, che materializza lo spettro ideologico dell’estrema destra, sia essa nell’Europa dell’est o del Nord.
I muri alle frontiere contro persone che combattono per la propria vita, la propria dignità e la propria libertà riflettono i muri nella mente delle elítes politiche ed economiche, che ancora fantasticano di una Europa neoliberista bianca, cristiana, libera da ogni “contaminazione culturale”. – Il Partito della Sinistra Europea chiede a tutti partiti di sinistra e democratici, insieme ai movimenti sociali in Europa, un’espressione di solidarietà nei confronti dei rifugiati e chiede alle elíte politiche di garantire il loro accesso legale in UE, relazionandosi con i paesi di accoglienza, i paesi di transito e quelli di partenza come precondizione per controllare efficacemente le reti criminali di traffico di esseri umani, che sfruttano e mettono in pericolo i rifugiati. – Infine e come punto più importante, l’Unione Europea deve assumere specifiche iniziative politiche per la pace in Siria e nei paesi distrutti dalla guerra e dal collasso sociale. Per fare ciò, l’UE deve ammettere le sue enormi responsabilità, che derivano da anni di speculazioni e sfruttamento insieme a transazioni oscure, compiute per ottenere profitto dai paesi in via di disgregazione e dai crimini umanitari.
L’UE ha supportato politicamente e ancora supporta, direttamente o indirettamente, lo smantellamento di alcune nazioni, provocando il maggior motivo di migrazione. Ciononostante, ancora una volta, l’azione militare e interventi come i raid aerei che il governo francese sta compiendo contro la Siria, completamente inaccettabili, provano ancora una volta che l’Unione Europea è ancora orientata verso azioni che si sono già dimostrate fatali e non fanno altro che aggravare il deterioramento. Il Partito della Sinistra Europea condanna fortemente ogni intervento militare, anche se come alibi vengono usate “ragioni umanitarie”.
Adesso è il momento di fronteggiare i risultati di scelte catastrofiche e scegliere una nuova strategia, orientata a restituire democrazia, iniziare un dialogo franco e aperto, promuovere negoziati e tributare il massimo rispetto alle decisioni, speranze e desideri dei popoli di tutti i paesi gravemente destabilizzati. Non c’è tempo da perdere, né una sola vita deve essere ancora sacrificata.

Fonte: Rifondazione Comunista 

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