La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 10 ottobre 2015

Giro elettorale in Europa, centrale la questione dei migranti

di Guido Caldiron
Frau Mer­kel ora indossa il velo isla­mico nei mani­fe­sti della destra xeno­foba che, pas­sata l’onda di emo­zione che aveva accolto le sue aper­ture nei con­fronti di migranti e rifu­giati, torna a sof­fiare sulle paure e le inquie­tu­dini dei tede­schi, tor­nando ad urlare gli stessi slo­gan di odio che ave­vano domi­nato la scena euro­pea prima che il corpo del pic­colo Aylan venisse resti­tuito da quel mare attra­verso il quale aveva cer­cato invano una nuova vita.
È ancora pre­sto per dire se i tanti gesti di acco­glienza che si regi­strano oggi in Europa lasce­ranno il campo al ritorno degli impre­di­tori poli­tici dell’intolleranza, anche se qual­che segnale in que­sta dire­zione sem­bra già emer­gere. Per avere piena con­ferma di come stiano le cose, si potrà guar­dare ad alcuni impor­tanti test elet­to­rali pre­vi­sti fin dai pros­simi giorni.
Il primo riguarda il voto muni­ci­pale che si svol­gerà a Vienna già domani, dove i libe­ral­na­zio­na­li­sti dell’Fpö di Heinz Chri­stian Stra­che, l’erede poli­tico di Jörg Hai­der, potreb­bero rac­co­gliere oltre un terzo dei con­sensi e inse­diare seria­mente la sto­rica ege­mo­nia social­de­mo­cra­tica sulla città. Dopo aver rad­dop­piato i voti in occa­sione delle regio­nali dell’Alta Austria, l’Fpö è accre­di­tato di una cre­scita di almeno 7 punti per­cen­tuali nella capi­tale austriaca. Per l’occasione, Stra­che ha dismesso i panni del difen­sore dell’Occidente cri­stiano con­tro l’invasione degli isla­mi­sti, per con­cen­trarsi sui temi sociali, su tutti la difesa del wel­fare e il potere d’acquisto dei salari più bassi, e, soprat­tutto, sulla denun­cia di quelli che defi­ni­sce come «rifu­giati eco­no­mici». Deci­sa­mente più espli­cito, invece, il tono adot­tato dal lea­der della destra polacca Jaro­slaw Kac­zyn­ski che guida il PiS, par­tito Diritto e giu­sti­zia. Dopo la vit­to­ria di un suo espo­nente di spicco, l’ultraconservatore Andr­zej Duda, nelle ele­zioni pre­si­den­ziali di pri­ma­vera, il PiS è infatti dato come favo­rito anche per le poli­ti­che del 25 ottobre.
Se Duda si è infatti alli­neato al «nazio­na­li­smo eco­no­mico» soste­nuto da Vik­tor Orbán, denun­ciando gli inte­ressi eco­no­mici stra­nieri, Kac­zyn­ski sta con­du­cendo una cam­pa­gna elet­to­rale impron­tata alla mede­sima linea anti-immigrati incar­nata dal pre­mier unghe­rese. Dato in testa nelle inten­zioni di voto dei polac­chi, que­sto par­tito si è detto con­tra­rio a qua­lun­que forma di acco­glienza e di ripar­ti­zione dei richie­denti asilo.
In un paese che conta il tasso più basso di immi­grati dell’intera Ue, solo lo 0,3%, la destra denun­cia addi­rit­tura il rischio di una modi­fica dello stile di vita se saranno aperte mag­gior­mente le frontiere.
«Guar­date a cosa accade in Sve­zia o in Fran­cia — ha ammo­nito di recente Kac­zyn­ski -, ci sono intere zone dove regna la sha­ria. Volete che suc­ceda anche nel nostro paese?».
Mal­grado la data del voto sia ancora lon­tana, i cit­ta­dini d’oltralpe dovranno rin­no­vare i con­si­gli regio­nali solo all’inizio di dicem­bre, un clima da cam­pa­gna elet­to­rale carat­te­rizza fin d’ora anche il dibat­tito poli­tico fran­cese. Di fronte alla crisi mani­fe­sta del cen­tro­si­ni­stra, l’attenzione è pun­tata prin­ci­pal­mente sullo scon­tro tra la destra detta repub­bli­cana, dove emerge il ritorno sulla scena di Nico­las Sar­kozy, e quella estrema gui­data da Marine Le Pen.
Anche in que­sto caso, la que­stione migranti è cen­trale: se Sarko sem­bra pun­tare molto sulla sicu­rezza, riat­ti­vando ad esem­pio la sua rete all’interno delle forze dell’ordine, la lea­der del Front Natio­nal non ha esi­tia­zioni a denun­ciare «l’invasione del paese» da parte degli immi­grati clan­de­stini voluta a suo dire dalla cop­pia Merkel-Hollande.
A rive­lare quanto pro­fonda sia la deriva che carat­te­rizza però il dibat­tito pub­blico c’è la vicenda dell’europarlamentare Nadine Morano, vicina a Sar­kozy, che ha susci­tato un ampio scan­dalo nei giorni scorsi par­lando della Fran­cia come di «un paese di tra­di­zioni giudeo-cristiane e di razza bianca».
In seguito a que­ste affer­ma­zioni, Les Répu­bli­cains hanno deciso di non can­di­darla più come capo­li­sta alle regio­nali, anche se la striz­zata d’occhio all’elettorato lepe­ni­sta e ai peg­giori istinti del paese nes­suno potrà e forse vorrà cancellarlo.

Fonte: il manifesto 

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.