La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

mercoledì 20 gennaio 2016

Erdogan e il posto delle donne

di Gokben Demirbas
Si susseguono le notizie sulla Turchia e come al solito quando suonano i tamburi di guerra, i temi di genere vengono messi sullo sfondo. Eppure nella politica interna turca sono stati determinanti sia nel sancire a giugno il successo dell'HDP, il partito progressista pro-curdo, che la rimonta nelle elezioni di novembre del partito di Erdogan: il conservatore AKP. La crisi che attraversa la regione non ha a che fare solo con il potere e il petrolio ma anche con i ruoli di genere e i modelli di famiglia e di welfare. Lo spostamento di voti tra le elezioni del 2011, quelle di giugno 2015 e il repentino rovesciamento con le elezioni di novembre (definite da Erdogan come la "riparazione" del potere politico dell'AKP) può essere letto anche in questi termini.
Tabella1: 2011, risultati delle elezioni nazionali del 7 giugno 2015 e del primo  novembre 2015

2011
7 giugno 2015
1 novembre 2015
Partito
Voti %
Seggi
Voti %
Seggi
Voti %
Seggi
Giustizia e sviluppo AKP
49,95
326
40,98
258
49,37
317
Partito repubblicano del popolo- CHP
25,94
135
24,82
131
25,40
134
Partito del movimento nazionalista-MHP
12,98
53
16,27
80
11,94
40
Partito democratico del popolo- HDP*
6,58
29
13,44
81
10,77
59
Totale
95,45
543
95,51
550
97,48
550
* Le persone elette con il partito HDP erano in gran parte candidati indipendenti piuttosto che membri del partito.
Nelle elezioni di giugno il partito di Erdogan AKP ha perso voti a favore dell'ultraconservatore partito nazionalista, specialmente dopo l'annuncio delle dieci priorità per risolvere la questione curda e a favore dell'HDP che per la prima volta è riuscito a entrare in parlamento superando la soglia del 10%. Nelle elezioni di novembre indette per l'impossibilità di formare una coalizione di governo, il 45% dei seggi del movimento nazionalista sono tornati all'AKP e almeno 18 seggi del partito progressista i cui elettori hanno disertato le urne. Il partito socialista invece non subisce scossoni, ma si è anche dimostrato non in grado di attrarre altri voti. Immediatamente dopo i risultati delle elezioni di giugno, l'AKP ha cambiato strategia mettendo da parte la risoluzione della questione curda. La nuova strategia ha prodottogrande instabilità e insicurezza che all'inizio ha danneggiato principalmnte l'AKP. I cittadini non riuscivano a comprendere i motivi dell'improvvisa recrudescenza del conflitto tra lo stato e il Partito dei Lavoratori Curdi PKK e le autorità dell'AKP sono state duramente contestate durante i funerali delle vittime. Ma la rabbia e il dissenso si sono gradualmente spostati sui curdi: da una parte l'opinione pubblica non vedeva di buon occhio il PKK ritenuto responsabile di continuare a produrre conflitto locale, dall'altra non venivano messe in luce le ovvie carenze in termini di sicurezza rese lampanti dagli attacchi terroristi e dal coprifuoco. 
Contemporaneamente nel sud est del paese i cittadini curdi erano vittime di due grandi attacchiterroristici a Diyarbakir and Suruc e la conseguente imposizione del coprifuoco faceva vittime civili, bambini inclusi. In altre regioni i curdi sono stati vittime di linciaggi umilianti, per esempio la storia di un uomo che aveva postato una foto in costume tradizionale curdo sui social media ed è stato prima torturato e poi costretto a baciare la statua di Ataturk o delle sedi dell'HDP vandalizzate da gruppi sedicenti nazionalisti.
L'instabilità di giugno, ha avuto conseguenze economiche, in particolare ha portato a una crescita dell'inflazione che ha avuto un forte impatto sulle vite delle persone. Durante la campagna elettorale tutti i partiti in lizza hanno promesso aumenti del salario minimo e delle pensioni e oggi i cittadini attendono l'aumento del 30% sul salario minimo promesso da Erdogan. 
Riguardando agli ultimi mesi è stupefacente che nessun istituto di analisi politica abbia previsto i risultati delle elezioni di novembre. Probabilmente non bastono nazionalismo e polarizzazione etnica a spiegare quello che è successo e vanno tenute in conto altre variabili che hanno avuto un impatto fondamentale. Tra queste ci sono sicuramente l'uguaglianza tra uomini e donne su cui HDP e AKP esprimono due posizioni molto diverse non solo perchè uno rappresenta il cambiamento e l'altro la tradizione ma anche per come vengono rappresentate nelle dinamiche di partito queste differenze. L'HDP ha un sistema di quote interne e di doppia carica da anni, la sua entrata in parlamento a giugno ha alzato la percentuale delle donne elette al 18% una cifra inedita nella storia della Turchia.
Tabella 2: Numero di donne elette in parlamento per partito nelle ultime tre elezioni

2011
7giugno 2015
1novembre 2015

AKP
CHP
MHP
HDP
AKP
CHP
MHP
HDP
AKP
CHP
MHP
HDP
Numero di seggi
327
135
53
29
258
131
80
81
317
134
40
59
Numero di donne elette
45
20
3
11
41
20
4
32
34
22
3
23
% di donne in parlamento
13.7
14.8
5.6
37.9
16
15
5
40
10.7
16.4
6
38.9
Le istanze femministe rappresentate dalle elette dell'HDP si sono palesate in diverse occasioni, per esempio quando il vice primo ministro si è rivolto alla parlamentare Nursel Aydoğan dicendo "Sta zitta, comportarti da donna" e le elette hanno reagito facendo fronte comune e contestandolo o quando sono riuscite a costituire un gruppo interparlamentare di donne per la promozione delle pari opportunità. Fuori dal parlamento le parlamentari dell'HDP si sono impegnate a fondo in rete con altri gruppi partecipando a moltissime iniziative specialmente nei territori curdi: sono andate a Varto con l'Assemblea delle donne per la libertà "Women’s Freedom Assembly" e a Cizre con Women for Peace Initiative, e hanno firmato la Women’s Peace Declaration lanciata da gruppi e associazioni di donne ed LGBTI
Anche se l'HDP sostiene la rappresentanza politica delle donne più di qualunque altro partito, questo non è bastato per ri-attirare voti nelle elezioni di novembre. Anche se l'HDP si presenta come un partito nazionale che promuove l'inclusione economica e sociale con attenzione a genere ed etnia, viene criticato, specialmente dall'AKP, di rappresentare solo i gruppi marginali e radicali: femministe, lgbti, pro-curdi, sinistra, persone di religione alevista e ambientalisti che divergono dalla tradizione e dai valori morali della maggioranza della popolazione: turca, sunnita-musulmana, omofoba.
Detto quanto l'HDP si impegna nella promozione dei diritti delle donne, dobbiamo fermarci e ragionare su questo dato: nell'ultimo decennio sono state soprattutto le donne a votare per il partito conservatore AKP, apparentemente indifferenti agli allarmi sui rischi di limitazioni dei diritti e della libertà delle donne. Questo fenomeno va interpretato analizzando il sistema turco di valori morali e la percezione dei ruoli di genere che ne deriva, andando a vedere quali sono le politiche sociali per la famiglia e quelle rivolte alle donne[2][3], quale la percezione delle donne parlamentari dell'AKP[4] e il ruolo dei suoi ben organizzati rami femminili[5]. La promozione delle opportunità socio-economiche e politiche messe in campo dall'AKP per le donne espande il loro spazio vitale senza alimentare la ribellione ai valori sociali e le pratiche culturali. Cosar e Yegenoglu descrivono la posizione dell'AKP come “nuovo modello di patriarcato” che interseca diversi discorsi politici tra cui occidentalismo, femminismo, liberalismo e islamismo. Questa strategia può essere rintracciata nella relazione tra i valori morali dominanti e le politiche sociali e per la famiglia dell'AKP.

Tabella 3: Percezioni dei cittadini su famiglia, religione, politiche e società, 2011
Le persone che...
Percentuali
 definiscono se stesse religiose
85%         (donne 88%)
pensano che il capo famiglia deve essere uomo
76%         (donne 71%)
pensano che le donne devono ubbidire agli uomini
64%         (donne 59%)
pensano che a un bambino tra 0 e 5 anni faccia male che sua madre lavori
80%
pensano che il matrimonio è un'istituzione superata
6%           (media EU 20%)
approvano la scelta di una donna di avere un figlio pur senza avere un legame stabile con un uomo
7%           (EU average 47%)
non vorrebbero come vicine di casa persone omosessuali
84%
non vorrebbero come vicina di casa una coppia non sposata
68%
considerano accettabile che un uomo abbia più di una moglie
23%         (donne 19%)
credono che gli uomini siano migliori politici delle donne
71%
Dati: Esmer, Yilmaz (2012), Mappa valoriale della Turchia
Basta uno sguardo a questa tabella per capire al volo che l'atteggiamento sociale diffuso in un paese a dominanza musulmana ben si riflette nel discorso politico dell'AKP. Secondo la ricerca il 93% della popolazione turca ha fiducia nella famiglia tradizionale e a questo corrisponde l'enfasi sulla famiglia nella dichiarazione del partito conservatore "È molto chiaro che la tenuta del paese alle turbolenze economiche si deve alla nostra solida struttura famigliare". Le turbolenze economiche e il loro impatto sulla famiglia rinforzano il ruolo della famiglia come "meccanismo di solidarietà informale nell'assenza di welfare pubblico".
Oggi nonostante i numeri dicano che la famiglia nucleare e le famiglie "rotte" siano in aumento[2], le varie forme di famiglia estesa sono ancora frequenti, specialmente tra la classe dei lavoratori. In alcune famiglie i figli vivono da soli, ma in un appartamento della palazzina famigliare, costruita con il contributo di tutti i suoi membri, e, per fare fronte comune e risparmiare, i pasti e molte delle spese vengono condivise tra tutti. Questi dati sono coerenti con quelli che ci dicono che alcune famiglie non riescono a uscire dalla soglia di povertà nonostante lavorino abbastanza[3], e che nel 2009, il 15,37% delle forze lavoro impiegate era definita povera. I calcoli dell'OECD e di Eurostat datati 2014 ci parlano di un paese con forti disuguaglianze sociali se 11 milioni di persone, circa il 15% della popolazione, vivevano sotto il 50% del reddito medio e 16 milioni (22,3%) sotto il 60% del reddito medio[3]. 
La Turchia ha anche il tasso più basso (32%) tra i paesi dell'OECD in termini di partecipazione femminile al lavoro, unito a un tasso di lavoro femminile sommerso molto alto (circa il 50%)[3]. Di conseguenza sono le donne a fornire tutto il servizio di cura per bambini, anziani e disabili, i servizi pubblici e privati insieme riescono a coprire soltanto lo 0,4% dell'assistenza domiciliare per anziani, il 2,4% dei nidi e solo il 28,8% della materna (National Education Ministry’s data for 2013-2014) [3]. I dati dell'isituto statistico nazionale turco di dicono che l'89,6% del lavoro di cura dei bambini 0-5 è fatto dalle madri.
Considerando che il lavoro di cura non retribuito è sempre esistito, ma che nel passato le famiglie non ricevevano alcun sostegno in termini né di welfare né di sussidio, la spesa in servizi alla persona per famiglie con membri disabili o anziani e i sussidi monetari erogati al 6% della popolazione più povera rendono comprensibile il consenso elettorale di cui gode l'AKP tra le classi sociali più basse e specialmente tra le donne.
La spesa pubblica per i servizi alla persona è cresciuta dallo 0,50% del 2002 all' 1,35% del 2013 e oggi 2.258.734 di nuclei familiari beneficiano di servizi alla persona in maniera costante e regolare, mentre 1.997.306 ne usufruiscono occasionalmente [3]. Dal 2007 al 2014 il numero di lavoratori della cura che ricevono un salario per la cura di una persona disabile è passato da 30.638 a 449.769. Gli investimenti in servizi e sussidi sono finalizzati a sostenere la formazione di nuove famiglie, in maniera coerente con la visione della famiglia dell'AKP come forma per risolvere qualunque forma di malcontento sociale e di problematica dei gruppi svantaggiati (disabili e anziani, donne e bambini). Tutta la cura di cui questi gruppi hanno bisogno viene svolta dalle donne e le politiche messe in atto incentivano il rimanere a casa in una situazione di dipendenza da queste persone, anzi di interdipendenza visto che anche le donne sono una categoria svantaggiata. 
L'AKP non ha alcun problema nell'orientare le politiche per incentivare il lavoro di cura delle donnedal momento in cui crede che il primo e principale ruolo delle donne sia la maternità e che prendersi cura dei bisognosi sia parte della natura altruistica delle donne turche. Ma l'AKP è molto attento a favorire anche le misure di conciliazione per le donne che lavorano. Offre piani pensione dedicati, sussidi di maternità e, durante l'ultima campagna elettorale, ha promesso ulteriori incentivi matrimoniali statali pari al 20% dei risparmi per la dote. Ha anche promesso che quando queste coppie avranno dei bambini ci saranno benefit per ogni bambino, che aumenterà il numero di nidi e materne e che aumenterà la durata del congedo di maternità. [6].
Su questo sfondo possiamo capire l'effetto della promessa di "trovare una moglie agli elettori che non ce l'hanno" del primo ministro Davutoglu. Durante la campagna elettorale, a una sola settimana dalle elezioni di novembre, a un comizio nella città di Sanliurfa dichiarava infatti "Hai un lavoro, un salario, cibo, cosa ti manca? Una moglie. Noi (AKP) vogliamo che le persone di questa terra si riproducano. Quando dici che hai bisogno di una moglie devi andare dai tuoi genitori. Se tutto va bene loro te ne troveranno una giusta. Se non ci riescono, puoi rivolgerti a noi... faremo in modo che tu abbia un lavoro, una casa e una moglie!". Nonostante sia stato messo in ridicolo dagli altri leader di partito e intelligentemente contestato da alcune donne della politica, alla luce del 51% dei matrimoni combinati in Turchia di cui almeno il 9% senza il consenso di uno dei due [6], risulta evidente e prevedibile come il sostegno del governo al matrimonio, inclusa la ricerca delle mogli, possa suonare positiva a molti cittadini.

NOTE

[1] Coşar S. & Yeğenoğlu M. (2011), “New Grounds for Patriarchy in Turkey? Gender Policy in the Age of AKP”, South European Society and Politics, 16:4, 555-573.

[2] The Ministry of Family and Social Policies, (2013), Research on Family Structure in Turkiye: Findings and Recommendation

[3] Bogazici University Social Policy Forum, (2014), Social Policy in Turkey: Principles, Problems, Solution Suggestions

[4] Citak, Z. and Tur, O. (2008), “Women Between Tradition and Change: The Justice and Development Party Experience in Turkey”, Middle Eastern Studies, 44:3, 455-469, pp. 461-2.

[5] Gunes Ayata A. & Tütüncü F. (2008), “Party Politics of the AKP (2002–2007) and the Predicaments of Women at the Intersection of the Westernist, Islamist and Feminist Discourses in Turkey”, British Journal of Middle Eastern Studies, 35:3, 363-384.


Fonte: ingenere.it

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