La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

giovedì 3 dicembre 2015

Le elezioni in Venezuela, una battaglia per difendere la Rivoluzione

di Gloria La Riva
Le imminenti elezioni in Venezuela del 6 dicembre per tutti i 167 seggi dell’Assemblea Nazionale, potrebbero essere fondamentali per il futuro della Rivoluzione Bolivariana.
La Rivoluzione Bolivariana è il processo iniziato da Hugo Chávez nel 1999. Comprende grandi successi economici e sociali, una Costituzione e legislazione progressista, il controllo nazionale delle enormi riserve petrolifere del Venezuela, e l’obiettivo dichiarato di costruire il socialismo.
A minacciare questi successi e scopi è una guerra economica e politica che si va intensificando, fatta dall’opposizione di destra e dal governo degli Stati Uniti, alla vigilia delle elezioni. La campagna di aggressione non mostra alcun segno che diminuirà dopo il 6 dicembre.
I politici della destra – che sono parte della classe capitalista del Venezuela – sperano di far deragliare il governo rivoluzionario ottenendo una maggioranza di seggi nell’Assemblea Nazionale.
Nefasti programmi dettagliati a opera dell’opposizione per smantellare le leggi e le istituzioni rivoluzionarie sono stati pubblicati il 23 novembre su El Nacional, uno dei principali giornali dell’opposizione.
Una “organizzazione non governativa” che si chiama “Un Estado de Derecho,” fatta di avvocati di destra, ha preparato un’analisi di 40 pagine in cui sostiene come può essere ripristinato lo “stato di diritto”, se l’opposizione vincerà con il 50% più un seggio. E’ un piano che descrive una presa del controllo della Corte Suprema, del
Procuratore Generale, del Controllore Generale, del Pubblico Difensore e che riorganizza i Cittadini e i poteri elettorali della Costituzione,
El Nacional sottolinea: “Questo sarà soltanto il primo passo.”
Uno Stato di Diritto è soltanto una di una varietà di organizzazioni finanziate dal governo degli Stati Uniti, alle quali si danno addestramento e istruzioni nelle tattiche sovversive, con il pretesto di promuovere la “democrazia.” Le altre sono organizzazioni terroriste e individuali che compiono attacchi violenti.
L’imperialismo americano e i capitalisti venezuelani stanno combattendo per riavere il loro potere politico ed economico senza restrizioni, una cosa che non possono ottenere solamente con i colpi di stato e il sabotaggio.
Si aggrava la campagna di destabilizzazione
Quando il Presidente Hugo Chávez morì, nel marzo 2013, l’opposizione intensificò violenti attacchi contro i civili e le forze di difesa venezuelane. Il Presidente Nicolás Maduro e il suo governo divennero il nuovo obiettivo.
L’arsenale della guerra economica fatta dai più potenti capitalisti del Venezuela, comprende il fare scorta di beni di consumo, il furo massiccio di valuta, e la fuga di capitali. Anche il drastico calo dei prezzi del petrolio nel mondo ha contribuito all’aumento dell’inflazione e alla perdita di entrate del governo.
Le difficoltà economiche che influenzano la popolazione sono destinate a costare appoggio e astensione dal voto, anche se i militanti del PSUV (Partido Socialista Unido de Venezuela) sono quelle forze che lottano per garantire i miglioramenti per le masse,
Il governo rivoluzionario ha ancora mantenuto alti investimenti nello sviluppo sociale, compreso un ritmo record di costruzione di case che arriva a una media di 480 case al giorno, per un totale di 1 milione di case costruite tra il 1999 e il 2015.
Il 19 novembre, il presidente Maduro ha annunciato una straordinaria accelerazione dell’opera di costruzione, con altre 500.000 abitazioni che saranno costruite il prossimo anno con la Grande Missione del Venezuela per gli alloggi.
L’elezione si avvicina, false accuse contro il PSUV 
Per mesi, accuse indimostrate e sensazionali dichiarazioni dei media, sono state lanciate contro il PSUV e il governo di Maduro, tutto allo scopo di influenzare il risultato elettorale.
Il 10 novembre, durante un’operazione calcolata della DEA, due uomini che si presumeva fossero nipoti della leader del PSUV, Cilia Flores erano stati arrestati ad Haiti quando il loro aereo era atterrato, e sono stati accusati di tramare per importare cocaina negli Stati Uniti. Stranamente, nessun altra persona fu arrestata e all’aereo privato fu permesso di partire. Naturalmente i media al servizio delle grosse imprese hanno usato questo incidente per diffamare Maduro e la Flores che è sua moglie.
Cilia Flores è una persona di sinistra da lungo tempo ed avvocatessa che è stata determinante nell’aiutare a fare uscire Hugo Chávez dalla prigione all’inizio degli anni ’90, dopo il suo coraggioso attacco alla dittatura di Andrés Pérez. E’ diventata la prima donna presidente dell’’Assemblea Nazionale ed è candidata del PSUV a un seggio all’Assemblea.
Il 25 novembre, una falsa accusa di omicidio è stata lanciata a livello internazionale a carico del PSUV, dopo che un uomo di nome Luis Manul Díaz era stato ucciso con un’arma da fuoco nello stato di Guárico, a sud di Caracas durante una manifestazione di propaganda elettorale. Díaz era diventato proprio di recente capo del partito di destra Acción Democrática.
Senza assolutamente nessun fatto o informazione sul caso, il portavoce del Dipartimento di Stato americano, John Kirby, il giorno dopo ha denunciato il governo di Maduro, accusandolo, in una dichiarazione ufficiale, di non essere riuscito a proteggere i candidati dell’opposizione. Altri funzionari statunitensi sono intervenuti per denunciare il governo del Venezuela, compresi: il vice Segretario di Stato Roberta Jacobson e l’Ambasciatore americano presso le Nazioni Unite, Samantha Power, così come il Presidente della Colombia, Juan Manuel Santos, il Segretario Generale dell’OAS, Luis Almagro, funzionari dell’ Unione Europea e Amnesty International.
Il 28 novembre, il Vice presidente del Venezuela, Jorge Arreaza, ha teenuto una conferenza speciale invitando tutti i corpi diplomatici stranieri ed esortandoli a trasmettere ai loro paesi la verità sul caso.
Arreaza disse: “E’ un terribile attacco mediatico contro il Venezuela e succede ogni volta che c’è un evento elettorale. E’ modello, un copione attentamente ponderato e pianificato.
Ha spiegato che l’indagine iniziale dimostra che l’assassinio di Díaz era stata la conseguenza di uno scontro tra bande criminali, Los Plateados, El Malony ed El Juvenal, per il controllo dell’attività nello stato di Guárico. Díaz era un noto membro di Los Plateados ed era indagato per omicidio.
Arreaza aggiunse: “E’ stato un omicidio su commissione…con la stessa arma che aveva ucciso quell’uomo (Díaz), è stato assassinato un altro membro della stessa banda, Los Plateados.”
Usare notizie dei media sensazionaliste e non dimostrate per diffondere sospetti sui leader del PSUV, è una tattica sovversiva. Quando la cosa si chiarisce, il danno è già fatto. La verità non ottiene nessun titolo.
Questa è soltanto una piccola parte degli attacchi a cui sono soggetti il governo e il PSUV. E’ probabile che anche Washington ripeterà le bugie dopo le elezioni e dichiarerà che i risultati elettorali sono finti, se i progressisti otterranno la maggioranza.
L’operazione psicologica di Washington nelle elezioni di altri paesi è ben nota: finanziamenti di milioni di dollari, bugie dei media e creare paura per influenzare un risultato favorevole agli interessi degli Stati Uniti.
Che cosa teme Washington più di tutto 
Il governo degli Stati Uniti ha ucciso o ferito milioni di persone nelle sue guerre e occupazioni in tutto il Medio Oriente, nella sua determinazione di controllare le gigantesche riserve petrolifere della regione.
Il Venezuela ha le riserve petrolifere più vaste di qualsiasi altro paese del mondo.
Prima di Chávez e della Rivoluzione Bolivariana, gli Stati Uniti e le compagnie petrolifere britanniche raccoglievano enormi profitti con minime royalty (pagamenti) pagate al Venezuela.
Negli anni ’80 e ’90, gli Stati Uniti avevano reso più severo il blocco contro Cuba e avevano imposto politiche neoliberali in tutta l’America Latina e i Caraibi tramite capi di governo sottomessi a Washington.
Nel 1999 il presidente Chávez mise fine a questa sottomissione quando si insediò nella carica. Oggi il petrolio del Venezuela appartiene al paese, non alle potenze imperialiste.
Nel 2004 Chávez e il leader cubano Fidel Castro diedero il via a un processo di unità senza precedenti tra vari paesi che non era stata possibile prima, con creando l’Alleanza Bolivariana per le Americhe, ALBA.
L’influenza di Washington è diminuita in anni recenti a causa dei governi progressisti e rivoluzionari di Cuba, Venezuela, Bolivia, Nicaragua ed Ecuador.
Questo è il motivo per cui il Presidente Obama ha ceduto alle pressioni Latino americane di permettere a Cuba di partecipare al vertice dell’Organizzazione degli Stati Americani (OAS) e ha aperto relazioni diplomatiche con Cuba. E’ semplicemente un cambio di tattica. L’obiettivo finale di riaffermare il suo dominio e di rovesciare i governi rivoluzionari, rimane lo stesso.
La solidarietà è urgente più che mai 
I capi rivoluzionari venezuelani e le masse favorevoli al governo stanno lavorando senza sosta per mobilitare la gente il 6 gennaio, e allo stesso tempo lottano per difendere il potere del popolo e far progredire la Rivoluzione Bolivariana.
Le dimostrazioni di massa, la campagna quotidiana porta a porta “1×10” (una formula in base alla quale ogni persona si impegna a trovare 10 voti) per ottenere i voti per i candidati del PSUV e del GPP (Gran Polo Patriottico), non sono esercitazioni elettorali di routine. E’ una lotta di vita o di morte per sconfiggere l’oligarchia e la più recente offensiva dell’imperialismo statunitense, e per combattere per un futuro socialista. E’ una lotta per la vera indipendenza e per la sovranità dell’America Latina e dei Caraibi.
Le forze progressiste di tutto il mondo devono sapere che cosa c’è in ballo se la destra e il governo degli Stati Uniti dovessero sconfiggere il nostro governo e i candidati progressisti. Dobbiamo lavorare ancora più seriamente per difendere la Rivoluzione Bolivariana.
Negli Stati Uniti, il Comitato di Solidarietà con Cuba e il Venezuela, insieme alla coalizione ANSWER, all’Alliance for Global Justice (Alleanza per la giustizia globale), alle sezioni statunitensi dell’FMLN (Fronte Farabundo Martí per la Liberazione Nazionale), e a molti altri gruppi, si stanno mobilitando per tenere dimostrazioni, incontri e altre azioni a New York City, Los Angeles, San Francisco e New Haven, Connecticut, il 5 e 6 dicembre. A Vancouver, Canada, parecchie organizzazioni terranno una protesta al Consolato degli Stati Uniti il 6 dicembre, e anche dei forum. Sono programmate azioni in tutta l’America Latina. 
Le Informazioni sono disponibili su: www.cuba-venezuela.org

Gloria La Riva è dirigente nazionale del Partito per il Socialismo e la Liberazione. E’ un’attivista di lunga data per il lavoro e la comunità a San Francisco. Collabora spesso al giornale Liberation News, scrivendo su Cuba e l’America Latina, sul razzismo e l’oppressione nazionale e le lotte del lavoro.

Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
Originale: Liberation
Traduzione di Maria Chiara Starace
Traduzione © 2015 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY NC-SA 3.0

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