La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

giovedì 3 dicembre 2015

Ricordando Murray Bookchin

di David Rosen
Mentre sfogliavo il New York Times Magazine del 29 novembre, ho visto che c’era un articolo sorprendentemente rivelatore, di Wes Enzinnanov :”Un sogno di utopia laica nel cortile dell’ISIS.” L’articolo tratta degli sforzi fatti dalla fazione ribelle curda per creare una società rivoluzionaria in quella che l’autore chiama “un pezzetto di terra nell’estremo nord della Siria: il Rojava, o ‘terra dove tramonta il sole.”
Questo articolo è importante perché fornisce un’istantanea preziosissima di un movimento popolare alternativo che si è guadagnato una certa quantità di terra e di potere nella crisi siriana. E’ contrario a Bashar al-Assad, ai russi e agli iraniani e anche allo Stato Islamico. Poiché è affiliato al Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), è nella lista statunitense dei terroristi ma, a causa delle urgenze della guerra, sembra essere appoggiato in modo non ufficiale dall’opposizione siriana sostenuta da Stati Uniti e NATO.
Forse l’aspetto più sorprendente dell’articolo è stato di essere “inciampato” nella discussione di Enzinnanov circa il ruolo che Murray Bookchin, anarco-comunista e ambientalista radicale svolse nello sviluppo del pensiero di Abdullah Ocalan, il leader del PKK. Mentre Ocalan era in prigione in Turchia, si è imbattuto negli scritti di Murray che lo scrittore chiama “un oscuro filosofo che risiede nel Vermont” – e subì una conversione radicale che uno studioso ha definito “da ruspa stalinista a farfalla libertaria.”
Tra la pagliacciata della corsa di cavalli presidenziale Repubblicana, gli operativi come Ron e Rand Paul sono arrivati a definire esclusivamente “libertario” il movimento. Tuttavia, questo termine ha una lunga storia all’interno della sinistra, specialmente tra i non-Marxisti-Leninisti.
In termini più ampi, la sinistra libertaria comprende coloro che lottano contro il dominio, specialmente politico, per il posto di lavoro, contro la gerarchia ambientalista e interpersonale; si distingue dal marxismo convenzionale che di solito si oppone allo sfruttamento e ai rapporti tra le classi. Questa è stata la grande divisione all’interno della sinistra.
Storicamente, i libertari di sinistra sono stati identificati con gli anarchici, cioè le forze anti-statiste che risalgono a Proudhon, a Bakunin, a Kropotkin e ad innumerevoli movimenti sconfitti che vanno dalla Comune di Parigi ai soviet rivoluzionari russi, ai militanti della Guerra Civile spagnola e agli Zapatisti radicali e fino a alle lotte di oggi negli Stati Uniti e in tutto il mondo.
Per i leninisti, l’organizzazione dell’avanguardia del proletariato, il partito, era il mezzo per prendere il potere dello stato e, in un qualche lontano futuro, sovraintenderà al declino dello stato. Che questo non sia accaduto mai in Russia, in Cina o a Cuba, presenta pochi problemi per i marxisti convenzionali.
Enzinnanov offre uno schizzo in miniatura della vita di Murray e di alcuni dei suoi pensieri, ma per un resoconto più ricco si dovrebbe dare un’occhiata all’articolo di Janet Biehl “Bookchin rompe con l’anarchismo”; Janet era la sua collega e compagna e lo considera “un importante teorico anarchico, forse quello di più ampie conoscenze il più e innovativo del ventesimo secolo.”
Murray era nato nel Bronx, New York City, nel 1921, lavorò come operaio del settore auto e fu rappresentante sindacale dell’UAW (United Automobile Workers – il sindacato dei lavoratori del settore automobilistico) durante la riconversione seguita alla II Guerra Mondiale – l’epoca in cui i sindacati comuni come l’UAW si vendettero al “Sogno Americano” e all’isterismo anticomunista. Negli anni ‘50 ruppe con il Marxismo-Leninismo, dubitando che la classe operaia fosse una forza rivoluzionaria, e si spostò ulteriormente a sinistra.
Durante gli anni ’60 -’70, insieme a Noam Chomssky e a Herbert Marcuse, fu una delle voci per la Nuova Sinistra. Scrisse circa una dozzina di libri e innumerevoli articoli che aiutarono a promuovere il primo movimento della “conservazione” (della natura), la sinistra non-leninista e non-maoista e incoraggiò l’appello per la democrazia diretta nella vita municipale. Ruppe con quelli che identificava come “anarchici con stile di vita” americano, a metà degli anni ’90, e promosse l’ambientalismo e il localismo libertario.
Mentre era in isolamento, Ocalan lesse uno degli scritti di Murray, The Ecology of Freedom”, [L’ecologia della libertà ] che Enzinnanov chiama una rivisitazione di Das Capital di Marx.” Secondo Ocalan, l’analisi anarco-comunista di Murray rappresentava un’alternativa politica fattibile allo Stalinismo tradizionale. Lo scrittore aggiunge: “Forse il PKK non doveva prendere il potere dello stato. Forse poteva ottenere i diritti per i Curdi creando le sue proprie comunità separate all’interno dei paesi esistenti, ricorrendo alla violenza soltanto se venivano attaccate. Forse per tutto il tempo Ocalan si era sbagliato a pensare che si potesse ottenere la liberazione creando uno stato-nazione gestito dai Curdi, marxista o di altro tipo.”
Tramite il suo avvocato, nel 2004 Ocalan si mise in contatto per email con Murray che, a 83 anni e costretto a letto, gli rispose: “Restano molte cose da esplorare, cosa che la mia salute e la mia età mi impediscono di fare.” Dopo la morte di Murray nel 2006, il PKK inviò un omaggio a Janet Bihel lodando il contributo di Murray e definendolo “il più grande sociologo del 20° secolo… Bookchin non è morto…Ci impegniamo a farlo vivere nella nostra lotta.”
Nel 2005 Ocalan pubblicò la “Dichiarazione del Confederalismo democratico in Kurdistan” e invitò tutti i sostenitori del PKK ad accogliere gli insegnamenti di Murray. Secondo Enzinnanov, “Egli istruì i suoi seguaci a smetterla di attaccare il governo e a creare invece assemblee municipali che chiamò “democrazia senza lo stato.” Inoltre “esortò tutti i guerriglieri a leggere The Ecology of Freedom”, un’altra delle opere di Bookchin.
Forme alternative di lotta emergono nelle situazioni più infernali, e se il movimento non-autoritario del Rojava sopravvivrà di fronte alle minacce di Assad, dell’ISIS e delle forze armate americane, è una domanda aperta. La visione di Murray continua a risuonare in movimenti tanto diversi quanto Critical Mass e Occupy Wall Street, e ora nella regione autonoma del Rojava. Enzinnanov cita un estremista siriano: “Il Rojava è un qualcosa che va al di là dello stato nazione….E’ un luogo dove tutte le persone, tutte le minoranze e tutti i generi sono ugualmente rappresentati. Speriamo che sopravviva e che prosperi.

Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
Originale: non indicato
Traduzione di Maria Chiara Starace
Traduzione © 2015 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY NC-SA 3.0

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