La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

lunedì 29 febbraio 2016

Disabilità, il Consiglio di Stato cancella l'ingiustizia del nuovo Isee

di Gianluca Graciolini
"Ricomprendere tra i redditi i trattamenti indennitari percepiti dai disabili significa allora considerare la disabilità alla stregua di una fonte di reddito – come se fosse un lavoro o un patrimonio – ed i trattamenti erogati dalle pubbliche amministrazioni, non un sostegno al disabile, ma una ‘remunerazione’ del suo stato di invalidità oltremodo irragionevole, oltre che in contrasto con l’art. 3 della Costituzione... Le indennità di accompagnamento e tutte le forme risarcitorie non servono a remunerare, ma a a compensare inabilità..."
Così recita la sentenza del Consiglio di Stato che ha accolto le motivazioni delle associazioni dei familiari delle persone disabili contro il nuovo Isee, rigettando in toto il ricorso del Governo contro una precedente e simile sentenza del Tar. 
È davvero una buona notizia che pone fine all'ennesima, gravissima, ingiustizia di un governo che si è sempre dimostrato fortissimo e persecutorio contro i deboli, debolissimo ed accondiscendente contro i forti. Per ben due anni, per coprire i tagli indiscriminati a sanità e servizi sociali, le amministrazioni hanno continuato a calcolare indebitamente l'Isee considerando l'indennità come una fonte di reddito, chiamando a compartecipare alle spese per servizi e prestazioni sociali e sanitarie centinaia di migliaia di famiglie appena al di sopra della soglia di povertà, per di più gravate dalle esigenze di cura e di assistenza del familiare non autosufficiente. Una vergogna che da oggi è cancellata.
Da domani, con lo stesso zelo con cui si sono dimostrati così ligie ed inflessibili nell'applicare l'Isee dell'austerità contro i disabili, le amministrazioni locali, le Asl e gli altri Enti pubblici devono immediatamente riparare a questo torto e rimettere mano alle pratiche, ripristinando giustizia ed equità.

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