La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 6 ottobre 2017

Che bel gioco deridere la sinistra

di Bia Sarasini
Ci deve essere una ragione che io non capisco per cui appare così interessante e di moda prendersela con la sinistra. E insistere a dire che non c'è, e se c'è è malata, di una malattia mortale, la malattia della divisione continua. Perché prendersela tanto, se non c'è? Con chi se la prendono? Quello che so è che qui, in Italia, non si dice che sono stati i partiti e i governi di centrosinistra - oltre quelli di destra -a sostenere le politiche che hanno cancellato le misure che facevano stare meglio le persone che hanno niente o poco.
Come in tutta Europa. L'unico partito socialista socialdemocratico che non crolla è il Labour. E questo perché Jeremy Corbyn, da sempre ha sostenuto posizioni opposte a quelle di Tony Blair. E oggi può coerentemente lanciare "per i molti, non per i pochi".
Il superticket del nuovo Def è l'ultima odiosa misura, che toglie ancora. A chi non ha. Basta mettere piede in un pronto soccorso o in un ospedale per capire sulla propria pelle come stanno le cose, qualunque sia il reddito. Anche i centri di eccellenza scarseggiano di posti letto, e può capitare di essere curati, benissimo, in corridoio. Del resto la salute è un affare lucroso, per i privati. Per non parlare del costante impoverimento della scuola pubblica, contro il principio dell'istruzione uguale per tutti.
Per non dire del lavoro che non c'è, come ben sanno le persone che lo cercano e ne subiscono le condizioni, e nonostante tutti gli annunci trionfali.
Non è una necessità, non è (solo) il risultato della crisi. Ben da prima, dagli anni ottanta, ci avevano convinto che pubblico era male.
Il tabù è dire che è il Pd il partito che ha fatto politiche di destra. Come i partiti socialisti /socialdemocratici europei.
Il corollario, del tabù, è che tutto diventa questione personale. Chi come me vorrebbe alle elezioni una lista sola, di sinistra, lo farebbe in odio Renzi. (con il ben visibile sottotesto della meschinità dei rancori personali, etc. etc.).
Non mi importa nulla di Renzi, in quanto tale. E mi avvilisce questa canea continua di risposte e controrisposte. Che riduce la politica, che sarebbe una nobile arte, a una piccola messa in scena.
Mi importa come si vive. Come possiamo pensare a stare meglio, avere speranze credibili.
Cosa bisogna proporre, fare, pensare, dire per dare voce a chi non ce la fa, ha paura e viene spinto a prendersela con chi sta peggio ancora? Come farlo. Suscitare fiducia.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.