La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

martedì 3 ottobre 2017

Corbyn trasformerà completamente la Gran Bretagna

di Owen Jones
Clement Attlee, Margaret Thatcher, Jeremy Corbyn. I primi due hanno guidato governi di cambiamento radicale che hanno portato a una nuova fase politica in Gran Bretagna: e non sbagliatevi, il progetto di Corbyn non è meno ambizioso. Attlee s’impegnò per ribaltare un sistema fallito che aveva portato alla Grande Depressione, agli “affamati” anni ‘30 e a una guerra mondiale genocida. I Tory si rassegnarono ai precetti generali dell’Attleeismo, con grande disappunto della Thatcher. La politica britannica – diceva – era diventata una «morsa socialista» e i Tory si erano limitati ad «allentare il corsetto del socialismo, senza mai rimuoverlo». La Thatcher utilizzò una crisi causata da uno shock petrolifero globale per distruggere il consenso di Attlee: questa volta fu il turno del Labour di arrendersi, con Tony Blair, descritto dalla stessa Thatcher come il suo «più grande successo».
Sia l’Attleeismo che il Thatcherismo hanno avuto momenti iconici che hanno rappresentato il fallimento – dal loro punto di vista – del sistema che stavano rimpiazzando. […] Per la nuova sinistra britannica in ascesa è l’orrore di Grenfell Tower: decine di persone della working class uccise da una società che mette al primo posto il profitto non solo rispetto ai bisogni e alle aspirazioni degli esseri umani, ma anche rispetto alle loro vite.
«Rappresenta un sistema fallito e corrotto» ha dichiarato Corbyn di fronte ad applausi scroscianti, «che il Labour deve rimpiazzare e rimpiazzerà». Il Labour ha un «nuovo modello economico» e «sostituirà i dogmi falliti del neoliberismo». La missione del Labour non è solo quella di invertire l’austerità, «ma di trasformare la nostra economia con un ruolo nuovo e dinamico per il settore pubblico». La democrazia sarà portata nell’economia e nei luoghi di lavoro, in un tentativo di realizzare «un cambiamento fondamentale e irreversibile nell’equilibrio di potere e ricchezza, a favore dei lavoratori e delle loro famiglie», come affermava il manifesto del Labour del 1974.
La convinzione politica del nostro tempo è stata questa: se non accetti meno tasse per i ricchi, il ruolo in continua espansione del settore privato, la deregulation, un ruolo limitato per il governo, sindacati deboli etc., sei ineleggibile. Questo era chiamato il “centro”. Ma, come ha sottolineato Corbyn, «il centro di gravità politico non è né fisso né inamovibile». Attlee ha audacemente stracciato i mantra politici della sua era – usurpando nientemeno che un eroe di guerra. Alle elezioni generali del 1945, Winston Churchill sosteneva istericamente che il Labour avrebbe fatto «affidamento su una sorta di Gestapo» per implementare le proprie politiche. […] Sia Attlee sia la Thatcher dovettero scontrarsi con quelli nel loro partito che erano legati alle certezze del vecchio sistema. Attlee espulse il deputato Alfred Edwards, che si era ribellato contro la nazionalizzazione dell’acciaio, mentre Ivor Bulmer-Thomas saltò prima di venire spinto; la Thatcher dovette affrontare quei Tory convinti che una rottura con il keynesianesimo non era né politicamente possibile, né desiderabile. I parallelismi con il Labour di Corbyn non hanno bisogno di essere esplicitati.
La calamità della Grande Depressione e della Seconda guerra mondiale hanno aperto la strada all’Attleeismo; la rampante stagflazione ha fatto da ostetrica per il Thatcherismo. Ai tempi della crisi finanziaria del 2008 era diffusa una erronea “Schadenfreude” da parte della sinistra. Il fondamentalismo dei mercati era stato screditato, le élite occidentali al potere – e i loro rappresentato politici – sarebbero state ritenute responsabili, la sinistra sarebbe rinata dalle ceneri. Invece venne un’ondata di austerità, attacchi devastanti sulle rimanenti conquiste sociali della socialdemocrazia e il veleno della xenofobia della destra.
[…] Un incubo politico. Non sorprende nessuno, quindi, che quando Corbyn ha dichiarato che il «2017 potrebbe essere l’anno in cui la politica di metterà finalmente in pari con la crisi del 2008» ci sia stato un applauso così scrosciante.
È importante capire la composizione politica della conferenza del Labour che ha applaudito così sonoramente il discorso di Corbyn. C’erano attivisti delusi e arrabbiati per tre cose: il rullo compressore thatcheriano degli anni ‘80, il grande compromesso del New Labour con il Thatcherismo, l’offensiva dell’austerity post-2010. Volevano intensamente una alternativa politica ed erano stati ridicolizzati, demonizzati, ignorati. Il loro applauso era una vendetta: sapevano che se il Labour avesse proposto un manifesto timido, offrendo solo un’aggiustatina al sistema, il partito non avrebbe avuto il più grande incremento di voti dai tempi di Attlee. Passare da paria politici al “mainstream politico“, come dice Corbyn, è stato un momento di gioia che quegli attivisti hanno accolto con una standing ovation.
[…] La promessa di un «nuovo consenso» che emerge dalla crisi e dall’austerità è facilitata da una cosa: i Tory stanno soffrendo una crisi di confidenza ideologica. S’incaponiranno in difesa di un sistema costruito dalla Thatcher, che sta rapidamente perdendo consenso, o inizieranno ad arrendersi agli argomenti dei loro avversari?
Il Labour non ha ancora vinto. E i Tory difficilmente faranno una campagna elettorale così inetta, la prossima volta. Il partito deve ancora guadagnare i voti degli elettori più anziani, se vuole assicurarsi la maggioranza necessaria per portare avanti un cambiamento radicale. Se il Labour va al governo, gli interessi economici che vuole mettere in discussione gli faranno la guerra.
Attlee e la Thatcher hanno lavorato duramente per cementare la loro eredità politica, tanto che è stato difficile abolirla. Il Labour deve pensare a come fare lo stesso. Ma come sia Attlee che la Thatcher hanno colto lo spirito del loro tempo, così ha fatto il Corbynismo. Il vecchio ordine sta decadendo, i sintomi malati sono ovunque. Il socialismo è tornato. E sarà salutato con gioia ben oltre le spiagge di Brighton piene di militanti entusiasti.

Traduzione a cura di Sara Liguori dell’articolo di Owen Jones pubblicato sul Guardian con il titolo “Like Attlee and Thatcher before him, Corbyn will completely transform Britain

Fonte: largine.it

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