La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 15 gennaio 2016

Come il modello aziendale di McDonald's danneggia i consumatori europei

di Gianluca Di Ascenzo, Antonio Longo e Antonio Gaudioso
Quando si parla di McDonald's, pensiamo ai panini, alle patatine fritte e a un pranzo economico. Ma il colosso del fast-food si distingue anche per il modo in cui tratta i suoi clienti e gestisce i prezzi. Questa settimana, come rappresentanti di associazioni per la difesa dei consumatori abbiamo depositato una denuncia alla Commissione Europea chiedendo l'avvio di un'indagine formale sulle pratiche aziendali di McDonald's che secondo la nostra analisi potrebbero costituire pratiche anticoncorrenziali e un abuso di posizione dominante con l'effetto di restringere la concorrenza danneggiando i gestori di ristoranti in franchising e i clienti.
Alcuni potrebbero chiedersi: come può la catena di fast food famosa per il suo "Happy Meal" essere responsabile di un danno ai consumatori?
La spiegazione parte necessariamente dalla presa d'atto che, nonostante le apparenze, vendere panini e patatine non è il focus primario del modello di business di McDonald's. Il vero guadagno arriva dal settore immobiliare. Vediamo come. McDonald's obbliga i gestori dei suoi negozi in franchising a prendere in affitto immobili che possiede direttamente, una condizione che altre catene di fast food raramente richiedono. Con questo obbligo contrattuale per i franchisee, l'azienda sarebbe in grado di chiedere affitti che sono più alti rispetto al mercato, fino a dieci volte, secondo la ricerca che abbiamo condotto e allegato alla denuncia.
Gran parte dei profitti di McDonald's in Europa, dunque, sarebbe in realtà generata dagli affitti richiesti ai franchisee, quasi due terzi dei profitti totali che McDonald's riceve dai negozi in franchising. Oltre a richiedere canoni di locazione elevati, McDonald's imporrebbe ai licenziatari di rispettare una serie di altre condizioni contrattuali restrittive come contratti a lungo termine (20 anni), i, royalty elevatissime e clausole di terminazione del contratto non agevoli e collegate a patti di non concorrenza per uno o due anni. Cosa permette a McDonald's di passarla liscia? McDonald's è indubbiamente la catena di fast food leader in Europa, grazie ad una rete di 8mila ristoranti che servono quasi 16 milioni di clienti. Questi ristoranti hanno generato un giro d'affari di 19 miliardi di dollari solo nel 2014, il doppio rispetto a quello del suo concorrente più forte. McDonald's è dunque grande abbastanza da dettare le proprie regole. Con un sistema così redditizio alle spalle, non stupisce che il fondatore di McDonald's abbia affermato una volta: "Signore e signori, non faccio affari nel settore degli hamburger, ma in quello immobiliare".
E mentre McDonald's ha fatto miliardi, sono stati i consumatori a dover assorbire i costi extra: messi alle strette da affitti e tariffe così elevate, i gestori dei locali in franchising scaricherebbero l'onere sui clienti, alzando i prezzi dei panini e dei menu. Una ricerca recente ha dimostrato che i prezzi dei prodotti venduti nei ristoranti in franchising sono significativamente più alti di quelli serviti nei ristoranti di proprietà dell'azienda. Per l'Italia, i numeri parlano da soli: a Bologna la ricerca dimostra che il 97% delle voci nel menù erano più care nei punti ristoro in franchising che nei ristoranti direttamente gestiti dalla multinazionale. A Roma la cifra si aggira intorno al 70%. Lo stesso è stato rilevato in Francia. A Marsiglia, il 79% dei prodotti in menù era più caro nei ristoranti in franchising. A Parigi il 71% e a Lione il 25%. 
Il management di McDonald's è probabilmente abituato a fare il buono e cattivo tempo in America, ma in Europa le pratiche anticoncorrenziali e l'abuso di posizione dominante sono illegali. E non è il solo elemento su cui bisogna fare luce: alla fine dell'anno scorso la Commissione Europea ha annunciato di aver aperto un'indagine per fare chiarezza sulle strategie contabili che potrebbero aver permesso alla multinazionale l'elusione delle tasse in Europa. Si ipotizza che il colosso del fast food abbia eluso dal 2009 più di un miliardo di euro.
Le pratiche aziendali che abbiamo messo in evidenza nella nostra denuncia potrebbero costituire una seria violazione della normativa europea in materia di antitrust. Le leggi in vigore prevedono forti sanzioni, se l'accusa venisse confermata, McDonald's potrebbe essere chiamata a pagare fino al 10% del suo fatturato totale globale. Qualcosa come 9 miliardi di dollari. L'impatto sull'azienda sarebbe significativo, ma è giusto che sia così. McDonald's è libera di esportare in tutto il mondo i suoi gustosi panini, ma i suoi menù non possono includere la violazione delle nostre leggi.

Gianluca Di Ascenzo è Presidente di Codacons, Antonio Longo è Presidente di Movimento Difesa del Cittadino, Antonio Gaudioso è Segretario Generale di Cittadinanzattiva.

Fonte: Huffingtonpost.it 

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