La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

mercoledì 14 giugno 2017

Il Parlamento sospeso del Regno Unito. Intervista a Paul Mason

Intervista a Paul Mason 
Il Primo Ministro Britannico Theresa May ha subito una grave battuta d’arresto in un’elezione indetta a sorpresa che ha visto il suo Partito Conservatore perdere la maggioranza in Parlamento meno di due settimane prima che il paese ha in programma di iniziare i colloqui per uscire dall’Unione Europea. La May ha indetto le elezioni tre anni prima aspettandosi di ottenere un vasto consenso per negoziare con i leader europei sui termini della cosiddetta Brexit. I Conservatori sono, invece, restati senza una chiara maggioranza e un Parlamento sospeso. Il leader del Partito Laburista, Jeremy Corbyn che si è candidato con il programma: “Per i molti, non i pochi”, ha detto che i risultati dell’elezione di giovedì 8 dimostrano che gli elettori stanno “voltando le spalle all’austerità.” Si uniscono a noi Paul Mason, editorialista del Guardian, e Mehdi Hasan, giornalista britannico insignito di premi e presentatore ad Al Jazeera in lingua inglese. Conduce il programma di interviste di Al Jazeera, “Upfront” e scrive sul webzine The Intercept.
AMY GOODMAN: Cominciamo il programma di oggi nel Regno Unito dove il Primo Ministro Britannico Theresa May ha subito una grave battuta d’arresto in un’elezione indetta a sorpresa che ha visto il suo Partito Conservatore perdere la maggioranza in Parlamento meno di due settimane prima che il paese ha in programma di iniziare i colloqui per uscire dall’Unione Europea. La May ha indetto le elezioni tre anni prima aspettandosi di ottenere un vasto consenso per negoziare con i leader europei sui termini della cosiddetta Brexit. I Conservatori sono, invece, restati senza una chiara maggioranza e un Parlamento sospeso. Pochi minuti fa, Theresa May, ha detto, da Downing Street, 10, che il suo partito formerà un governo di coalizione con Il Partito Democratico Unionista dell’Irlanda del Nord.
PRIMO MINISTRO THERESA MAY: Ciò di cui il paese ha bisogno più che mai è la certezza. Essendosi assicurato il maggior numero di voti e il più grande numero di seggi in Parlamento nell’elezione generale, è chiaro che soltanto il Partito Conservatore e quello Unionista hanno la legittimità e la capacità di fornire questa certezza avendo il sostegno della una maggioranza alla Camera dei Comuni.
AMY GOODMAN: Questo avviene mentre il leader del Partito Laburista, Jeremy Corbyn, ha detto che i risultati sono la prova che la May dovrebbe dimettersi. Corbyn si è candidato con il programma: “Per i molti, non i pochi”. Ha detto che i risultati dell’elezione di giovedì 8 dimostrano che gli elettori stanno “voltando le spalle all’austerità.”
JEREMY CORBYN: Ciò che è accaduto è che le persone hanno detto che ne avevano avuto abbastanza delle politiche di austerità, ne avevano avuto abbastanza di tagli alla spesa pubblica, di sotto finanziare le nostre scuole e i nostri servizi per l’educazione, e di non dare ai nostri giovani le possibilità che meritano nella nostra società.
AMY GOODMAN: Nelle ultime fasi della campagna elettorale, la Gran Bretagna è stata colpita da due attacchi di militanti rivendicati dall’ISIS che hanno ucciso 30 persone a Manchester e a Londra. Lo spostamento dell’attenzione sui problemi della sicurezza hanno nuociuto alla May, in parte perché aveva gestito i tagli al numero di poliziotti durante il suo precedente ruolo di Ministro degli Interni.
Data la cancellazione della maggioranza parlamentare del Partito Conservatore, si suppone che la May si rivolga al Partito Unionista Democratico (DUP) dell’Irlanda del Nord affinché le fornisca il numero di seggi necessario per una limitata maggioranza sufficiente. Oggi in mattinata si incontra con la regina.
Per saperne di più ci colleghiamo con due ospiti. A Washington. D.C., siamo collegati con Mehdi Hasan , giornalista britannico insignito di premi e presentatore ad Al Jazeera in lingua inglese. Conduce il programma “Upfront” e scrive su The Intercept. E’ autore di Ed: The Milibands and the Making of a Labour Leader and The Debt Delusion: Exposing Ten Tory Myths About Debts, Deficits and Spending Cuts. E a Londra siamo collegati con Paul Mason, editorialista del Guardian e regista di base a Londra. Il suo libro più recente è: Postcapitalism: A Guide to Our Future.
Diamo il benvenuto a entrambi a Democracy Now! Ma prima ci colleghiamo con Washington. D.C, con Mehdi Hasan. La sua opinione su quello che è appena accaduto in Gran Bretagna?
MEHDI HASAN: Penso che sia un’umiliazione assoluta per il primo ministro del regno Unito, Theresa May. Amy, e aveva un 25 punti di vantaggio nei sondaggi di quando è iniziata questa campagna, e finisce con un Parlamento sospeso, avendo perduto seggi in Parlamento , contro il leader del Partito Laburista, Jeremy Corbyn che ha aumentato le percentuali di voto del più grosso margine mai avuto fin dal 1945, credo. E’ quindi una pessima notizia per lei. E’ stata primo ministro per meno di un anno. Non sappiamo per quanto tempo sopravvivrà, perché il Partito Tory non ama chi perde. E gli squali sentono già odore di sangue all’interno del suo partito e stanno nuotando in cerchio. Ci sarà molto presto un assalto alla sua leadership, ne sono sicuro.
In quanto al governo…Amy, hai parlato di questa coalizione con il Partito Unionista Democratico (DUP) che questa mattina su Twitter il mio amico Owen Jones ha definito l’ala politica del 18° secolo, cioè un partito profondamente reazionario e intollerante che ha legami con ogni tipo di gruppi paramilitari. E’ un’ironia formare un governo con loro, quando ha condotto una campagna in cui ha ripetuto in ogni intervista, in ogni discorso che avrebbe dato vita a un governo forte e stabile, mentre l’ultima cosa che ha dato questa mattina al Regno Unito è un governo forte e stabile. E’ imbarazzante per lei e probabilmente è la fine della sua carriera politica.
AMY GOODMAN: Paul Mason, lei è proprio qui a Londra. Il primo ministro ha appena parlato dalla sua residenza a 10 Downing Street 10. Ci spiega che cosa succederà adesso?
PAUL MASON: Il primo ministro Theresa May non aveva necessità di indire questa elezione. L’ha indetta e invece di ottenere una maggioranza extra che l’avrebbe aiutata ad affrontare il suo programma legislativo e questa cosiddetta rottura “dura” con l’Europa, la Brexit “dura”, ha fallito completamente. Ha perduto più seggi di quanti ne abbia guadagnati. E ha dovuto scegliersi questa alleanza con questo partito di destra e settario in campo religioso.
Che sia stabile oppure no, rimuove una delle sue posizioni negoziali. Voglio dire che è un po’misterioso per gli spettatori americani, ma questo partito nell’Irlanda del Nord vuole che non ci sia nessun confine tra l’Irlanda del Nord e la Repubblica Irlandese, dopo la Brexit. Per farlo, però, ci deve essere un accordo. La posizione negoziale della May dipende dalla minaccia di andarsene senza un accordo. Quindi, proprio in questo momento non può farlo. E’ una minaccia irrilevante. Inoltre, i partner del negoziato in Europa, gli altri 27 paesi, comprendono del tutto questo. La May ha quindi indebolito la sua posizione.
AMY GOODMAN: E’ una faccenda definita, che la May formerà una coalizione con questo partito dell’Irlanda del Nord, il Democratico…
PAUL MASON: Partito Unionista.
AMY GOODMAN: Il Partito Unionista Democratico. Ci spiega esattamente che cosa è?
PAUL MASON: Nell’Irlanda del Nord si sono avuti 20 anni di guerra civile religiosa e di nazionalismo contro il nazionalismo irlandese contro l’unionismo. Erano dalla parte unionista, la parte che inviava le truppe, un numero piuttosto notevole di truppe, per reprimere l’insurrezione nazionalista. Le loro radici sono nell’aspetto costituzionale di questo. Ma ci sono molte persone coinvolte in quel partito, ora e che hanno una formazione nelle forze armate dell’altra parte, proprio come il Sinn Féin, cioè il partito nazionalista irlandese ha un background dall’altra parte. E’ un partito conservatore, profondamente religioso. E’ contro l’aborto. E’ contro i diritti delle donne. E’ contro i diritti dei gay. Vuole i negozi chiusi di domenica. Si troverebbe a proprio agio a un comizio di Donald Trump in un modo in cui non si troverebbe Theresa May.
Ricordate, inoltre, che in molte città britanniche ci sono ancora i residui della rivalità religiosa in molte città britanniche dove ci sono comunità irlandesi. Quindi scegliere una parte nel conflitto in Irlanda del Nord e metterlo al governo, sarà realmente un fatto negativo, non soltanto in un paese che è uno dei nostri principali partner commerciali, cioè l’Irlanda del Sud, ma anche in città britanniche come Liverpool e Glasgow. E’ quindi un atto di disperazione nato da un totale fallimento strategico che dovrebbe proprio fare in modo che questa donna porti via le valigie da Downing Street 10 proprio adesso.
AMY GOODMAN: Mehdi Hasan, che cosa significa questo per la Brexit, per la Gran Bretagna che lascia l’Unione Europea?
MEHDI HASAN: Significa che stavamo già volando alla cieca quando si è trattato della Brexit. Intendo dire che Theresa May e il suo governo sono stati famosi per aver detto: “Brexit significa Brexit”, quando gli si chiedeva quale era la loro strategia. E ora fa dei negoziati, tra 10, 11 giorni, credo, con i partner europei, con i governi europei che fondamentalmente sanno che non è la lady di ferro che cercava di sembrare, non è Margaret Thatcher rinata che calpesterà tutti, se mai l’avrebbe fatto.
Sanno di sicuro che la May è una specie di recipiente vuoto e che predica e ma che non è stata neanche capace di vincere un’elezione nel suo paese contro un rivale che si supponeva fosse questo marxista impopolare, amante dei terroristi. E l’idea che ora la May vada contro la Merkel e Macron e ottenga un qualche tipo di accordo in cui i britannici sono vittoriosi e gli Europei i perdenti, è assurda.
E penso che questo sia il problema del dibattito in Gran Bretagna e della copertura dei media britannici, è che abbiamo dei media di destra nel Regno Unito che danno spazio a leader piuttosto mediocri e incompetenti. E’ accaduto con David Cameron che è stato trattato come un grande genio politico. E guardate che cosa è successo. E ora Theresa May; dopo un anno che è subentrata a David Cameron, ci viene detto che è la nuova Margaret Thatcher. Si parlava di un dominio Tory del Regno Unito per i prossimi 20, 30, 40 anni. Ed eccoci qui ora con i Tory incapaci di ottenere la maggioranza, costretti a formare una coalizione con questo partito estremista.
E, riguardo al DUP, Amy, farò soltanto una rapida osservazione. E’ un’ironia che Theresa May ha condotto una campagna in cui ha accusato Jeremy Corbyn di essere effettivamente alleato con terroristi, sostenitore dell’IRA, di Hamas e di Hezbollah. Ora la May entra in una coalizione con un partito che è ancora legato ai gruppi lealisti paramilitari e terroristi nel Irlanda del Nord. Che ironia! Che cosa ipocrita, potrebbe dire qualcuno.
AMY GOODMAN: Voglio parlare di che cosa succede a Jeremy Corbyn, Paul Mason. Il leader del Partito Laburista ha suggerito che i risultati dell’elezione indicano in rifiuto delle ondate populiste di destra che stanno dilagando oggi in Europa.
JEREMY CORBYN: La partecipazione a questa elezione di molte persone che non hanno partecipato ad elezioni prima, dimostra la determinazione di fare qualcosa in maniera molto diversa in questo paese e di assumere un atteggiamento diverso verso il resto del mondo.
AMY GOODMAN: Anche se i sondaggi indicavano che ci sarebbe stato un plebiscito per Thresa May, ieri sera tardo sembrava che fosse possibile Jeremy Corbyn potesse diventare primo ministro. Ci dici a che punto è ora, con quale programma ha fatto la campagna? Potrebbe essere primo ministro molto presto?
PAUL MASON: Potrebbe essere primo ministro in autunno. Quando abbiamo iniziato, 6 settimane fa, i sondaggi ci davano il 24%, e il 50% per i Conservatori. Il vero risultato di ieri sera, eravamo al 40% e i Conservatori a 43%. Abbiamo aggiunto 3 milioni di voti ai 9 milioni di voti che avevamo già. Che cosa erano quei voti? Ebbene, nella scorsa elezione dii due anni fa, ha votato un quarto dei giovani al di sotto dei 24 anni. Ieri erano il 72%. Ma non è stato soltanto questo. Corbyn ha mobilitato la classe operai bianca che in precedenza aveva una mentalità conservatrice. Pensavamo che avevamo almeno un terzo, forse di più, di persone che si spostavano dal nostro equivalente della destra alternativa, verso Corbyn: famiglie della classe operaia con redditi estremamente bassi che pensavano che tutte queste cose di terrorismo che suscitano paura fossero dirette a loro, ma poi hanno visto che Corbyn offriva loro qualcosa: la speranza, in generale e il denaro, più specificamente, pentole di denaro in assoluto, tolte ai ricchi per mezzo delle imposte sul patrimonio, e regalate a loro.
E penso che i suoi spettatori si chiederanno: Bernie avrebbe vinto in America? Non sappiamo se è vero, ma sappiamo che potrebbe aver vinto osservando ciò che ha fatto Corbyn, che ha cavalcato l’onda dell’entusiasmo, ha creato questo epico senso di possibilità che ha continuato a crescere. Avrete visto le foto dei massicci comizi dove parlava. La notte scorsa c’erano delle strade di Londra dove c’erano moltissimi propagandisti che bussavano alle porte, sembrava una specie di trambusto. C’era così tanta gente nelle strade che la gente apriva le porte e chiedeva: “Ehi! Che succede?” e loro rispondevano: “Stiamo soltanto facendo propaganda elettorale per Jeremy.”
AMY GOODMAN: Il popolare blogger britannico Richard Seymour ha twittato: “Immaginate se i colleghi di Corbyn in parlamento non lo avessero ripetutamente accoltellato alla schiena per due anni, come potrebbe essere la situazione.” E’ d’accordo con questo, Paul Mason?
PAUL MASON: Non è soltanto questo perché, naturalmente, penso che due terzi dei membri del Parlamento per i Laburisti avevano una totale mancanza di immaginazione. Non capivano che questo era possibile, e pensavano soltanto, molto genuinamente e molto razionalmente, che la politica di sinistra significa isolamento e la contrazione del vostro voto. Abbiamo ora dimostrato che non è vero. Quindi sono favorevole a “quel che è stato è stato” e voglio realmente tentare di impegnarli in una sintesi costruttiva di ciò che credono e del modo in cui vogliono lavorare e il modo in cui noi, sostenitori di Corbyn e del movimento Momentum *vogliamo lavorare.
Per dare un esempio concreto, abbiamo inviato squadre di propagandisti, e alcuni di loro preparati da persone che avevano lavorato durante la campagna elettorale di Sanders che sono venuti qui, in due circoscrizioni, due zone dove si votava, e dove il quartier generale del partito diceva che non si poteva vincere. Hanno cercato di cacciarli via e gli dicevano: “Andate nei posti dove è necessario che vinciamo, non in questi posti folli. Abbiamo ottenuto la vittoria in entrambi. In altre parole, penso che siamo ora in grado di ispirare i nostri colleghi del centro e della sinistra del Partito Laburista e penso che i Democratici, la sinistra dei Democratici dovranno impegnare
i loro colleghi centristi, mostrando loro che cosa si può fare.
AMY GOODMAN: E, infine, Mehdi Hasan, lei è un giornalista britannico ma che è di base a Washington, D.C. Vede dei parallelismi tra quello che è avvenuto in Gran Bretagna, cioè Theresa May, uno dei primi leader del mondo che è andata negli Stati Uniti per incontrare Trump, e la politica di qui?
MEHDI HASAN: Ebbene, a proposito di Trump, è interessante notare che aveva appoggiato così fortemente Marine Le Pen ed è stata distrutta, e poi è diventato amicone di Theresa May che no ha fatto molto bene. Quindi, c’è una “fortuna” di Trump.
Nei termini della realtà, penso che Paul abbia ragione di parlare del senso epico della possibilità su entrambe le sponde dell’Atlantico. Bernie Sanders questa mattina ha elogiato Jeremy Corbyn, giustamente, anche se Bernie e l’ala di Bernie del Partito Democratico stanno affrontando molta maggiore opposizione al suo interno da parte dei centristi – lo abbiamo visto per la corsa al Consiglio Nazionale Democratico – di quanta ne affronti Corbyn. E penso che Paul abbia ragione di dire che bisogna dimenticare il passato. Se si va proprio adesso sui social media, troverete ex sostenitori di Blair e di deputati centristi del Partito Laburista che dicono: “Sai una cosa? Ci siamo sbagliati. Abbiamo sottovalutato Jeremy Corbyn. Siamo meravigliati da questo risultato.” E il suo ex rivale, Owen Smith che proprio l’anno scorso era candidato contro Jeremy Corbyn per la leadership del partito, dice: “Voglio abbracciarlo. C’è qualcosa in questo tizio che dobbiamo conservare con cura.”
Quindi penso dovrà cominciare a esserci un cambiamento di panorama, qui, cosa molto importante. E Jeremy Corbyn si è presentato con un piano di nuova nazionalizzazione delle ferrovie, di aumento dei salari minimi, di tasse per i ricchi, e ha avuto il 40% dei voti. Questa è una percentuale di voti più alta di quella ottenuta dagli scorsi tre leader laburisti nelle precedenti tre elezioni. E’ un risultato davvero sorprendente.
AMY GOODMAN: Per ora ci fermiamo qui, ma, naturalmente, continueremo a seguire la storia man mano che si svolge. Mehdi Hsa le chiediamo di restare con noi perché ti collegherai con noi per la tavola rotonda su Comey, l’esplosiva testimonianza fatta ieri al Senato. Mehdi Hasan è un giornalista britannico che lavora con Al Jazeera nell’edizione inglese e con The Intercept. Paul Mason, collegato con noi da Londra è un editorialista del Guardian e anche regista.

Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
Originale: Democracy Now
Traduzione di Maria Chiara Starace
Traduzione © 2017 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY NC-SA 3.0

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