La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

martedì 13 giugno 2017

Pisapia e i fenomeni di Repubblica

di Lucia Del Grosso
Mentre nel resto d’Europa la sinistra riscopre quel classico intramontabile che è la lotta di classe, in Italia la sinistra tutte le mattine si alza, apre i giornali e medita sui misteri di Repubblica. Repubblica è veramente convinta di essere il Verbo della sinistra, solo che a differenza di quello vero, che si è incarnato una sola volta, in principio si fece carne in Veltroni, poi in Renzi e adesso in Pisapia. E tutte le volte la sinistra fa atto di fede e crede, fortissimamente crede. E mica crede con qualche dubbio o tentativo di razionalità, no, crede proprio quia absurdum.
E infatti quella di Pisapia che sfida Renzi alle primarie è proprio grossa, si posiziona vicino a quella della verginità della Madonna (con tutto il rispetto, lungi da me offendere i Cristiani, ma non è un caso che sia un dogma), però Repubblica ci spara un titolone. Domani vedremo la messa di Scalfari.
E’ che Repubblica ha deciso di crocifiggere Renzi che non fa i miracoli e ha bisogno di un nuovo Figlio che predichi l’amore e la pace se no la sinistra riprende con la sua fissa della lotta di classe e magari ci mette pure un po’ di cattiveria.
Invece in Italia i poteri forti le loro beghe interne se la devono vedere in santa pace senza una sinistra di disturbo. Perciò ogni volta che il fenomeno di distrazione si usura ne presentano un altro e la sinistra puntualmente abbocca e inizia a giocare.
Quando la smetterà la sinistra di partecipare a queste lotte di potere degli interessi forti del Paese allineandosi al più subdolo di questi, cioè De Benedetti?
E’ così difficile capire che De Benedetti e il grumo di potere economico che fa riferimento a lui sono decenni che usano la sinistra come truppe per posizionarsi al governo contro altri gruppi di potere?
Ma possibile che non sorga di default a tutti il sospetto che non è credibile che un sindaco, tomo tomo cacchio cacchio, si proponga all’improvviso come leader della sinistra solo grazie al suo carisma? E invece c’è sempre qualcuno che liquida come dietrologia la tesi più che plausibile che abbia le spalle coperte all’armamentario mediatico di Repubblica, che fa e disfa leader.
E quello che fa incazzare di più è che qualcuno lo sa, ma siccome è convinto che non si vince contro i poteri forti, si accoda a quello al volto più umano. Vero Bersani?
Ma varrà qualcosa l’esempio di Corbyn che invece fa avanzare la sinistra di dieci punti in un anno sotto il bullismo dei media che l’hanno selvaggiamente dileggiato e massacrato?
Solo che nel caso di Corbyn la famosa talpa ha scavato, mentre la talpa della sinistra italiana non ha voglia di lavorare, perché ricostruire una connessione sentimentale con il proprio popolo costa fatica e sacrifici, meglio allontanare il calice, proseguendo con le metafore religiose.
Quanto a Pisapia, si sta prestando consapevolmente a questo gioco che Repubblica sta preparando a tempo, già da quando ha rifiutato di ricandidarsi come sindaco. E quella della sfida a Renzi sulle primarie è spacconeria come quella di Renzi, solo che ammantata di uno stile più mite ed educato. E che di coraggioso non ha niente di niente se si sa di avere il super supporto di Repubblica. Semmai è un atto incosciente. A parte la ripetizione dello schema classico di scelta della leadership come scontro tra personalità, ma su quale programma non si sa, pensa veramente di vincere lui? Ahahahahah! E se non vince che si fa, si appoggia Renzi?
Io direi di finirla con la storia della sinistra che si vuole frazionare per forza: è che con le teste di minchia non ci può essere prospettiva comune.

Fonte: blog dell'Autrice

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