La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 27 novembre 2015

No alle loro guerre: il #28N manifestazioni in tutta la Spagna

di Alberto Manconi
Per sabato pomeriggio in decine di città in tutta la Spagna sono state convocate manifestazioni per opporsi tanto al terrorismo quanto alla politica del terrore, e dunque al clima xenofobo e antidemocratico che i governi europei stanno cavalcando per portare altro odio e altre guerre.
La piattaforma della mobilitazione, nella forma del manifesto che lancia l'appuntamento di Madrid - riportato al termine di questa introduzione – si è rapidamente diffusa in rete producendo appuntamenti in tutte le principali città spagnole. Le reti politiche e sociali attive nel lungo ciclo di movimento spagnolo degli ultimi anni si mobilitano dunque per una scommessa importante che coinvolge anche tutti i “sindaci del cambiamento”, tra i firmatari del manifesto.
Si tratta di una scommessa, perché il clima di odio e chiusura si fa pesante in tutta Europa ma, in particolare, perché in Spagna a meno di un mese dalle elezioni la cautela politica del nemico è massima. Apparentemente scongiurata la possibilità di un Governo Iglesias, i due vecchi partiti del regime ed il “nuovo” Ciudadanos stringono i richiami all'unità nazionale attorno al Patto anti-jihadista, rifiutato da Podemos in quanto volto a limitare le libertà di espressione in nome della sicurezza.
In questo quadro, tuttavia, i candidati alla presidenza dei tre partiti che hanno firmato il patto evitano accuratamente di esporsi sull'eventualità di un intervento militare che coinvolga anche la Spagna. Ciò perché consapevoli dell'accumulo di forze sociali e politiche prodotto, prima del 15M, dal movimento contro la guerra del decennio scorso; il quale, contrapponendosi agli interessi portati avanti da Aznar e Bush, indicò già allora i responsabili della situazione odierna. Troppo rischioso, dunque, per Ciudadanos, PP e PSOE, parlare di guerra prima delle elezioni del 20 Dicembre.
Tutto ciò rende le piazze di domani tanto complicate quanto interessanti per la portata politica delle stesse, che travalica necessariamente i confini nazionali per contestare le politiche, interne ed estere, di una Unione Europea fatta di emergenza, austerità, odio, paura e guerra.
L'auspicio, espresso anche nel manifesto di lancio, è perciò quello di veder nascere dalle città spagnole una prima risposta, e dunque il primo tassello di un, quantomai necessario, movimento (almeno) europeo per la pace, con tutti i potenti nemici che questo oggi comporta. Di seguito il manifesto italiano (il testo originale lo potete trovare qui)
Non in nostro nome
I terribili attentati che hanno colpito Parigi il passato 13 Novembre cercavano di instaurare un clima e un regime di terrore nella popolazione, alzando muri di sospetto e odio tra i cittadini, fratturando la vita in comune e instaurando la politica della paura nel nostro vivere quotidiano. Se la risposta alla barbarie passa per sospendere diritti, tagliare libertà e chiuderci in casa, la vittoria del terrorismo sarà totale. Se al dolore per le vittime innocenti si risponde provocando più dolore ad altri, anch'essi innocenti, la spirale sarà implacabile. Se cerchiamo colpevoli tra le nostre vicine e i nostri vicini per il semplice fatto di vestire o pensare diversamente, se criminalizziamo a chi fugge precisamente da questo stesso orrore, staremo contribuendo a innalzare gli stessi muri che il fanatismo vuole creare. Non possiamo permetterlo. Il fanatismo terrorista del Daesh (ISIS) è funzionale ed alimenta il fanatismo razzista europeo, mentre i nostri Governi praticano tagli di diritti sociali e libertà fondamentali, xenofobia istituzionale e bombardamenti indiscriminati, che si sono dimostrati inefficaci. Ci rifiutiamo di partecipare al falso scambio tra diritti e sicurezza. Qui, a Parigi, in Iraq o in Siria, sono i popoli quelli che soffrono le morti mentre pochi, da una parte e dall'altra, trafficano con influenze, armi ed interessi strategici globali. L'odio fanatico di alcuni non si può brandire come giustificazione per nuovi odi. Ci neghiamo di essere ostaggi di odio, terrore e intolleranza, questo sarebbe come arrendersi di fronte al terrorismo.
Come firmatarie e firmatari di questo manifesto crediamo che la democrazia, i diritti umani e l'aspirazione a una pace con giustizia non sono né una meta né una moneta di scambio per niente, piuttosto che costituiscono in sé stessi il cammino e l'orizzonte, oltre che la migliore risposta contro chi vuole farla finita con essi. Per questo ci opponiamo drasticamente a qualsiasi risposta all'odio che implichi più odio, più intolleranza, più morti di innocenti e meno diritti e libertà. Dalla convinzione che in questi momenti la cittadinanza non solo non può nascondersi, ma deve essere protagonista ed in prima linea ad indicare la risposta contro il terrore, ci convochiamo il Sabato 28 di Novembre alle 12:00 nella piazza del Museo Reina Sofia per mostrare la nostra condanna agli attacchi terroristici di Parigi e Libano, la nostra condanna ai bombardamenti contro la popolazione civile siriana, la nostra condanna ai tagli alla democrazia come inefficaci garanzie di sicurezza e la nostra condanna alla politica estera guerrafondaia iniziata da Bush-Blair-Aznar. Invitiamo il resto dei municipi ad aggiungersi a questa iniziativa realizzando convocazioni cittadine simili. Contro il terrorismo, contro l'islamofobia e contro le loro guerre. Né le restrizioni delle libertà né i bombardamenti ci porteranno la sicurezza e la pace. NON in nostro nome.

Fonte: dinamopress.it

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