La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 28 novembre 2015

Tutti alla Global march per il clima

di Vittorio Cogliati Dezza
Domenica 29 novembre, alla vigilia della Cop21, il summit delle Nazioni Unite per il clima, milioni di persone scenderanno in piazza attraverso i cinque continenti in più di 150 paesi, da San Paolo a Nuova Delhi, passando per Kampala, Melbourne, Ottawa, Tokyo, Madrid e Roma in oltre 2000 eventi per chiedere ai rappresentanti degli oltre 190 paesi che si stanno per riunirsi a Parigi che ci sia un accordo, che sia legalmente vincolante e che sia ambizioso. Dopo i tragici attentati di Parigi, il governo francese ha cancellato la manifestazione nella propria capitale. E da Parigi i cittadini hanno lanciato un appello a tutto il resto del mondo: "Marciate anche per noi", e in solidarietà con tutti coloro che in diversi paesi del mondo sono stati colpiti da attentati terroristici.
E Parigi oggi è il luogo simbolico per eccellenza per esplicitare le connessioni profonde tra clima e pace, tra petrolio e guerra. L'emergenza climatica non può essere affrontata con gli strumenti della guerra e richiede un accordo globale e un organismo autorevole che ne verifichi l'applicazione. Ma non è solo questo, oggi infatti è indispensabile porsi una domanda: chi compra il petrolio dello Stato islamico?
Una domanda che raramente, molto raramente, ho sentito porre in questi giorni, segnati da raccapriccianti stragi. Eppure insieme al fiorente commercio di armi è una delle più serie ragioni dell'irrisolvibilità di questa "Terza Guerra mondiale a pezzi" come l'ha definita papa Francesco. I signori della guerra sono anche i signori del petrolio. Ecco perché la Cop21 a Parigi rappresenta la porta stretta attraverso cui passa anche l'inversione di questa drammatica tendenza all'inevitabilità del conflitto armato.
A Parigi si scontreranno due visioni del nostro comune futuro: una visione democratica contro una visione autoritaria (in cui la religione ha molto poco a che fare ), una che vuole costruire, nello spirito di un accordo globale che garantisca tutte le popolazioni del globo, un nuovo equilibrio, e soprattutto un nuovo scenario fossil free, l'altra che mira a difendere gli interessi delle ristrette ma potenti lobby del fossile. Da un lato le vecchie fonti energetiche del '900, ed i conflitti globali che ne derivano, dall'altro l'avvio coraggioso e determinato di una strategia fossil free, che liberi l'accesso all'energia delle popolazioni dal potere di alcuni grandi player internazionali, mettendo così in campo anche le premesse per la lotta alla povertà nel mondo.
Oggi lottare per un buon accordo globale sul clima vuol dire combattere le lobbies delle fonti fossili, rifiutare il terrorismo, rilanciare la democrazia e la pace. E l'Italia? L'Italia non si presenta con le carte in regola. Sono inequivocabili i dati sull'andamento delle rinnovabili nel nostro paese, pubblicati da Legambiente. Dal 2011 al 2014 le installazioni di impianti di solare fotovoltaico e eolico in Italia sono crollate del 92%, passando da 10.663 MW a 733 nel 2014. E le prospettive del 2015 sono ancora peggiori. Siamo di fronte ad una scelta irresponsabile che mentre rilancia le trivellazioni, fa regredire uno dei pochi settori che ha retto bene alla crisi economica. E che indubbiamente porta vantaggi alla bilancia energetica del paese ed ha contribuito alla riduzione del prezzo dell'energia elettrica e delle emissioni arrivando a coprire il 40% circa dei consumi elettrici. Ciò che è più assurdo è che in questo clima vandeano contro le rinnovabili sono stati bloccati persino provvedimenti a costo zero che permetterebbero di aiutare le rinnovabili con la semplificazione delle procedure e il via libera all'autoproduzione e allo scambio della produzione da rinnovabili con la rete.
A Parigi serve un drastico cambio di passo e di direzione. Serve un taglio drastico dei sussidi alle fonti fossili, per riequilibrare il mercato e per avere a disposizione un prezioso tesoretto (secondo il FMI si libererebbero1.800 mld di €) a disposizione delle misure di mitigazione e adattamento per combattere i cambiamenti climatici in tutto il mondo. I governi di tutto il mondo dovranno dunque giungere ad un accordo equo e legalmente vincolante, che consenta di limitare il riscaldamento globale almeno al di sotto di 2°C e acceleri la transizione verso la decarbonizzazione. La scommessa è che si possa assicurare un futuro giusto e sostenibile per tutto il pianeta con un mondo alimentato al 100% da energia rinnovabile entro il 2050. Esiste solo una soluzione al cambiamento climatico: ridurre drasticamente le emissioni di gas serra. Con questo obiettivo anche in Italia ci sarà la manifestazione nazionale a Roma con un corteo per il clima e per la pace che partirà alle ore 14 da Campo de Fiori e si concluderà in via dei Fori imperiali con un grande concerto alle 17.

Fonte: Huffington post 

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.