La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 27 maggio 2017

D'Alema e il ritorno al passato. Quello che ha spianato la strada a Renzi

di Maurizio Acerbo 
D’Alema propone un PD 2.0 con rilancio del maggioritario e coalizione col PD dopo elezioni: una fotocopia di Pisapia ma più combattiva. Un nuovo centrosinistra che somiglia al vecchio che per milioni di italiani significa privatizzazioni, “scordatevi il posto fisso”, ottusa pervicacia nel tagliare spesa sociale in ossequio ai diktat europei, legge Fornero, fiscal compact, pareggio di bilancio in Costituzione e qualche guerra di troppo. Quell’establishment è stato sconfitto da Renzi-Macron dopo aver sostenuto per anni politiche che hanno eroso e distrutto la fiducia popolare nella classe dirigente di centrosinistra.
E’ legittimo che D’Alema cerchi di mettere insieme un partito socialista dopo aver perso il controllo del PD, ma non pensiamo che sia questa l’alleanza per il cambiamento di cui c’è estremamente bisogno in Italia. Noi ribadiamo l’urgenza di costruire una nuova soggettività unitaria alternativa rispetto al PD e alle politiche che ha sostenuto fin da quando è stato fondato, che come i nostri compagni nel resto d’Europa, da Melenchon a Unidos Podemos a Syriza, metta insieme chi lotta per i beni comuni, i diritti sociali, la pace e in alternativa a quei trattati europei che sono condivisi da D’Alema e Bersani come da Renzi e Berlusconi. Una sinistra che rappresenti una rottura con le politiche neoliberiste dell’ultimo ventennio e che si batta con coerenza per l’attuazione della Costituzione. Siamo sicuri che se l’altra Italia alza la testa può – come accade in tutta Europa – andare ben oltre il 3%.

Fonte: rifondazione.it 

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