La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

lunedì 9 novembre 2015

Non solo slot: ogni anno 2 miliardi di 'Gratta e vinci

di Luca Sappino
Anche in questa legge di stabilità la voce “giochi” ha il segno più. Quelle di chi gioca d’azzardo sono tasche a cui non si smette di attingere, inventando nuovi giochi (sono 57 i diversi “gratta e vinci”, 11 le lotterie, cinque i giochi tipo Superenalotto), facendo pubblicità, tassando un po’ di più chi gestisce il mercato. Ed è questa, in particolare, la via scelta dal governo Renzi (che punta a raccogliere così 600 milioni di euro in più), che però ha anche scelto, come contropartita per gli operatori delle slot, di rinnovare tutte le concessioni in scadenza e di sanare circa 5mila negozi, centri scommesse, o corner irregolari.
È in questo quadro che durante un recente question timealla Camera, il ministero dell’Economia e delle Finanze ha reso pubblico un dato abbastanza sconcertante che riguarda però i “gratta e vinci”, all’apparenza così meno voraci delle slot. Con un’interrogazione a risposta immediata il deputato di Sinistra italiana, Giovanni Paglia ha chiesto al governo: «Quanti sono i biglietti del tipo “Gratta e Vinci” venduti negli anni 2012, 2013 e 2014?».
Il ministero ha così contato: gli italiani nel 2012 hanno 'grattato' 2 miliardi, 98 milioni e 187mila tagliandi, di ogni forma e colore; giusto poco meno nel 2013, quando la speranza ha preso la forma di un miliardo e 970 milioni cartoncini; scesi ancora nel 2014 a un miliardo e 904 milioni.
Gli italiani, dice ancora il ministero, hanno speso quindi tra i 9 miliardi e 799 milioni di euro del 2012 e i 9 miliardi e 400 milioni del 2014, con una leggera contrazione ampiamente compensata dalle altre infinite possibilità, con una spesa procapite (denuncia ancora Paglia) passata dai 355 euro del 2001 ai 1400 euro nel 2012. Le tentazini d’altronde si sono moltiplicate, così come i luoghi di vendita, che sono bar, autogrill, tabaccherie, edicole, e ormai anche le Poste.
Per lo Stato, quello delle cosiddette “vincite istantanee” è dunque un buon business, che frutta ogni anno più o meno un miliardo e mezzo di euro, al netto di quanto destinato per legge nelle vincite. E prende così un’altra luce, un po’ meno divertente e goliardica, la recente storia subito rimbalzata sui social dei due sposini che hanno chiesto per regalo di nozze solo “gratta e vinci”, di quelli della serie “Turista per sempre”, grattandone 5mila e collezionando vincite per mezzo milione di euro.
La legge di stabilità, però, non si pone il problema. Interviene solo sulle slot, alzando - come detto - la tassazione, con il prelievo erariale unico (il Preu) che passa per le Newslot dal 13 per cento al 15, e per le Vtl (le macchine di nuova generazione in cui, oltre alle monete, si possono inserire banconote) dal 5 per cento al 5,5.
Molti emendamenti propongono di alzare ancora un po’ la tassazione, e si vedrà nelle prossime settimane come andrà a finire. C’è poi la legge presentata dai Cinque stelle, primo firmatario Luigi Di Maio, che punta a vietare la pubblicità, e un emendamento ancora alla legge di stabilità, firmato da Sel, che propone che sia la Rai, in attesa che il parlamento prenda in esame la proposta Di Maio, a rinunciare agli introiti pubblicitari di giochi e scommesse.

Fonte: L'Espresso 

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