La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 10 marzo 2017

La Flat Tax, il governo della lotta di classe... al contrario. Aiutano i ricchi e tartassano i poveri

di Nicola Fratoianni 
Abbiamo un governo e una maggioranza che fanno la lotta di classe. Al contrario. Aiutano i ricchi e tartassano i poveri. Hanno confezionato l'ennesimo regalo ai super ricchi, ma questa volta si sono preoccupati di blandire i non italiani, o gli italiani di ritorno, ovvero coloro che sono andati via dall'Italia anni fa per evitare di pagare le tasse sui lauti patrimoni accumulati e che oggi possono rientrare pagando molto, molto poco. Dopo aver tolto l'Imu sulla prima casa in maniera indiscriminata, dopo aver fatto un paio di condoni fiscali, dopo aver tolto la tassa di possesso (l'equivalente del bollo auto) sulla imbarcazioni di lusso, arriva la flat taxDetta così in inglese la maggioranza delle persone non ha chiaro di cosa si tratti.
E invece è una proposta in stile Reagan, molto cara per altro a Matteo Salvini: consiste in un regalo ai più ricchi. Strano, no? Davvero strano che un governo cosiddetto di centrosinistra, in cui per altro non c'è nemmeno più ufficialmente Matteo Renzi, arrivi poi a proporre e attuare le stesse idee geniali della destra più classista e retriva del paese. Per la verità, tanto strano non è se entrambi gli schieramenti politici hanno come stella polare il pensiero neoliberista.
In sostanza, il governo dice "Non importa quanto grande sia il tuo patrimonio, né come lo accumuli, vieni in Italia e paghi solo 100 mila euro all'anno, per 15 anni, con benefici anche per i tuoi familiari". Venghino signori, venghino. Il messaggio devastante di un Paese in svendita.
Per intenderci, con numeri alla mano: se per assurdo (ma non troppo...) domattina Bill Gates si trasferisse a Milano pagherebbe in tasse lo 0,00013% del suo reddito, a fronte del 23% che tocca ogni anno come minimo a un operaio, un impiegato, un artigiano, o persino un cassaintegrato. Mi pare il solito schema per cui il mondo che piace ai ricchi è quello in cui le tasse esistono solo per gli altri.
E quindi mentre ai lavoratori si chiede tutto fino all'ultimo centesimo; mentre alle piccole medie imprese si chiedono sforzi di ogni tipo; mentre chi non arriva a guadagnare 8.000 € l'anno deve restituire i famosi 80 €, il governo apparecchia l'Italia per ricchi ed ereditieri.
I corollari di questo messaggio sono che il lavoro non vale più niente e che viene privilegiata la rendita. Con l'effetto immediato di un aumento delle disuguaglianze e della cristallizzazione della situazione socio-economica del paese.
Nel contempo la povertà continua ad aumentare e il governo non elabora alcuna risposta chiara e concreta che non sia una forma di compassionevole di reddito di inclusione, cui Sinistra Italiana si sta opponendo. 1 miliardo che copre appena il 30% delle famiglie in condizione di povertà, erogando loro appena 480 euro al mese e costringendoli ad attività paralavorative, non è una misura contro la povertà, ma un insulto, mascherato da carità. Carità insufficiente.
Potremmo, per esempio, tassare i patrimoni del 10% più ricco della popolazione (che detiene il 46% della ricchezza privata totale) e ottenere così sufficienti risorse per finanziare un Reddito Minimo Garantito erogato su base individuale, rivolto a tutti coloro che sono al di sotto della soglia di povertà, per coloro che sono disoccupati o inoccupati, che lavorano con salari troppo bassi. Una misura contro il ricatto della povertà e del lavoro mal pagato o gratuito, per permettere a tutti di cercare un lavoro tutelato, che risponda il più possibile alle proprie competenze e conoscenze.
Ma ormai è chiaro: hanno intenzione di fare dell'Italia un paradiso fiscale per i ricchi. Noi l'inferno non vogliamo viverlo e continueremo a costruire l'alternativa. E si badi, non per dimostrare di essere o non essere di Sinistra. Ma per rispondere a basilari principi di giustizia sociale. E per rispondere a tutti coloro che come noi sentono ribollire il sangue di fronte a ingiustizie di questo tipo.

Fonte: Huffington Post - blog dell'Autore 

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