La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 10 marzo 2017

Perché l’Europa non riesce a imparare

di Serge Halimi
Come ha osservato Benjamin Franklin: “L’esperienza è una scuola severa, ma nessun altra stupidi istruirà gli imbecilli.” E’ stato sufficientemente geniale da inventare il parafulmine, ma non è stato capace di prevedere la formazione dell’Unione Europea, dove nessuno apprende dall’esperienza. Quando vengono consultati direttamente, i popoli dell’Europa rifiutano il libero scambio e, tuttavia il parlamento europeo ha appena approvato un nuovo con il Canada. Le sue principali misure saranno applicate subito sia che vengano ratificate dai parlamenti nazionali oppure no. Anche gli stupidi incalliti avrebbero dovuto essere illuminati dal caso della Grecia: fin dal maggio 2010 è stata quasi dissanguata dai drastici rimedi prescritti dall’Eurogruppo, dalla Banca Centrale Europea e dal Fondo Monetario Internazionale, ed è prossima a un altro fallimento.
Delle siringhe sporche vengono usate per fare iniezioni nella sua carne ferita, mentre la destra tedesca decide se buttare la Grecia fuori dall’ospedale dell’eurozona. E c’è dell’altro. I bilanci sociali sono sotto pressione in parecchi stati membri dell’UE che stanno cercando di superarsi l’un l’altro alla ricerca di modi fantasiosi per pagare meno i disoccupati e per sospendere le cure mediche agli stranieri. Allo stesso tempo tutti sembrano essere d’accordo che si dovrebbero aumentare le spese per la difesa per rispondere alla “minaccia russa”, anche se il bilancio della difesa della Russia rappresenta meno di un decimo di quello degli Stati Uniti.
Il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, ha finalmente compreso che queste priorità sono indifendibili? Traendo ispirazione dalla saggezza del suo amico, il presidente francese François Hollande, ha annunciato che non solleciterà un secondo mandato. Quando assunse l’incarico tre anni fa, avvertì che la sua presidenza sarebbe stata una ‘ultima occasione’, e tuttavia, ora trascorre “varie ore al giorno programmando il ritiro di uno stato membro”. Possiamo capire il motivo per cui il mese scorso ha detto: “Non c’è futuro in questo lavoro.”
Junker, in quanto candidato della destra europea, era noto principalmente per la sua difesa del paradiso fiscale del Lussemburgo, prima di diventare presidente della Commissione nel 2014, grazie all’appoggio di una maggioranza di parlamentari socialisti europei. “Non so che cosa ci rende diversi,” ha osservato il suo rivale social democratico Martin Schulz; Juncker ha ammesso che “il Signor Schulz è largamente d’accordo con le mie idee.” La stessa vicinanza ideologica spiega l’approvazione, il 15 febbraio, del trattato di libero scambio con il Canada (CETA): la maggior parte dei parlamentari social democratici europei hanno votato con i liberali. E quando si è trattato della Grecia, uno dei più grossi errori in 60 anni di politica europea, il rifiuto della Germania di discutere l’ammontare del debito della Grecia, anche se insostenibile, è stato appoggiato dal governo socialista della Francia, e sostenuto con arroganza quasi fanatica dal presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, un socialista olandese (1).
Prima delle elezioni spesso si parla di far trovare di nuovo l’orientamento all’Unione europea. Sembra uno scopo encomiabile, dovremmo imparare dall’esperienza che ci permette di identificare coloro sui quali possiamo contare, ed evitarci quindi una nuova delusione su un fronte dal quale dipende ogni altra cosa.

Nota

Leggere Yanis Varoufakis, « “Leur seul objectif était de nous humilier” » [Il loro solo obiettivo è quello di umiliarci], Le Monde diplomatique, août 2015

Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
www.znetitaly.org
Originale: Le Monde Diplomatique
Traduzione di Maria Chiara Starace
Traduzione © 2017 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY NC-SA 3.0

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