La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 10 marzo 2017

La sinistra astratta

di Giuseppe Civati
Siamo all’astrazione più totale. Tutti si dividono ma in realtà per riunire. Lo promettono, quasi lo minacciano. Ciascuno ovviamente con il proprio simbolo e con la propria formula. Tutti dicono unità, ma quasi mai chiariscono con chi e soprattutto su che cosa. Tutti parlano di ricostruire tutto, ma non sempre esplicitano chi ha la responsabilità di avere distrutto tutto, benché larghe intese e governi attuale e precedenti paiano esserne le vere cause. Altri ancora sono in “prestito”, pronti a tornare sui propri passi a seconda dell’esito del congresso del partito da cui sono usciti: ma ne sono usciti davvero?
Altri infine sono appena usciti ma cercano di dimostrarsi affidabili alleati mandando segnali di dialogo a quelli che hanno appena mollato, ma non del tutto. Un po’ come quelle coppie che si prendono una pausa di riflessione. Che si mandano i ‘richiamini’. Che rimangono in contatto. Anche perché vivono sotto lo stesso tetto: quello del governo in carica, in tutto simile al precedente, dichiaravano sprezzanti, fino a qualche giorno fa.
Poi in fondo, ma molto in fondo, ci sarebbero le cose, sulle quali fondare una proposta politica.
Sui voucher: il governo sta cercando di smontare il referendum senza smontare i voucher, affidandosi alle cure del vero stratega del Jobs Act, Maurizio Sacconi. Il ministro per la cronaca è lo stesso che difendeva i voucher.
Sull’immigrazione: Minniti e Orlando stanno intervenendo con decisioni di scarsissimo profilo costituzionale (eufemismo) per incontrare il plauso della Lega e di un’opinione pubblica bombardata da messaggi che solo pochi valorosi cercano di rappresentare correttamente, contrastando un razzismo che risale e che ha crioconservato tutte le leggi della destra.
Sulla progressività: a proposito di Costituzione, anche l’articolo 53 va a farsi benedire, con l’ultima trovata della flat tax per i ricchissimi e dopo un’infilata di bonus e di sconti ai più abbienti come mai era accaduto nella storia repubblicana.
Ecco. Con Possibile siamo unitari e aperti e lo dimostreremo plasticamente come abbiamo fatto in ogni occasione, ma non sopporto più ambiguità e astrazioni, appunto.
Gli stessi che ci hanno spiegato che destra e sinistra non esistono più, ora vogliono comporre il campo della sinistra. Forse perché con la destra hanno già dato.
Ci si indigna per i toni giacobini di certe opposizioni, senza rendersi conto che traggono linfa vitale e sostegno popolare da questa opacità, che si limitano a descrivere, crescendo nei sondaggi solo indicandole con un dito accusatore.
Ecco, unità sì, ma con Nesquik, diceva una vecchia pubblicità: sulla base di scelte chiare, non eternamente compromissorie o già negoziate prima ancora di cominciare.
Chi sposa questa linea avrà tutto il mio sostegno e la mia collaborazione. Per il resto, sono puri nomi. Soffi di fiato. Tattiche destinate a rovesciarsi in continuazione. E a sostenere non si sa quanto consapevolmente il progetto che intendono contrastare.

Fonte: ciwati.it 

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