La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 11 marzo 2017

Reddito minimo garantito come strumento per diminuire le disuguaglianze di genere

di Annamaria Vitelli
In una società evoluta l’individuo “donna” come sottocategoria dell’individuo umano non avrà più cittadinanza. Del pari, non vi saranno più distinzioni in base al sesso e/o al genere dei soggetti agenti nella collettività, ma ciascuno avrà un proprio riconoscimento connaturato alla sua natura di essere umano. Quel giorno – nella speranza non resti una mera aspirazione utopica - non sarà più necessario approntare politiche specifiche a tutela delle donne, così come, per altri aspetti, di coloro che vengono stigmatizzati in ragione del proprio orientamento sessuale, in piena attuazione del principio costituzionale (art. 3 comma 1) della parità di genere, già previsto da un allora illuminato legislatore nel 1948.
Fino ad allora, e dovendo fare i conti con la contingente realtà, le continue notizie che ci giungono dai media, suffragate dall’elaborazione scientifica/statistica dei dati, ci forniscono un quadro piuttosto fosco della contemporaneità.
Ovvero, appare obiettivamente esservi una discrasia tra i livelli di reddito da lavoro di uomini e donne attivi, ridotti i secondi mediamente di un terzo rispetto ai primi e che si riverberano nella fase di quiescenza, con trattamenti pensionistici risibili per la platea femminile. Ancor più la forbice delle disuguaglianze tra i sessi si ampia laddove si prenda a riferimento il livello di occupazione, di gran lunga inferiore per le donne rispetto ai coetanei uomini.
Non pare casuale che ad una tale divergenza monetaria e/o mancata autosufficienza economica corrisponda anche un’ altrettanto divergente incidenza in termini di considerazione sociale tra i due sessi, con tutto ciò che ne consegue anche in termini di dipendenza femminile nei confronti dei partners e fino ai casi estremi di incapacità e/o estrema difficoltà di ribellarsi a situazioni di violenza psichica e fisica. Le ragioni sono profonde ed ataviche, dettate da immotivati pregiudizi, retaggi di una cultura patriarcale, forse mai pienamente superate ed avverso i quali si possono, anzi si debbono approntare nuovi strumenti operativi. Tra questi, un nuovo approccio solutivo potrebbe consistere in uno specifico sostegno al reddito femminile, maggiormente incidente in favore delle donne, in quanto inversamente proporzionale alla capienza monetaria del percettore, in un‘ottica di livellamento, quantomeno nel minimo, tra i redditi percepiti dai due sessi.


Fonte: bin-italia.org 

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