La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

mercoledì 24 maggio 2017

Il numero chiuso alla Statale è una truffa ai contribuenti

di Curzio Maltese 
Il numero chiuso alle facoltà umanistiche della Statale di Milano costituisce una truffa ai danni dei contribuenti. Una truffa che gode peraltro di ottima stampa. I giornali di destra, ma non soltanto loro, hanno rappresentato in questi giorni un teatrino di dati falsificati dove, da una parte, protestano al solito bande di studenti lazzaroni, aizzati da qualche professore nostalgico del '68 e alcuni vecchi umanisti, e dall'altro resistono le forze della ragione e del buon senso, illuminate dalla guida manageriale del rettore Gianluca Vago, preoccupate di non sfornare disoccupati e di non sprecare il danaro pubblico, col debito già alle stelle, per garantire anni di parcheggio a studenti svogliati.
Nessuno degli articoli fa il minimo accenno al vero cuore della questione e della truffa, ovvero la speculazione in atto sull'area dell'Expo. Ma procediamo con ordine.
Anzitutto non si può certo dire che l'Italia stia sprecando troppi soldi per l'istruzione dei giovani. Secondo i dati Eurostat, l'Italia è all'ultimo posto fra i 28 paesi europei, compresa la sventurata Grecia, per percentuale di spesa pubblica destinata all'istruzione (7,9 per cento contro una media del 10,2). In compenso abbiamo i manager pubblici meglio pagati d'Europa. E lo spreco sarebbe far studiare i ragazzi? L'Italia è anche agli ultimi posti per numero di laureati: che c'entri qualcosa i tagli? Per giunta, i pochi laureati spesso non riescono a trovare lavoro o sono precari o sotto occupati. Può darsi sia colpa loro. Oppure magari dipende da un apparato produttivo bolso e dall'assenza da vent'anni di un piano industriale nazionale, sotto qualsiasi governo. Perché certo suona strano che i giovani laureati italiani all'estero trovino subito un lavoro e un reddito in media superiore del 40 per cento rispetto ai coetanei con pari titoli rimasti in patria.
In tutto questo, siamo anche uno dei sistemi universitari ad aver adottato su più vasta scala il numero chiuso, rispetto per esempio alla Francia o ai paesi del Nord, eppure la disoccupazione giovanile è aumentata.
Dove stanno allora la ragione e il buon senso? Forse sarebbe più interessante chiedersi da quale parte vanno i soldi e gli affari. Il numero chiuso alle facoltà umanistiche della Statale serve, come l'insensato trasferimento delle facoltà scientifiche di Città Studi, a svuotare le sedi storiche dell'università milanese di studenti e di fondi per portare tutto nell'ex area Expo. Qualcuno forse ricorda le polemiche su quest'area, il primo terreno privato mai usato per un'esposizione internazionale, con i sospetti di successive speculazioni. Il governo Renzi e il sindaco Pisapia tranquillizzarono le male lingue promettendo che, alla fine dell'Expo, la zona sarebbe stata destinata per metà al "più grande parco d'Europa" e per l'altra metà messa sul libero mercato per la gioia degli investitori stranieri e italiani.
Purtroppo gli investitori privati non si sono mai fatti avanti per contendersi questo magnifico terreno, situato in un suggestivo crocevia fra tangenziali, cimiteri e carceri. Quindi si è passati al solito piano B, il salvataggio pubblico dal fallimento. Renzi ha promesso addirittura un finanziamento di un miliardo e mezzo per costruire un campus "dell'eccellenza", che suona una truffa già dal titolo. Per arrivare alla cifra occorre stornare dall'università milanese i soldi dei fondi statali e quelli europei, ma ancora non basta. Pare, infatti, che il rettore Vago sia disposto a far indebitare la Statale di Milano per almeno 130 milioni, alla faccia della managerialità. Ridurre il numero di studenti di via Festa del Perdono è funzionale all'affare.
Domani, 23 maggio, il Senato accademico dell'Università dovrebbe prendere una decisione, ma è probabile che slitterà tutto a quando le proteste si saranno attenuate. Così invece di sprecare milioni per garantire il diritto allo studio, si butteranno miliardi per valorizzare terreni altrimenti a rischio fallimento (e inchiesta della magistratura). Le famiglie di contribuenti saranno contente.

Fonte: Huffington Post - blog dell'Autore 

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.