La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

mercoledì 24 maggio 2017

Per Aécio e Temer la politica è una credenziale per il crimine

di Jeferson Miola
E’ necessario segnalare la dimensione dei gravi crimini praticati da Aécio Neves e Michel Temer. In base alle azioni scoperte, risulta evidente che i principali soci del golpe usavano la politica come credenziale per pratiche continuative di crimini contro il patrimonio pubblico e la società. Gli illeciti di Temer coprono il periodo elettorale del 2014, quando la cospirazione già era stata concepita ed egli insieme a Eduard Cunha coordinò la raccolta di quali 28 milioni di reais come tangenti della JBS per comprare 140 deputati che avrebbero eletto Cunha alla presidenza della Camera per montare la frode dell’impeachment (contro la Presidente costituzionale Dilma Rousseff). In questo caso si configura chiaramente il crimine di cospirazione contro l’ordine politico e lo Stato di Diritto.
Anche nell’esercizio della presidenza del paese, Temer si mantenne personalmente impegnato nello schema di corruzione e continuò a raccogliere – personalmente – tangenti per finanziare l’organizzazione criminale, inclusi versamenti per calmare Cunha in prigione.
Come vicepresidente negoziava tangenti in pranzi con appaltatori nel Palazzo Jaburu, residenza ufficiale. Come presidente, concordò una mensilità di 500.000 reais [2 milioni mensili di reais per 20 anni] da dividersi fra lui stesso e il deputato Rodrigo Rocha Loures [PMDB/PR].
Essendo formalmente la maggiore autorità del paese, fu complice e prevaricò in presenza dei crimini a lui ricondotti dall’imprenditore Joesley Batista.
La lunga fedina di Aécio Neves, presidente del PSDB, non è da meno. A confronto di Aécio, molti criminali professionali debbono sentirsi apprendisti del crimine. Anche trascurando i suoi crimini che Moro e i procuratori di Curitiba sempre hanno nascosto e mai hanno indagato, ciò che è stato rivelato nella delazione dei padroni della JBS è di per sé terrorizzante.
Il senatore socialdemocratico, oltre a commettere il crimine di cospirazione per abbattere la Presidente Dilma, è indagato per un paniere di altri crimini: manipolazione della Polizia Federale per ungere indagini, legalizzazione di contabilità truccata, sabotaggio del processo Lava Jato, corruzione, improbità amministrativa, frode in licitazioni, lavaggio di denaro, formazione di cartello, evasione sulle valute, formazione di banda.
Il tracciamento della tangente della JBS a Aécio, trasportata da suo cugino Frederico Pacheco de Medeiros, è stimolante: il destinatario fu il segretario del senatore Zezé Perrela, proprietario dell’elicottero requisito con 450 kg di pasta base di cloridrato di cocaina (il 23 novembre 2013), la cui inchiesta è stata insabbiata e eliminata dai notiziari.
In questo contesto è fondamentale che le indagini allontanino la possibilità che il denaro della corruzione del senatore del PSDB possa essere collegato al narcotraffico e al crimine organizzato. A questo riguardo da tempo parte della stampa si domanda se l’aeroporto ristrutturato con denaro pubblico su terreno della proprietà della famiglia di Aécio nella città di Minas Gerais di Cláudio è parte della logistica del traffico internazionale di droghe.
Sfortunatamente è luogo comune che le persone si chiedano se l’entrata in politica è per fare affari o per arricchirsi. Nonostante questa ben nota realtà, è impossibile non scandalizzarsi con gli schemi mafiosi rivelati nei dettagli.
E’ una vergogna quello che fa l’oligarchia brasiliana. Ha deposto la Presidente Dilma con una frode, ha preso d’assalto il potere e ha consegnato il governo ad una banda di criminali.
In meno di 12 mesi hanno distrutto il Brasile e compromettono il futuro del paese per le prossime decadi. Questo crimine delle classi dominanti rimarrà impresso per sempre come una delle pagine più deplorevoli della storia del Brasile.

Articolo pubblicato sulla pagina Facebook dell'Autore 
Traduzione di Teresa Isenburg
Fonte: rifondazione.it

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