di Aldo Giannuli
Sabato scorso, con una riuscitissima manifestazione al teatro Quirino di Roma è stato presentato il nuovo gruppo alla Camera di Sinistra Italiana, formazione composta da Sel, dai fuorusciti del Pd (ma non Civati) e ad quale aderiranno, forse, alcuni ex 5 stelle.
Anche se non sarebbe difficile far critiche (troppe facce conosciute di “vecchie stelle del varietà”, una cosa che nasce dall’alto e non dal basso, linea troppo vaga, toni accesi ma contenuti un po’ moderati…) preferisco lasciar perdere ed assumere un atteggiamento più costruttivo. Che la sinistra italiana cerchi di darsi un solido punto di riferimento è cosa in sé positiva alla quale guardo con simpatia anche se con un po’ di scetticismo. Comunque, insieme ai miei auguri di successo, vorrei dare qualche suggerimento che spero possa essere utile.
In primo luogo, credo che alla nuova formazione sia indispensabile tracciare una netta linea di demarcazione verso il Pd. Certo occorre lavorare per strappare più compagni possibile al Pd, ma questo non si fa alleandosi né nelle elezioni locali né in quelle locali, con il partito di Renzi.
Non che in generale sia proibito allearsi con una formazione politica anche molto distante, soprattutto in momenti particolari, ma questo non è uno di quei momenti. Anche perché non c’è il rischio, almeno per ora, di una vittoria della destra, semmai dei 5 stelle che, guarda caso, hanno condiviso il 90% delle battaglie di Sel (dalla questione di bankitalia alla riforma elettorale a quella del Senato a quella della scuola e del job act: pensateci).
Non è possibile ed utile allearsi, in primo luogo perché è molto difficile porsi come rivale di qualcuno con cui ci si allea e, per di più, uscendo da un ventennio in cui si è stati alleati subalterni di quel qualcuno che, peraltro, sta accentuando la sua virata a destra. Se si vuole lanciare la propria alternativa occorre innanzitutto tracciare confini netti e superare ogni ambiguità. Dunque affrettatevi a dire che per le scelte passate (job act, riforme della scuola, della legge elettorale, delle istituzioni ecc.) e future (vedi il ponte sullo stretto) non ci sono le condizioni minime per una alleanza elettorale né per le elezioni locali né per le prossime politiche. Questo servirà.
E siamo al secondo suggerimento, a recuperare tutto quello che ancora non ha aderito al progetto, da Civati a Rifondazione, dai Comunisti Italiani alla coalizione sociale di Landini (che mi pare la cosa più scombinata dell’area, ma serve anche quella) sino ai gruppi più piccoli come Sinistra anticapitalistica. Non abbiate fretta di far confluire tutto nello stesso partito: intorno al soggetto più forte si possono tessere patti di consultazione, liste comuni, iniziative unitarie ecc. C’è il rischio di favorire piccole “nicchie” di burocrati, ma per ora è importante che nessuno si senta costretto a diluire o annullare la propria identità.
Terzo suggerimento: va benissimo attaccare il Pd per le porcherie fatte, ma è necessario avanzare anche proposte in positivo, non si può vivere di soli no. Ma, per avere una robusta serie di proposte è necessario avere una solida cultura politica, quel che esige un dibattito serio e costante. Non bastano due dichiarazioni stampa messe in croce. Da troppi anni a sinistra non si fanno analisi, non si discute di teoria (che non significa ideologia), non si elaborano idee nuove e questo è quello che ne ha causato l’attuale decadenza. Ergo: la prima cosa da fare è un centro di analisi e discussione, che produca materiali e promuova regolarmente confronti aperti anche all’esterno, che inviti le migliori intelligenze, che organizzi cicli di discussione da portare anche in periferia. I soldi che avete, per pochi o molti che siano (ma non credo siano poi tanto pochi), spendeteli qui prima di ogni altra cosa.
E questo ci porta al quarto suggerimento: datevi subito un sito web decente. In oltre dieci anni, con tutti i soldi che si sono spesi, la sinistra ha prodotto solo siti che facevano pietà e bollettini parrocchiali come “Liberazione” che andava bene per incartare le cicorie. Un sito decente significa prima di tutto un canale di comunicazione interattivo con la propria area: è anche così che, oggi, si seleziona di quadro dirigente diverso.
Il web non va bene per prendere decisioni o votare, e funziona piuttosto male per comunicazioni lunghe (per cui la carta stampata è sempre preferibile) ma è imbattibile, se ben usato, per le comunicazioni di taglio breve e medio.
Quindi suggerimento: basta con il partito di apparato. I funzionari rendono poco e costano molto, non solo in termini di denaro ma anche di democrazia. 20-30 funzionari in tutta Italia, compresa la direzione nazionale, bastano e avanzano. E basta anche con i dirigenti, i parlamentari ed i consiglieri regionali ecc che non si sa cosa facciano. Ognuno pubblichi mensilmente sul sito del partito il suo rapporto di attività e se ha fatto poco sia richiamato e, al terzo richiamo sia buttato fuori a pedate: i dissidenti si possono (e si debbono) tollerare, i fannulloni no. Basta soprattutto con dirigenti e parlamentari decisi a cena in una terrazza romana: ci siamo capiti?
Da ultimo: prepararsi subito ai referendum sulle riforme elettorali e della Costituzione. Bisogna isolare Renzi, questo significa prendere contatto con tutte le opposizioni, dal M5s alla destra. Non ci si deve sposare, si deve solo ottenere il massimo possibile di isolamento di Renzi e per questo occorre incalzare anche i signorini della sinistra Pd che sono sempre quelli del “… ma la prossima volta vedrete”.
Quei referendum offriranno l’occasione di sfondare il Pd e permettere la nascita di una nuova sinistra in questo paese.
Ultimo suggerimento: perché non pensate ad aprire un franco confronto con il M5s? Piaccia o no è la formazione politica con cui si sono condivise nel merito più battaglie. Non dico che dovete sposarvici, ma non vi sembra che siano quelli meno distanti da voi?
Come vedete pochi suggerimenti molto concreti e, per il resto, auguri.
Fonte: Sito dell'Autore
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