di Vincenzo Maddaloni
Achtung, il Ttip (Transatlantic Trade and Investment Partnership), l’accordo transatlantico di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti, ci avvelenerà, poiché liberalizzerà in Europa il commercio delle sostanze chimiche nocive per l’uomo e l’ambiente. Nemmeno l'11° ciclo di negoziati che si è concluso ieri, venerdì 23 ottobre a Miami, in Florida sembra aver dato delle risposte rassicuranti su questo tema, sebbene il settore della chimica sia uno dei più pericolosi da liberalizzare.
Parla chiaro l'ultimo rapporto di Friends Of the Earth Germany, secondo il quale con l'approvazione del trattatato, i consumatori nel Vecchio continente potrebbero essere esposti ad agenti chimici cancerogeni. Infatti, con l'entrata in vigore del Ttip verrebbe smantellato il REACH, il regolamento sulla registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche, adottato a livello europeo, che impedisce finora, la commercializzazione di oltre mille e trecento additivi chimici nella cosmetica e vieta più di ottanta pesticidi.
Tutte sostanze legali, invece, negli Stati Uniti, che in fatto di standard ambientali e sanitari sono decisamente di manica molto larga.
Tutte sostanze legali, invece, negli Stati Uniti, che in fatto di standard ambientali e sanitari sono decisamente di manica molto larga.
Si tenga a mente che il libero scambio regolamentato dal Ttip porterebbe ad un aumento delle esportazioni reciproche, includendo sicuramenti anche questi prodotti benché dagli europei giudicati cancerogeni. Naturalmente, quel che si chiama: “il principio di precauzione” verrebbe aggirato con l’adozione del “mutuo riconoscimento”, che obbliga all’accettazione reciproca dei prodotti fabbricati dal partner commerciale, anche se le prescrizioni sono diverse da quelle di ciascuna Nazione.
Se ci si sofferma un po' sulle clausole del trattato, balza subito evidente che il Ttip è un vero e proprio attacco alla democrazia. Non è il mio un isterico allarmismo. Basta leggersi le “Risoluzioni delle controversie tra investitori e Stato” (Isds) che autorizzano le aziende a querelare i governi nel caso in cui le loro politiche determinassero una perdita dei loro guadagni. Tradotto in partica significa che, le multinazionali possono imporre le loro politiche ai governi democraticamente eletti. Un esempio? Eccolo. La Vattenfal, un'azienda svedese produttrice di energia elettrica, la quarta per importanza in tutta Europa, ha citato in Tribunale per svariati miliardi di dollari il governo tedescoperché esso ha deciso di eliminare gradualmente le centrali nucleari dopo il disastro diFukushima. E così un programma tutto incentrato sulla salute pubblica, voluto, pianificato e approvato da un governo liberamente eletto, com'è quello tedesco appunto, rischia di essere vanificato da una lobby della luce elettrica che teme la riduzione degli introiti.
Quel che sconcerta e allarma, come ho già ripetutamente scritto, è il silenzio in Italia dei grandi media che al dibattito sul Ttip non danno grande spazio, come se la minaccia non esistesse affatto. Al massimo gli dedicano poche righe di cronaca, come è avvenuto con gli incontri di Miami. Un “copia e incolla” dei comunicati ufficiali, e la storia per loro finisce lì. A me tornano in mente invece la mistura di erbicidi e di defeloianti del micidiale agente Orange che piovve su 4 milioni e ottocento mila vietnamiti tra il 1961 e il 1965. Tant'è che a distanza di decenni, ancora troppa gente vive in realtà contaminate e si nutrono con cibi infetti. Moltissimi figli delle persone contaminate soffrono di malattie e di malformazioni.
Dagli effetti dell’Agente Orange dipende - ancora oggi - la sorte degli uomini e delle donne in Vietnam e dei veterani negli Stati Uniti. La vita di molte persone s’è accorciata, altre la consumano nella malattia, nella disabilità, nella disperazione. Perché è anche accaduto sovente che non venisse riconosciuta ai soldati americani veterani del Vietnam, l’invalidità da avvelenamento con la diossina, e quindi sono stati privati delle cure mediche, delle medicine e di tutto quello che rientra nell’assistenza pubblica o nei loro contratti con le compagnie di assicurazione. Quando si dice che l'America è di “manica larga”, significa anche questo. Ma sui media italiani si fatica a parlarne, infatti c'è, come usa dire, un silenzio assordante.
Fonte: Linkiesta
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