La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

sabato 29 agosto 2015

I Verdi francesi perdono pezzi ed è confusione a sinistra


 
di Anna Maria Merlo
I Verdi fran­cesi per­dono i pezzi. Jean-François Placé, capo­gruppo di EELV al Senato, ha lasciato ieri il par­tito fon­dato nel 2010, giu­di­cato ormai “un astro morto”. Un’analoga deci­sione era stata presa la vigi­lia da Fra­nçois de Rugy, co-presidente del gruppo all’Assemblea, che accusa EELV di “derive gau­chi­ste”. Altri dovreb­bero seguire. Gli écolo si lace­rano su que­stioni di alleanze e di potere, invece di con­cen­trarsi su pro­po­ste di fondo, a meno di cento giorni dalla Cop21, il grande sum­mit dell’Onu sul clima, che avrà luogo a Parigi. Ma a dicem­bre in Fran­cia ci sono le regio­nali, che saranno per tutta la sini­stra una nuova débâ­cle. Tra i Verdi infu­ria la pole­mica sulle alleanze, in par­ti­co­lare l’accordo con il Front de Gau­che in regioni come Paca (Provenza-Costa Azzurra) e il Nord-Pas de Calais, dove c’è il rischio di una vit­to­ria del Fronte nazio­nale (si pre­sen­tano, rispet­ti­va­mente, Marion Maréchal-Le Pen nel sud e Marine Le Pen nel nord). Per­so­na­lità schie­rate alla destra di EELV lasciano il par­tito, con la spe­ranza, pro­ba­bil­mente, come ha accu­sato Daniel Cohn-Bendit (che aveva anch’egli lasciato i Verdi nel 2012) “di avere uno sga­bello al governo”, rial­lac­ciando l’alleanza con il Ps, spez­zata nel 2014, con il rifiuto degli écolo di par­te­ci­pare al governo Valls. Oggi i Verdi hanno 18 depu­tati gra­zie all’alleanza con il Ps nel 2012 (l’esperienza di Gre­no­ble, dove nel 2014 è stato eletto un sin­daco ecologista alleato del Front de Gau­che è dif­fi­cil­mente ripro­du­ci­bile in altre realtà).

La pole­mica rimanda anche all’eventuale can­di­da­tura verde alle pre­si­den­ziali del 2017, con il rischio di una ripe­ti­zione del dramma del 2002 (destra e estrema destra al ballottaggio).
Jean-Luc Mélen­chon, del Front de Gau­che, liquida il caso: “la destra dei Verdi ha chia­rito la sua posi­zione. Se ne va. Spe­riamo suc­ceda lo stesso nel Ps”. A poco più di un anno e mezzo dalle pre­si­den­ziali, la sini­stra fran­cese è in piena con­fu­sione. Sia sul fronte delle alleanze, che su quello delle idee e delle pro­po­ste. L’anello più debole, i Verdi, sono i primi ad esplo­dere, ma la ten­sione è forte anche nel Ps, dove la “fronda” cri­tica del governo Valls non rinun­cia ad opporsi alle scelte libe­ri­ste in corso. Ma anche nella “fronda” non c’è unità: i con­te­sta­tori della linea Hol­lande non si iden­ti­fi­cano con le posi­zioni dell’ex mini­stro dell’Economia, Arnaud Mon­te­bourg, che pur avendo invi­tato l’ex mini­stro greco Yanis Varou­fa­kis alla sua “festa della rosa” lo scorso fine set­ti­mana, non è riu­scito a creare una dina­mica costrut­tiva. Per evi­tare una nuova esplo­sione di rea­zioni ostili, ieri Valls è stato obbli­gato a pren­dere le distanze dalle ultime dichia­ra­zioni del mini­stro dell’Economia, Emma­nuel Macron, che all’Università d’estate del Medef (la Con­fin­du­stria fran­cese) ha rice­vuto una stan­ding ova­tion per aver preso di mira le 35 ore. Macron non sarà all’Università d’estate del Ps a La Rochelle que­sto fine set­ti­mana (afferma di non essere stato invi­tato), dove i dibat­titi si annun­ciano caldi: l’economia non riparte, la disoc­cu­pa­zione non cala, ma Hol­lande non ha nes­suna inten­zione di abban­do­nare la linea social-liberista. La para­lisi della poli­tica fran­cese è illu­strata in que­sti giorni dall’assoluto silen­zio della sini­stra (ma anche della destra) sul dramma dei rifu­giati, tutti para­liz­zati dalla paura del Fronte nazionale.
Anche il Front de Gau­che vive un momento di pole­mica, dopo le prese di posi­zioni dell’economista vicino al par­tito Jac­ques Sapir, che ha lan­ciato un appello per la crea­zione di “un fronte di libe­ra­zione anti-euro”, che com­prende anche una col­la­bo­ra­zione con il Fronte nazio­nale, un “feno­meno poli­tico” che non puo’ più essere igno­rato, a suo dire.

Fonte: il manifesto

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