La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 28 agosto 2015

L'aumento dei prigionieri di guerra permanenti

di David Swanson
Se qualcuno ha avuto la sorte di non incontrare il mondo della polizia e delle prigioni statunitensi e la sfortuna di conoscere il mondo dalle scuole americane, dagli spettacoli, e dalla stampa, un buon mezzo per cominciare a comprendere una delle peggiori tragedie della nostra era che ci siamo auto-inflitti, sarebbe il nuovo libretto di James Kilgore: Understanding Mass Incarceration: A People’s Guide to the Key Civil Rights Struggle of Our Time, [Comprendere la carcerazione di massa: una guida popolare alla lotta del nostro tempo per i fondamentali diritti civili], seguito dal libro più grande di Radley Balko: Rise of the Warrior Cop: The Militarization of America’s Police Forces [L’ascesa del poliziotto guerriero: la militarizzazione delle forze di polizia in America].
Entrambi i libri raccontano una storia di graduale cambiamento nello scorso mezzo secolo che ha avuto conseguenza il fatto che la polizia fa guerra alle persone che si supponeva dovessero servire (chiamatela guerra al crimine, guerra alla droga, guerra al terrore, è sempre di fatto una guerra contro le persone). E che cosa fare con le persone catturate vive durante una guerra? Si rinchiudono come prigionieri di guerra fin quando questa finisce. E se la guerra non finisce?
Ebbene, allora si reintroduce la pena di morte, si creano condanne a vita per un sacco di crimini, si impongono minimi obbligatori, e la legge delle tre ammonizioni, e trasformare la libertà condizionata e la libertà vigilata da sistema di riabilitazione in servizi di ricarcerazione.
La storia di questo cambiamento graduale è una storia di cambiamenti legali (decisioni della corte e legislazione), comportamento e credenza popolare – ognuna di queste influenza le altre due in un circolo vizioso. Non si può quadruplicare una popolazione carceraria in 40 anni senza istituire un diverso sistema di convinzioni. Non si possono mandare prigionieri di colore e farli sorvegliare da contadini bianchi assunti da società commerciali, o rinchiudere gli immigrati indefinitamente mentre aspettano l’udienza senza alterare ulteriormente il sistema di valori. Non si possono gestire varie successive campagne elettorali come competizioni di meschinità e non vedere dei cambiamenti nella politica e nel comportamento. Non si possono dare alla polizia armi da militari e non aspettarsi che adottino atteggiamenti militari, o dare loro addestramento militare e aspettarsi che non vogliano armi da militari. Non si può dare a un reato 10 volte la copertura giornalistica che hanno le “notizie” e non aspettarsi che la gente immagini che il reati stanno aumentando. Non si possono cominciare a sfasciare le porte senza alienare la polizia e la gente l’una dall’altra.
Kilgore ci ricorda che i movimenti popolari degli anni ’60 ebbero un impatto sul pensiero popolare. L’opposizione alla pena di morte raggiunse un picco nel 1965 ed era oltre il 50% dal 1957 al 1972, calando al 20% nel 1990. Nel 1977 soltanto il 37% delle persone intervistate classificava alta l’etica dei poliziotti, una cifra che è salita al 78% nel 2001 senza alcuna apparente ragione sostanziale. Nel 1981 la maggior parte degli americani pensava che la disoccupazione fosse la principale ragione del crimine. Da allora abbiamo appreso, naturalmente, che il crimine è causato da diaboliche forze del male che possiedono i cattivi della terra.
La creazione della più grande raccolta di sempre del mondo di prigionieri permanenti di guerra – una tendenza che si sarebbe tradotta perfettamente nella guerra “al terrore” all’estero, di sviluppò per mezzo di cicli, compresi quelli di parte. Cioè, Nixon ebbe un impatto orribile, Carter brevemente dimostrò la folle corsa verso la città-prigione, e Reagan e Bush incrementarono le politiche di Nixon. La guerra alla droga fu creata come mezzo per militarizzare la polizia e coinvolgere il governo federale nella applicazione più locale della legge. Il procuratore generale di Reagan annunciò prima sull’argomento che “il Dipartimento di Giustizia non è un’agenzia domestica. E’ il braccio interno della difesa nazionale.” La fine della Guerra fredda vide i militari cercare nuove scuse per esistere e una di quelle sarebbe stata la guerra alla droga.
Quando arrivò Clinton fece di nuovo la differenza avere un Democratico alla Casa Bianca, soltanto che questa volta è stata in peggio. Bill Clinton e sua moglie che ora aspira alla presidenza, e dei loro alleati come l’aspirante presidente Joe Biden, accelerarono la marcia verso una Siberia suburbana invece che rallentarla. Con Clinton divenne possibile buttare fuori le persone dalle case popolari per una singola infrazione di qualsiasi tipo riguardante la droga e commessa da chiunque vi abitasse.
E tuttavia Clinton non fu mai sfrattato dalla sua casa popolare malgrado la quasi certezza che qualcuno alla Casa Bianca usasse qualche tipo di droga. Clinton ci portò un enorme aumento nella carcerazione, armi da guerra per la polizia, e la distruzione dei sostegni sociali.
Quando la “War on Terra” iniziò nel 2001, interi nuovi sentieri si aprirono per il profitto e per la militarizzazione della polizia, compreso l’amato Dipartimento della difesa nazionale della Patria, che ha distribuito diecine di miliardi di dollari di “concessioni del terrore” che finanziano le azioni per terrorizzare il pubblico degli Stati Uniti. Nel 2006 la polizia di Buffalo, nello stato di New York, organizzò una serie di blitz per la droga che chiamarono “Operazione colpisci e terrorizza”. Aggiungendo un livello incompetenza realmente militare alla meschinità, il Dipartimento di polizia di New York ha assalito la casa di una coppia anziana per oltre 50 volte tra il 2002 e il 2010 perché il loro indirizzo era stato usato a casaccio come simbolo in un sistema informatico e rimaneva in ogni rapporto che aveva mancato di inserire un indirizzo.
L’arrivo a Pensylvania Avenue 1600 (indirizzo della residenza dei presidenti americani) del Capitano Premio Nobel per la pace ha continuato le tendenze e ha aggiunto un’escalation della guerra agli immigrati, e anche delle armi da guerra per i programmi della polizia.
Ma anche i cicli di parte sono più acuti. Come racconta Balko, i membri del Congresso e altri opponevano alla militarizzazione della polizia quando il presidente era dall’altro partito e la appoggiavano quando il presidente era dei loro, o vi si opponevano quando la discussione si focalizzava sulle droghe, ma la appoggiavano quando si trattava di controllo delle armi (e viceversa). Tuttavia, ogni approvazione era due passi avanti e ogni resistenza un passo indietro, in modo che ciò che era offensivo in un decennio diventava la norma nel successivo.
Le maree partigiane nazionali e i circoli viziosi di militarizzazione sempre crescente hanno interagito nel corso degli anni con progressi a livello locale. Los Angeles sotto la dirigenza di Darryl Gates (capo della polizia di Los Angeles dal 1978 al 1992, n.d.t.) portò le squadre SWAT per la vigilanza statunitense. In origine la sigla stava per Squadre Speciali Armate di Attacco e le tattiche erano letteralmente portate in patria dalla guerra al Vietnam dato che Gates si consultava con i militari per apprendere che cosa presumibilmente stava funzionando in Vietnam.
Fatemi chiudere con la domanda con cui Balko inizia il suo libro: la polizia è costituzionale? La polizia, le prigioni, la libertà condizionale e la libertà vigilata non esistevano quando fu creata la costituzione degli Stati Uniti non di più di quanto lo fossero i droni o internet. La prima cosa negli Stati Uniti che somigliasse alla polizia furono dei gruppi di uomini bianchi che controllavano gli schiavi neri. La prima forza di polizia moderna negli Stati Uniti fu avviata nella città di New York nel 1845. Ho sostenuto a lungo in altra sede che i droni sono incompatibili con la Carta dei diritti. Che dire della polizia?
Il Terzo Emendamento ebbe origine dall’opposizione a permettere ai soldati di impegnarsi in qualsiasi degli abuso che costituiscono il lavoro della polizia. E’ necessario accettarli? Pensiamo che possiamo come minimo ridurli radicalmente. Per farlo dovremo dichiarare la fine delle guerre all’estero e di quelle in patria. Balko cita la ex poliziotto del Maryland Neill Franklin su che cosa ci vuole per cambiare gli atteggiamenti della polizia:
“Numero uno: avete firmato per fare un lavoro pericoloso. Questo significa che avete accettato una certa quantità di rischio. Non dovete cominciare a calpestare i diritti degli altri per minimizzare i rischi che avete accettato di affrontare. E, numero due, la vostra prima priorità non è proteggere voi stessi, è di proteggere coloro che avete giurato di proteggere.” Questo però significherebbe non essere in guerra con le persone.

Originale: Davidswanson.org
Traduzione per ZNET Italy di Maria Chiara Starace
Traduzione © 2015 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY NC-SA 3.0

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