La crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere. Antonio Gramsci

venerdì 28 agosto 2015

No alla fortezza Europa

Intervista a Tas­sìa Chri­sto­du­lo­pulu di Teodoro Andreadis Synghellakis
Tas­sìa Chri­sto­du­lo­pulu, mini­stra del governo Tsi­pras per le poli­ti­che migra­to­rie, in que­sta inter­vi­sta al mani­fe­sto denun­cia il peri­colo che Alba Dorata possa sfrut­tare i grandi flussi migra­tori che attra­ver­sano la Gre­cia, per aumen­tare la pro­pria forza alle ele­zioni del 20 set­tem­bre. Con la cor­re­spon­sa­bi­lità di molte altre forze poli­ti­che. Ritiene che “Dublino 2″ sia supe­rato dalla realtà e dal pre­va­lere della Con­ven­zione di Gine­vra, e con­corda con la richie­sta ita­liana di orga­niz­zare, dai paesi di par­tenza, i flussi dei migranti. Chri­sto­du­lo­pulu, dice «no» all’Europa come for­tezza e riven­dica, infine, l’importanza della legge sulla cit­ta­di­nanza ai figli degli immigrati.
Ha dichia­rato di recente che l’immigrazione sarà uno dei temi prin­ci­pali della cam­pa­gna elet­to­rale. Come affronta la Gre­cia, un pro­blema così impor­tante?
È chiaro che la nostra situa­zione eco­no­mica rende più dif­fi­cile poter acco­gliere, ospi­tare e dare tutti i diritti che è giu­sto ven­gano con­cessi ai pro­fu­ghi. Il loro numero, in rap­porto alle nostre strut­ture, non ci per­mette di orga­niz­zare una acco­glienza ade­guata. Spe­riamo, tut­ta­via, che gra­zie agli aiuti straor­di­nari e di natura tec­nica che arri­ve­ranno dall’Unione euro­pea, riu­sci­remo pre­sto ad offrire una ospi­ta­lità che tenga conto di tutte le esi­genze di ogni essere umano e di tutti i diritti di cui vogliono e devono godere nel nostro paese.
Credo, poi, che sic­come i par­titi di oppo­si­zione non hanno molti argo­menti per por­tare avanti le loro tesi, sce­glie­ranno la que­stione dell’immigrazione e dei pro­fu­ghi, come tema prin­ci­pale della cam­pa­gna elet­to­rale. I mezzi di infor­ma­zione hanno ini­ziato una cam­pa­gna di misti­fi­ca­zione, di dif­fu­sione della paura e dei pre­giu­dizi all’interno della società. Lo scopo è usare la sof­fe­renza che può pro­vo­care la pre­senza dei pro­fu­ghi, sia nelle isole che in zone cen­trali di Atene, come Pedìon tou Areos. Vogliono influen­zare gli elet­tori. Ho dichia­rato chia­ra­mente, tut­ta­via, che chi deci­derà di seguire que­sta via, oltre a sfrut­tare in modo inam­mis­si­bile una que­stione così deli­cata, poli­ti­ca­mente, colerà a picco e farà aumen­tare solo i voti dei nazi­sti di Alba Dorata."
Teme un peri­colo imme­diato, una cre­scita di Alba Dorata?
"Sino a que­sto momento non abbiamo con­sta­tato una cosa del genere. Ma se nelle set­ti­mane a venire, tutti i par­titi greci si con­cen­tre­ranno solo sui pro­fu­ghi, accu­sando il governo Tsi­pras di aver aperto i con­fini, par­lando di un peri­colo di con­ta­mi­na­zione della società greca dalla pre­senza dei migranti e di man­cati con­trolli all’ingresso delle nostre fron­tiere, il rischio c’è. Se ven­gono soste­nute le fal­sità ripe­tute sinora da Alba Dorata, allora i neo­na­zi­sti pos­sono, real­mente, aumen­tare la pro­pria forza in par­la­mento, per­ché gli elet­tori hanno sem­pre un istinto molto forte, e tra l’imitazione e l’originale, scel­gono la seconda alter­na­tiva. Che è costi­tuita, pur­troppo, dai fasci­sti e dai raz­zi­sti che ben conosciamo."
Il mini­stro degli esteri ita­liano, Paolo Gen­ti­loni ha chie­sto il cam­bia­mento di “Dublino 2”, che obbliga solo i paesi dai cui i pro­fu­ghi entrano in Europa, a con­ce­der­gli asilo. Chiede anche flussi migra­tori legali e orga­niz­zati. La Gre­cia cosa risponde?
"Già il grande spo­sta­mento di pro­fu­ghi verso i paesi del cen­tro Europa ha di fatto annul­lato sia i rego­la­menti di Dublino che Schen­gen. Nes­sun paese può impe­dire ai pro­fu­ghi di oltre­pas­sare i pro­pri con­fini, come pre­vi­sto anche dal Trat­tato di Gine­vra. Dublino valeva per gli anni in cui gli spo­sta­menti dei pro­fu­ghi erano molto ridotti ed era pos­si­bile, quindi, che ritor­nas­sero nei paesi da cui erano entrati in Europa. Ora, però, che arri­vano a cen­ti­naia di migliaia, que­sto è impos­si­bile. Anche la signora Mer­kel, che è carat­te­riz­zata da un rea­li­smo legato al posi­ti­vi­smo tede­sco, ha com­preso che la situa­zione, in que­sti ter­mini, non può andare avanti, ed ha scelto di dichia­rare che sospen­derà Dublino e per­met­terà ai pro­fu­ghi siriani di entrare libe­ra­mente nel suo paese.
Sono pie­na­mente d’accordo con il mini­stro Gen­ti­loni che l’unica pos­si­bi­lità per una solu­zione rea­li­stica e digni­tosa sia rap­pre­sen­tata dalla con­ces­sione di un visto per motivi uma­ni­tari, nei paesi da cui par­tono o pas­sano i pro­fu­ghi. In modo, cioè, che que­ste per­sone viag­gino in sicu­rezza, senza rischiare di per­dere la vita in mare, e che venga col­pita anche la tratta, per­ché le orga­niz­za­zioni degli sca­fi­sti non avranno più clienti. Si riu­sci­rebbe, inol­tre, a garan­tire la sicu­rezza su cui insi­stono i paesi euro­pei, rispetto ai ter­ro­ri­sti dell’Isis. Attra­verso i visti uma­ni­tari, le amba­sciate e i con­so­lati, i vari paesi euro­pei con­trol­le­ranno l’identità e l’attività di chi pre­sen­terà domanda."
A chi dice che il governo greco ha aperto in modo irre­spon­sa­bile i suoi con­fini ed ha per­messo a migliaia di pro­fu­ghi di arri­vare in Ser­bia e nel cen­tro Europa, cosa risponde?
"Dob­biamo con­tro­bat­tere a due accuse. Una sul fronte interno ed una su quello esterno. La prima sostiene che abbiamo per­messo ai pro­fu­ghi di arri­vare sulle nostre isole, aprendo i con­fini. Voglio dire che è del tutto priva di fon­da­mento, dal momento che i con­fini marit­timi sono sor­ve­gliati, ma non pos­siamo impe­dire ai pro­fu­ghi di arri­vare sulle coste delle nostre isole. In molti casi, i gom­moni, quando entrano nelle acque gre­che, ven­gono tagliati, ini­zia ad entrare acqua ed è asso­lu­ta­mente obbli­ga­to­rio atti­vare il sal­va­tag­gio. C’è poi la seconda accusa, che viene mossa dall’estero, in base alla quale per­met­te­remmo a que­ste per­sone di par­tire per il cen­tro Europa. Voglio dire chia­ra­mente che i pro­fu­ghi hanno tro­vato un pas­sag­gio, da soli, nella regione di Kil­kìs, nel Nord della Gre­cia e che noi non pos­siamo mili­ta­riz­zare i nostri vastis­simi con­fini nei Bal­cani. In ogni caso, credo che que­sta Europa-fortezza, che ha mostrato tutti i suoi limiti, deve smet­tere di essere un osta­colo alla libera cir­co­la­zione di coloro che sono alla ricerca di un luogo sicuro, e cer­cano di lasciarsi alle spalle guerre e scon­tri tremendi."
È pos­si­bile unire la soli­da­rietà alle esi­genze legate alla sicu­rezza?
"Nes­suna delle per­sone che arriva sulle nostre isole o ad Atene, vuole rima­nere in Gre­cia, ma desi­de­rano arri­vare nei paesi dell’Europa cen­trale. Il nostro paese, ormai, è troppo povero per assor­bire altri immi­grati, fun­zio­niamo da tran­sito e que­sto ci impe­di­sce di poter avere una poli­tica ad ampio spet­tro sui pro­fu­ghi e gli immi­grati, per­ché man­cano i sog­getti con cui discu­tere di que­sta politica."
Il governo di Syriza ha appro­vato la legge che con­cede la cit­ta­di­nanza greca ai figli degli immi­grati. Un pas­sag­gio impor­tate per la sini­stra greca?
"Era, indub­bia­mente, un nostro dovere verso gli immi­grati che vivono in Gre­cia con il per­messo di sog­giorno. La legge pre­vede che la cit­ta­di­nanza venga data ai figli di fami­glie immi­grate, che sono nati nel nostro paese, da geni­tori che vivono in Gre­cia da almeno cin­que anni. Credo che si tratti, in realtà, di un obbligo di ogni paese euro­peo. Diamo la nostra cit­ta­di­nanza a chi vuole con­di­vi­dere la nostra cul­tura, il nostro pre­sente e il nostro futuro. Si tratta di cit­ta­dini che devono avere — oltre che obbli­ghi — anche tutti i diritti che gli spettano."

Fonte: il manifesto

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