
di Valerio Todeschini
Tsipras ha rassegnato le dimissioni dopo un periodo brevissimo di Governo, nel quale ha però dovuto affrontare sfide epocali per il suo popolo. Il leader greco con Syriza nelle elezioni di gennaio è salito al comando di uno Stato profondamente vincolato ai memorandum, con davanti l’impresa di un “tentativo impossibile”: cambiare l’Europa in 6 mesi. Come sappiamo tutti il miracolo non è riuscito. Anzi, le oligarchie politico-finanziare europee e mondiali sono riuscite a strappare un nuovo memorandum e ad aprire pesantissime contraddizioni nell’avversario di classe, con durissime ripercussioni sul popolo greco, in nome della stabilità, del far pagare il conto a chi “ha vissuto sopra i propri mezzi” (appoggiati dalle banche tedesche che ne avevano fiutato l’affare).
Tsipras in Gennaio è stato eletto con il mandato di cambiare le regole del gioco ma ha dovuto far la guerra, come afferma Varoufakis, nudo contro un carro armato.
A tutte le tattiche, le strategie messe in campo Schouble e la Germania hanno fatto valere semplicemente i rapporti di forza oggettivi. Con la socialdemocrazia europea che al posto di far da contraltare al conservatorismo ne ha fatto da spalla.
A tutte le tattiche, le strategie messe in campo Schouble e la Germania hanno fatto valere semplicemente i rapporti di forza oggettivi. Con la socialdemocrazia europea che al posto di far da contraltare al conservatorismo ne ha fatto da spalla.
Tsipras e Syriza hanno fallito nel loro tentativo impossibile, mentre addirittura c’era già chi abbandonava la barca dove era stato fino a poco prima. Oggi forse le dimissioni sono obbligate per mancanza di numeri in Parlamento, ma di certo non sono un atto politico rituale: piuttosto che cercare di governare con improbabili accrocchi e rimpasti, legati a maggioranze variabili, Tsipras ha scelto la via più difficile. La via della Democrazia. La stessa strada che aveva percorso con il referendum, la direzione che i potenti di questa Europa non si sognano minimamente di intraprendere. A noi in Italia forse fa un po’ sorridere, abituati a maggioranze e ad accordi di Governo fatti di larghe intese che nascondono malamente una politica sempre più malata di verticismo e con sempre meno consenso nella società. Ma qui sta la grandezza e la qualità della scommessa che Tsipras vuole giocare: dalla crisi dell’Europa e dall’Austerity si deve e si può uscire solo con più democrazia, sfruttando tutti i mezzi che la Costituzione mette in mano a chi crede che la partecipazione popolare possa essere l’arma da usare contro le oligarchie. Le dimissioni rinnovano questa sfida e ci insegnano di nuovo perché la Grecia è la culla della democrazia.
“Tentativo impossibile” o “Tentative de l’impossible” è anche il titolo di un quadro di Magritte. In quest’opera l’artista dà vita alla sua amata Georgette, dove non riproduce la copia fedele al modello bensì il modello stesso. Un tentativo possibile solo in pittura, dove Magritte stesso diventa l’immagine di quello che dipinge, facendo così riferimento al rapporto tra un mondo in cui viviamo (la realtà), ed un mondo che prende vita con la pittura (l’immagine). Ma se per la pittura bisognerebbe eliminare dei vincoli fisici (l’impossibilità dell’atto), per la politica questo non vale. I limiti che affrontiamo noi sono altri, di natura interna ai vari paesi come esterni (l’FMI, la Banca Centrale ecc.). Dobbiamo incominciare a lavorare per un cambiamento che deve vivere di pensieri lunghi, ma che non sarà e non è di certo facile. Il cambiamento reale dell’esistente non può avvenire senza contraddizioni, ma bisogna essere chiari rispetto a come si affrontano: o siamo capaci di governarle, incassare se serve, e di rilanciare oppure possiamo subirle dando vita a nuove scissioni, che semplicemente indeboliscono tutti quanti. Il dramma nel dramma del caso greco è stato che ancora prima che finissero le trattative in Syriza già si consumava l’inizio di una scissione, fatta sulle spalle di chi era alle durissime trattative, dando lo spiraglio a Merkel e Schauble per affondare ancora di più la lama nel corpo straziato della Grecia. Lama che già era entrata in profondità nella carne viva con le prove di Grexit: banche chiuse, liquidità nulla e blocco dei conti correnti. Ricordiamo che l’uscita dall’Euro non era solo questo, ma la prospettiva di una guerra civile e di uno Stato intero, con le sua economia e le sue Istituzioni, distrutto. Nonostante questo però dei punti sono stati strappati, da un piano lungo tre anni con finanziamenti assicurati che da un minimo di respiro all’azione del Governo, all’apertura (per niente scontata e fondamentale) di un processo per la ristrutturazione del debito greco, elemento centrale per poter ridare piena sovranità in futuro alla Grecia. Tsipras incassa una sconfitta ma nel frattempo è riuscito a porre delle basi per ripartire, sapendo bene che la Politica vive nell’oggi ma con lo sguardo sempre rivolto al futuro.
Come il pittore però dipinge il suo desiderio nella realtà interna alla pittura, bisogna che anche noi incominciamo a tessere la trama di un sogno che ridia speranza. Serve che insieme ridefiniamo il nostro agire collettivo, puntando a rendere possibile quello che oggi per un solo paese non è stato: cambiare quest’Europa governata dai grandi interessi economico-finanziario e ad uso e consumo Tedesco, con un nuovo corso orientato dalle masse oggi escluse, con poteri realmente democratici. Dobbiamo rimettere in capo al nostro agire politico la battaglia per la Democrazia, continuando sulla scia tracciata a suo tempo dall’Eurocomunismo di Berlingueriana memoria. Oggi questo non può che essere il tema: dobbiamo riprendere in mano il pennello per ridipingere il quadro della storia del vecchio continente, investendo sulla costruzione di legami più stretti tra le forze della Sinistra Europea, anzi, provando ad allargare sempre di più il campo da contrapporre alle forze oggi sovrastanti che, come abbiamo visto, non esitano a smantellare la stessa Europa pur di bloccare la speranza che Syriza ha rappresentato e rappresenta tuttora. Oggi in Italia chi crede in questo ha il compito storico di riunirsi per lanciare assieme ai soggetti fratelli in Europa questa prospettiva. Chi non la condivide, chi in questi giorni e in questi mesi ha continuamente agito contro Syriza, definendo Tsipras un traditore non può trovare spazio. Come non può avere spazio chi pensa di starci per convenienza, chi nicchia davanti al tema della costruzione di una Sinistra di Governo che si ponga nella condizione di cambiare realmente le cose, chi cerca solo un posto al sole ma pronto a uscire alle prime difficoltà. Questa è l’unità che ci serve, non un accrocchio o peggio ancora un nuovo cartello elettorale, ma la condivisione reale e profonda di un progetto politico di cambiamento, che si ponga l’orizzonte europeo come traguardo e che non sia vittima di anacronistiche repulsioni nazionaliste e sterili identitarismi fini a se stessi.
Diamo vita a questo sogno, diamogli le gambe per camminare. L’opera di Magritte si può dire che rappresenta un atto d’amore, perché nel quadro un pittore può realmente dipingere la donna che ama, perchè condividono la vita, il reale e lo stesso tipo d’immagine. Allora facciamo anche noi il nostro atto d’amore: verso Tsipras e Syriza che ci hanno riportato a sognare un’Europa diversa; verso il popolo greco vessato da chi alla vita umana preferisce i conti finanziari in ordine; verso i giovani senza un futuro; verso i nuovi poveri; verso le future generazioni che avranno bisogno di un pianeta vivibile e non distrutto dall’inquinamento; per la pace. Facciamolo costruendo la Sinistra che oggi manca in Italia: che abbia la capacità di mettersi al servizio di un progetto credibile e reale di cambiamento; che individui la democrazia e la libertà come indissolubili dal socialismo; fortemente legata alla Sinistra Europea per cambiare radicalmente il paradigma neoliberista imperante. Usciamo dal quadro della nostra impotenza e dipingiamo il nuovo corso della Storia.
Fonte: Esseblog
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.