
Intervista a Joan Josep Nuet di Argiris Panagopoulos
“La lista di sinistra unitaria, movimentista e progressista vincerà le elezioni del 27 settembre aprendo la prospettiva del cambio e del rovesciamento di Rajoy a dicembre per cambiare insieme con la Grecia gli equilibri a livello europeo”, ha detto ad “Avgi” il deputato della Sinistra Unita catalana EUiA Joan Josep Nuet.
*Le forze si sinistra e progressiste di Catalogna EUiA, ICV, Podemos, Processo Costituente avete creato un fronte comune per vincere le elezioni per il governo locale e rovesciare la destra neoliberista di Mas…
"Questo periodo siamo in una fase di dialogo aperto con la società per appoggiare il nostro sforzo unitario. Siamo arrivati ad una coalizione elettorale tra le forze politiche di sinistra, gruppi che sostengono l’indipendenza della Catalogna, indipendenti di sinistra e cittadini progressisti.
La nostra proposta è quella di creare una grande lista unitaria con il nome: “Catalogna si che puoi”! Questa lista unitaria rappresenta il frutto del nostro successo nel comune di Barcellona e la vittoria della lista “Ora Madrid!”. Ovviamente le vittorie di Barcellona e Madrid hanno rappresentato una esperienza positiva, perché ci hanno mostrato che uniti possiamo ottenere di più."
*Quali sono i punti importanti del programma che volete presentare ai cittadini?
"Questo momento abbiamo annunciato una dichiarazione politica che afferma che il nostro programma sarà bassato su tre assi. L’asse economico sociale, che si traduce semplicemente nella nostra intenzione di uscire dalla crisi senza far pagare il costo ai strati più deboli della popolazione e finire con i taglia e l’austerità. Il secondo pilastro si riferisce alla democrazia e la battaglia contro la corruzione, la rivendicazione di una nuova legge elettorale e prima di tutto la trasparenza nell’esercizio degli incarichi pubblico, mentre il terzo pilastro si riferisce al ruolo che deve avere Catalogna in Spagna e in Europa, perché dobbiamo decidere se dobbiamo procedere in un processo costituente di un nuovo stato o ridefinire le nostre relazioni nell’interno della Spagna. Dobbiamo trovare dentro l’Europa una nuova posizione per la Catalogna o lo stato spagnolo."
*A Barcellona avete preso il comune attraverso una esperienza aperta democratica e partecipativa. Questa esperienza vi aiuta alla creazione della vostra lista a livello della Catalogna?
"Era la prima volta che la sinistra radicale e i movimenti hanno guadagnano l’egemonia e hanno vinto elezioni cosi importanti, come queste per il comune di Barcellona. Questo è successo per prima volta dopo trent’anni. Abbiamo dimostrato che il bipartitismo tra la destra conservatrice e i socialisti si può vincere ed avere un’altra alternativa democratica. Cerchiamo di fare lo stesso anche a livello della Catalogna nelle elezioni del 27 settembre e nelle elezioni politiche generali a livello nazionale a dicembre. Abbiamo cominciato dai comuni, passeremo ai governi locali e rovesceremo il governo centrale neoliberista. Questo è il nostro obiettivo finale.
Fino ad ora abbiamo partecipato alle elezioni per avere un buono o cattivo risultato. Oggi partecipiamo alle elezioni per vincere e governare applicando la nostra politica. La destra ha creato in Catalogna una grande alleanza. Ciononostante noi combattiamo testa a testa, almeno nei sondaggi. Le elezioni comunali per Barcellona ci hanno insegnato che possiamo vincere con una proposta radicale e riformatrice che può guadagnare consenso. Nelle elezioni per il comune di Barcellona avevamo una splendida candidata indipendente, Ada Colau, che proviene dal movimento contro gli sfatti e i pignoramenti delle case. Alle elezioni per il governo locale di Catalogna abbiamo proposto il candidato indipendente Luis Rabell, che proviene dai movimenti sociali ed è un attivista. Abbiamo offerto il passo ai indipendenti per fare politica. Esiste un parallelismo diretto tra le elezioni comunali di Barcellona.
Abbiamo vinto le elezioni è la prima cosa che abbiamo fatto era di aprire le mense delle scuole elementari per garantire l’alimentazione dei ragazzi durante i mesi festivi. Con la crisi molti ragazzi mangiavano solo a scuola. Non potevano lasciare le mense scolastiche chiuse l’estate. Abbiamo fermato migliaia di sfratti e pignoramenti e il comune negozia con le banche tentando l’affitto delle migliaia di case vuote che appartengono alle banche e con le compra nessuno a causa della crisi. Abbiamo preso diecine di iniziative per affrontare le crisi sociale e la povertà che si sono allargati nella città."
*La gente capisce questo cambio nella gestione del comune?
"Naturalmente e per questo cerchiamo di collegare questo fatto con la prospettiva di un cambio al livello del governo locale e centrale. Un comune non può cambiare tutta la politica economia di un paese. I governi locali hanno delle competenze per la maggior parte della politica sociale. Per questo dobbiamo vincere in Catalogna. La politica economica centrale si conduce dal parlamento nazionale e il governo nazionale. Questa è la nostra sfida. Dobbiamo collegare la vittoria nel comune di Barcellona con altre vittorie per chiudere il ciclo politico del neoliberismo e del bipartitismo."
*Rajoy non avrà almeno la maggioranza assoluta. Quali sono le prospettive per un cambio?
"Dobbiamo tenere in mente che dobbiamo fermare le politiche di austerità che applicano i governi locali e il governo centrale. Fino ad oggi se governava la destra del Partito Popolare o il Partito Socialista non cambiava niente. C’è stata un delusione dalla gente e specialmente le persone di sinistra e i progressisti che non si poteva cambiare niente ed era meglio stare a casa nostra. A Barcellona abbiamo vinto perché nei quartieri popolari si è raddoppiata la gente che è andata a votare. La gente ha capito che partecipando poteva vincere qualcosa e vedere migliorare le suo condizioni di vita. La legge elettorale aiuta la destra. La gente capisce che con i socialisti non ci sono possibilità di cambi sostanziali. Può darsi che non saremo la prima forza politica, ma possiamo essere determinanti per cambiare Catalogna e il nostro paese. C’è una forte sensazione che stiamo cambiando la storia degli ultimi 35 anni."
*Quali sono le vostre proposte alla gente?
"Che si deve cambiare il modo e le priorità della spesa pubblica, con la spesa sociale in primis la Salute, l’Istruzione e la Protezione Sociale di rappresentare la priorità immediata del governo locale di Catalogna. Oggi affrontiamo il problema dell’alimentazione, della fame e del disaggio. Dobbiamo affrontare la crisi umanitaria. Dobbiamo conquistare la fiducia della gente per partecipare in politica con nuove forme democratiche, trasparenza. La gente si deve sentire che si indentifica con questi che governano. Vogliamo una vera riforma costituzionale che rompe con il regime che abbiamo avuto dopo la caduta della dittatura il 1978. Vogliamo una nuova costituzione con i nuovi concetti per la politica economica, la democrazia, la partecipazione, la giustizia sociale. Inoltre la nuova costituzione dovrà comprendere nuovo strutture statali, perché la Spagna non è costituita da un solo popolo."
*Crede che si deve costituire una repubblica democratica federale?
"Si deve trovare un nuovo accordo per poter vivere tutti bene in quella che si chiama Spagna. Vogliamo uno stato che garantisce i diritti politici, sociali ed economici a tutti i popoli e i cittadini, uno stato con il suo capo supremo eletto."
*Come vede la posizione della Catalogna e della Spagna in Europa?
"Spagna è un paese relativamente grande con quasi 50 milioni di popolazione. Quello che succederà in Spagna avrà un impatto grande in Europa. La Grecia con il governo di Tsipras ci hanno mostrato che dobbiamo aprire nuovi fronti in Europa. Grecia da sola non basta. Dobbiamo avere un cambio anche in Spagna. Dobbiamo tentare tutti e due insieme, per coltivare la speranza del cambio anche nei altri popoli europei e specialmente a quelli colpiti dalla crisi, l’Italia, la Francia, l’Irlanda. Dobbiamo cambiare gli equilibri prima nell’Europa del Sud. Dobbiamo dimostrare alle urne che l’esempio greco ha una continuità e non è sconfitto. Se saremo in grado di vincere in Spagna si dissolverà ogni dubbio che la Grecia non è sola che possiamo vincere il neoliberismo a livello nazionale ed europeo. Oggi il sistema di eurozona si attraversa da una crisi. Dobbiamo riprogettare l’Europa, creando l’Unione europea che appartiene ai suoi popoli. Siamo tutti europeisti e vogliamo un’altra Europa."
Fonte: Avgi
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